Hannah Arendt scriveva che «il racconto rivela il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi». Ovvero quello che ci sta capitando in questi ultimi anni: un disordine di crisi economiche una dietro l’altra (ma tra loro collegate), ondate di pandemia, guerre, riscaldamento globale. Frammenti di mondo e di esistenza (la propria e l’altrui) che sembrano un puzzle disfatto. Una miriade di accadimenti in cui ci troviamo spaesati, dove alla paura si sostituisce l’angoscia, che è quel sentimento di paura verso un qualcosa che ci è ignoto: l’abbiamo provata durante i mesi duri del covid; in generale oggi l’angoscia – per chi ci pensa e non vive nell’inerzia di un eterno presente che ogni giorno si replica – è quella per il futuro.
Non sapremo che fine faremo, e questa domanda ci scorre dentro, in filigrana nei pensieri quotidiani, sottotesto di un testo che fatichiamo a scrivere: la nostra storia oggi, tremolante. Non c’è un rimedio sicuro a tutto ciò – se non nella fede (per chi ha la fortuna di nutrirla e viverla), in forti passioni che riescano a trascendere il presente, negli psicofarmaci (basta leggere le statistiche sul consumo che se ne fa in Italia per includere questa possibilità nel nostro elenco), soprattutto nella capacità di coltivare sé stessi, quella che per qualcuno è la propria interiorità, e per altri il proprio essere-nel-mondo, interconnesso con l’altro umano, vivente e non vivente (ovviamente valgono anche entrambi gli aspetti).
Capita spesso di ascoltare il filosofo Umberto Galimberti indicare nella letteratura una sorta di “allenamento” ai sentimenti, un rispecchiarci dentro le grandi questioni esistenziali grazie alla narrazione (l’amore, il dolore, la morte, quella complessità intrecciata che è la vita) e dentro i sentimenti che esse portano. Una pratica da esercitare sin dalla scuola, e che non deve essere persa poi. Non è la tecnologia a dirci di noi, ma la letteratura e la scienza più nobile (cioè quella non asservita ad interessi ed affari). La letteratura ma anche il teatro, il cinema, la musica. Insomma, la cultura.
Per questo l’edizione 2022 di «A levar l’ombra da terra» apre il proprio libretto di presentazione con queste parole: «Il disorientamento è la naturale reazione ad una complessità in continua evoluzione. È una reazione sana, consapevole, che ci chiama ad uno sforzo di interesse, curiosità e comprensione. L’alternativa è la semplificazione, ridurre a categorie gestibili quello che ci appare troppo difficile da maneggiare. Oggi, in modo sempre più urgente, la cultura ci può offrire una possibilità di indagare dentro e fuori di noi. Un modo per accogliere quante più sfumature possibili, anche quelle contraddittorie, maneggiarle, aprire con loro un dialogo. Stare dentro la complessità non è ambiguità ma una ricerca aperta e sincera per non cadere in rassicuranti schieramenti semplificati, poveri e parziali. Quest’anno ad “A levar l’ombra da terra” raccontiamo storie di donne, di musica, storie del nostro territorio e del mondo. E raccontare storie è qualcosa che noi esseri umani facciamo da sempre per provare a fare un po’ di luce su ciò che è così misterioso».
Il programma
E dunque teatro, cinema, musica. A diverso grado di profondità, com’è giusto che sia, perché è pur sempre (una caldissima) estate e la cultura serve anche a “staccare”, o a farlo apparentemente e trovare dietro una risata o un film di cassetta qualcosa di valore per la vita. 40 spettacoli in varie parti della provincia, a cominciare dal 2 luglio con «’70 volte ancora» con Matilde Facheris e Alberto Salvi (alla chitarra Luigi Suardi e al basso Alfredo Savoldelli) alla Cascina Castello di Mornico al Serio, per concludersi il 14 agosto alle Miniere di Dossena con «Quale Inferno_Instrumental» di e con Marica Mastromarino.
