Il Teatro Filodrammatici di Treviglio da cinque anni è gestito dall’associazione TAC – Treviglio Arte Cultura, con il patrocinio dell’amministrazione della Città di Treviglio. Dal 2019 il Comune ha voluto ufficializzare il rapporto con il Teatro attraverso una convenzione.
L’associazione organizza fra le altre cose la stagione teatrale con il sostegno di vari sponsor privati. A curare la direzione artistica è Alberto Galli, volontario dell’associazione TAC, consulente finanziario e attore amatoriale nella compagnia “Carlo Bonfanti” di Treviglio.
Dal 4 ottobre è cominciata la nuova programmazione che contempla quattro rassegne: musica, teatro, dialettale, piccole compagnie crescono. Un totale di trenta spettacoli per trentasette date. Il 14 novembre prenderà il via la sezione dedicata al teatro: il primo nome sarà Germano Lanzoni con “Ci aggiorniamo! Dipendenze croniche di massa”.
Il Filodrammatici è un luogo affascinante, in stile liberty, da duecentottanta spettatori fra palco e galleria. C’è un’atmosfera particolare, suggestiva, riscontrata con piacevole sorpresa anche da attori di fama nazionale arrivati qui.
La lunga storia del teatro e la sua presenza nel capoluogo della bassa possono essere un punto da cui osservare come va l’arte drammatica da queste parti. A Treviglio esistono altri luoghi che accolgono spettacoli, come il TNT – Teatro Nuovo Treviglio o spazi delle realtà teatrali locali, ma il Filodrammatici è l’unica struttura a proporre una programmazione da ottobre a maggio.
Ne abbiamo parlato con Alberto Galli, cercando di capire quali sono i problemi (i giovani, la comunicazione) e quali i vantaggi (la storia del teatro, il lavoro fondamentale dei volontari).
MV: Come mai TAC, una associazione senza scopo di lucro e i cui componenti sono volontari, ha deciso di prendere in mano il teatro Filodrammatici?
AG: Il Filodrammatici è una delle colonne portanti della cultura e della storia di Treviglio. L’associazione è nata ad hoc per gestire il teatro, chiedendo il permesso alla proprietà che è la parrocchia di San Martino. La vecchia società di gestione aveva lasciato le redini del teatro e per un anno è rimasto chiuso. Non vederlo aperto, per ogni trevigliese, è stata una botta. Il teatro ha una storia invidiabile di oltre centodieci anni e noi lo frequentavamo quando eravamo ragazzi. A quei tempi aveva la funzione di cinema dell’oratorio Sant’Agostino e prima che venisse ristrutturato, quando ancora c’erano le sedie di legno ed era tutto un altro disegno architettonico, ricordo che venivano proiettati i film di Bud Spencer e Terence Hill, i western all’italiana o film con Godzilla ed anche le partite dei Mondiali dell’82. La spinta che ci ha riuniti nell’intento di gestirlo è stata pressoché affettiva, non solo culturale. La parrocchia ha accettato di buon grado la proposta dell’associazione, composta da persone la cui esperienza professionale è a servizio del teatro, e il Filodrammatici ha riaperto i battenti nel 2015.
MV:Come prepari la stagione?
AG: Adesso sto già pensando a quella dell’anno prossimo perché ci sono tante richieste, anche se il numero delle date è chiuso. La stagione nasce da alcune idee che ho: ad esempio, in queste stagioni ho introdotto dei concerti di musica pop, rock, tributi, perché il teatro veniva utilizzato principalmente per la musica classica. Faccio il calendario anche con spettacoli che ho visto o che mi sono stati suggeriti da componenti dell’associazione. Inoltre, il passaparola nel circuito degli artisti ha permesso di ricevere richieste da parte loro. Tra le proposte della stagione c’è la rassegna dedicata alle “Piccole compagnie”: far parte di corsi e poi avere l’opportunità di calcare il palcoscenico con il proprio saggio è qualcosa di importante.