Qui trovate tutti gli eventi teatrali di luglio, ne segnaliamo alcuni fra i prossimi (nei link maggiori informazioni). Ad Azzano San Paolo, il 5 luglio, «Roba minima, s’intend!»: canzoni di Enzo Jannacci, contaminazioni letterarie di Beppe Viola, Franco Loi, Giovanni Testori e Walter Valdi; di e con Stefano Orlandi. A Peia, mercoledì 6 luglio, «La primavera intanto tarda ad arrivare»: un racconto di Franco Battiato con Stefano Orlandi (tastiere, sintetizzatori, computer) e Alessandro Cerea. Domenica 10 luglio a Levate «L’arte della gioia», una reading teatrale tratta dall’omonimo libro di Goliarda Sapienza, voce narrante e canto Sandra Zoccolan, alla fisarmonica Nadio Marenco.
«Nel luglio di tanti anni fa io e altri bambini guardavamo il cielo nel timore che la nube tossica partita da Seveso potesse passare di lì»: «Il paese delle facce gonfie» è la storia di un disastro ambientale, quello di Seveso, «che avrebbe potuto essere evitato se si fosse dato ascolto a chi aveva a cuore la salute della gente» – di Paolo Bignami, con Stefano Panzeri, martedì 12 luglio, Stezzano. Mercoledì 13 a Leffe «Il controcanto di Bruno Lauzi», uno spettacolo con Walter Tiraboschi e Lorenzo Monguzzi (chitarra) su uno dei cantautori più scomodi e senza reticenze della nostra canzone d’autore, che probabilmente si sarebbe meritato maggior successo (anche il 29 a Filago). Venerdì 22 luglio «Angeli a terra», uno spettacolo con Dio e tre Angeli dove lo scrivere, l’improvvisare ed il mettere in scena il testo avviene al modo antico delle compagnie di giro; di Guascone Teatro e Pilar Ternera/NTC, ad Azzano San Paolo.
«Abbiamo raccolto in giro per l’Italia centinaia di pagine, di parole raccolte per strada, d’incontri casuali, di racconti assurdamente reali, di lingue inconsuete. Dal Terrorista di Tito al Mago di Colceresa al Cavallaio di Buti, una pioggia di omini, di frasi che aleggiano nell’aria»: si presenta così «Trucioli» de “Gli Omini”, a Levate sabato 23 luglio. Infine, tratto da Una vita violenta di Pier Paolo Pasolini, «‘na specie de cosa violenta che non farò mai più» di Flavia Ripa; la storia è quella di Tommasino, un ragazzo di vita che vuole conquistare il mondo cercando di assomigliargli (venerdì 29 luglio, Ciserano). «A levar l’ombra da terra» è anche cinema, con diverse proiezioni in varie parti del territorio (programma sul sito).
Info e prenotazioni
Tutti gli spettacoli di «A levar l’ombra da terra» sono ad ingresso gratuito. Le modalità di accesso alle serate di saranno in linea con le normative vigenti in materia di sicurezza sanitaria. Ogni spettacolo può essere prenotato sul sito alevarlombradaterra.it. La conferma della prenotazione sarà inviata attraverso una mail; è necessario presentarsi almeno 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo presso l’accoglienza, altrimenti decadrà il diritto acquisito. Chi non ha prenotato può comunque presentarsi all’ingresso per verificare la disponibilità di posti liberi o per iscriversi ad una lista d’attesa grazie alla quale potrà subentrare ad eventuali assenze tra i prenotati.
Eppen è media-partner dell’evento. «A levar l’ombra da terra» avviene grazie al contributo di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità bergamasca, Sistema Bibliotecario Area Nord-Ovest, Sistema Bibliotecario Valle Seriana, Emanuele Pantano Consulente Immobiliare e RedBerg. Con il patrocinio di Provincia di Bergamo e in collaborazione con ISREC e Miniere di Dossena.