MV:Quello del Filodrammatici è un palco con una sua storia.
AG: Questo palco è teatralmente considerato prestigioso per tutti, compresi gli addetti ai lavori: molti artisti professionisti quando entrano in teatro dalla porta di servizio sentono un’energia e percepiscono qualcosa di magico calcando il palcoscenico, come se fosse percepibile la sua lunga storia. Gli artisti lo sentono sotto i piedi. Per la scelta delle date tengo sempre conto anche della risposta del pubblico, ma cerco pure qualcosa di nuovo: quest’anno, per esempio, ho inserito una serata musicale di musica folk e balcanica.
MV: Che tipo di pubblico frequenta il Filodrammatici?
AG: Sono trevigliesi e bergamaschi, ma arrivano anche da altre province, come Crema e Milano. Ci sono degli affezionati e pure uno zoccolo duro, c’è chi viene per le date che hanno un’ampia risonanza e chi per spettacoli che non hanno una grande eco mediatica. In generale posso dire che è un pubblico molto trasversale e variegato anche perché l’idea della stagione è quella di presentare spettacoli che abbiano questa versatilità: si va dalla musica classica al folk, dal cantautorato fino al tributo. Dal punto di vista teatrale si va dagli spettacoli della dialettale a quelli con i professionisti. C’è un po’ di tutto per cercare di intercettare i gusti di tutte le età e per soddisfare gli spettatori. In questa edizione, ad esempio, ci sarà Enrico Beruschi che attirerà un pubblico dai cinquanta in su.
MV: Però ci sono anche Germano Lanzoni e Aurora Leone.
AG: Speriamo possano richiamare i più giovani, anche perché sono attori che “girano” sui social. È un tentativo per portare i giovani sotto i trent’anni alla sera, perché finora sono riuscito a coinvolgerli con le matinée, ma è stato difficile incontrarli nelle date del teatro, anche se partecipano alle serate musicali e mi accorgo che comincia ad esserci un interesse maggiore per quanto riguarda il dialettale: ragazzi di quindici-venti anni si divertono un sacco ad assistere alle commedie.
MV:Comunque è un pubblico in crescita…
AG: Siamo partiti il primo anno con quattromila presenze in tutto. Pensavamo, erroneamente, che sarebbe bastato riaprire il teatro per avere un riscontro. C’erano persone che dopo il secondo anno non si erano accorte che il Filodrammatici avesse riaperto. Adesso si può dire che ne è a conoscenza il 100% della cittadinanza trevigliese e quindi resta solo che vivere il teatro.
MV: Qual è l’obiettivo del Filodrammatici?
AG: Il nostro obiettivo è quello di farci conoscere sempre più. Il teatro sta riprendendo il suo ruolo di istituzione. Il Filodrammatici è un simbolo soprattutto per i trevigliesi, è considerato una chicca ed un punto di riferimento. Sappiamo che non può competere con i teatri di Bergamo e Milano, che sono realtà radicate da tempo, sono viste ancora di più come punto di riferimento e di prestigio e inoltre hanno anche altri canali di finanziamento. Però può diventare un riferimento per la bassa, se Treviglio come si dice ne è capoluogo, e magari un giorno arrivare fino a Bergamo. Comunque si procede di anno in anno e nel frattempo continueremo le collaborazioni: quella con il Polo Formativo Scolastico di Treviglio con il quale è attivo il progetto “Il Teatro è Scuola” che dà la possibilità ai ragazzi di fare le prove in un teatro vero e proprio, e quella con le realtà teatrali locali, ad esempio diamo lo spazio ad una scuola di teatro danza che si chiama Libra che utilizza il teatro per fare le prove e i suoi corsi.
MV: E oggi la situazione spettatori com’è?
AG: L’anno scorso abbiamo raggiunto quasi settemila presenze. L’incremento c’è stato, ma ovviamente c’è ancora da fare. Per questa stagione puntiamo a confermare le presenze di quella passata.