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Perché invece dei drive-in non facciamo un bel Bike-in?

Articolo. Fresh Agency, Shining Production e Live Music Club hanno pensato ad un modo alternativo per assistere ad uno spettacolo questa estate: in bicicletta. Un’esperienza verde, sicura, comoda ma soprattutto capace di non fare perdere un briciolo di emozione

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Non sono pochi coloro che hanno storto il naso quando dalle istituzioni è arrivata l’idea di fare concerti, proiezioni di film e teatro in situazioni tipo drive-in, cioè ognuno dentro la propria macchina in modo da evitare qualsiasi rischio di contagio. La forza di uno spettacolo risiede anche nel rapporto fra chi sta sul palco e chi sta sotto, insomma l’artista e il pubblico. Un dialogo fra le due parti che permette alla performance di diventare un rito collettivo grazie anche alla risposta di chi assiste, parte integrante e imprescindibile di ogni evento – discorso diverso magari per il cinema, in cui è il silenzio buio della sala o di una platea all’aperto a creare la magia.

Avere davanti agli occhi il vetro della propria auto toglie un bel po’ di fascino, oltre ad essere una soluzione ben poco verde e democratica (chi è senza automobile come fa?). Fortunatamente qualcuno ha avuto un’idea alternativa: il Bike-in, ovvero il drive-in in bicicletta. Green quanto basta, perché pensato per stare all’aria aperta con un mezzo che non inquina. Safe, poiché la bicicletta permette di mantenere il corretto distanziamento sociale sia nella fase di arrivo e di entrata sia nella fase di uscita. Smart, dato che ognuno avrà il suo spot, uno spazio personale (per singoli, coppie o famiglia) dove muoversi, rilassarsi e vivere l’evento (ci sarà anche una versione premium con qualche confort in più). E infine social, con tutto il “calore” dell’esperienza di un normale spettacolo: luci, suoni e partecipazione autentica. Per le sue caratteristiche, Bike-In è pensato in particolare per le amministrazioni comunali, che possono muoversi agilmente sul territorio, e difatti qualcosa si sta muovendo a Mantova e Cremona.

Il Bike-In l’hanno pensato Fresh Agency, Shining Production e Live Music Club: gente che gli eventi li organizza sempre e sa cosa non deve mancare per non sentirsi ingabbiati dall’abitacolo. Ne abbiamo parlato con Laura Ciraudo, responsabile comunicazione del progetto.

LB: Laura, com’è nata l’idea?

LC: È un’idea che abbiamo sviluppato in questo momento di grande difficoltà, dovuta al perdurare dell’emergenza Covid-19. Non ci siamo persi d’animo e abbiamo vagliato delle possibili soluzioni per poter risollevare, durante le prossime fasi, i settori dell’intrattenimento e dello spettacolo, fra i più penalizzati dalle restrizioni necessarie ad arginare il propagarsi di una pandemia mondiale. Tante sono le ipotesi fatte, eppure abbiamo sentito la necessità di proporre al pubblico, alla Istituzioni e ai nostri lavoratori, una soluzione che possa ritenersi sicura, e tuttavia permetta di vivere pienamente l’esperienza dello spettacolo. Abbiamo scelto inoltre una strada che metta in primo piano il rispetto e la tutela dell’ambiente, un tema molto caldo da anni, ma che ancora con più forza è tornato a farsi sentire in questi mesi.

LB: Quali sono le misure di un luogo che potrebbe ospitare un’iniziativa simile?

LC: Il progetto Bike-in è modulabile in base alle varie esigenze dei committenti. Idealmente lo spazio minimo/raccomandabile sarebbe di almeno 4000 mq (per fare un paragone un campo da calcio professionistico da 11 è di circa 7000 mq) per poter ipotizzare la presenza di almeno 3/400 spot (7/8 mq cadauno). Il terreno deve essere pianeggiante e senza asperità che possano precludere la visibilità dell’area palco o rendere difficoltosa la gestione dei flussi di persone.

LB: Qui spunta il tema delle piste ciclabili: se ce ne sono tante è più semplice pianificare il Bike-in.

LC: Sì, è fondamentale che lo spazio abbia una buona accessibilità per via ciclopedonale (piste ciclabili, marcia piedi, percorsi illuminati e strade asfaltate o in terra battuta). Questo per permettere afflusso e deflusso del pubblico in sicurezza. Sconsigliamo aree in prossimità di strade ad alta percorrenza o scarsamente illuminate (tangenziali/autostrade) che potrebbero rivelarsi pericolose per i ciclisti.

LB: In che territori vi state muovendo sino ad ora? Bergamo?

LC: Al momento abbiamo già ricevuto interesse da diversi comuni, la città di Mantova ad esempio con il suo sindaco, Mattia Palazzi, è stata la prima a sostenere il progetto e ad aver identificato anche un luogo idealmente idoneo a svilupparlo. Anche il Teatro Concordia di Venaria Reale, in provincia di Torino, si è fatto concretamente avanti. Le richieste di informazioni, ad ogni modo, sono arrivate da tutto il territorio italiano. Attualmente, per la città di Bergamo non abbiamo ancora definito nulla di concreto.

LB: Al Bike-in è associata un’app. Con quali funzioni?

LC: L’app è il mezzo per eccellenza per garantire quella che viene definita esperienza cashless, ovvero senza contanti, per limitare ancora di più eventuali contatti. Vorremmo offrire all’utente finale un’esperienza del tutto smart fin dall’acquisto del biglietto. Tramite app sarà anche possibile scegliere lo spot, ovvero l’area personale che ognuno avrà a disposizione, oltre che personalizzarlo con vari servizi aggiuntivi. Anche durante lo spettacolo, l’uso dell’app permetterà l’acquisto di cibo, bevande o merchandise, che verranno consegnati all’acquirente direttamente al proprio spot

LB: Sarà possibile assistere all’evento in bike-in anche da casa, tramite la app, e anche ordinare cibo e bevande. Come mai questa scelta?

LC: Abbiamo voluto pensare a coloro che, a causa di forze maggiori, non potranno partecipare all’evento. Chi, ad esempio, non può lasciare la propria abitazione oppure in caso di spettacoli sold out. Metteremo a disposizione il servizio di streaming dell’evento, che sarà disponibile a pagamento dall’inizio dello spettacolo fino alla sua fine, senza possibilità di repliche. La nostra volontà è di poter fare in modo che tutti i partecipanti, anche quelli da casa, possano sentirsi parte di un’esperienza condivisa. Proprio con questo scopo abbiamo pensato alla consegna a domicilio direttamente dalla location, in modo da offrire a tutti gli stessi servizi, oltre che, ovviamente, supportare i fornitori di food & beverage creando ulteriore indotto.

LB: A proposito di food & beverage, il progetto Bike-in regge anche dopo l’ultimo decreto in materia di spettacolo che dà il via libera, a determinate condizioni, dal 15 giugno in poi?

LC: Uno dei punti fondamentali di Bike-In, come già detto, è la sicurezza, per cui ci sentiamo allineati al provvedimento del governo. Peraltro il nostro progetto, che garantisce le distanze dettate dal decreto, permetterebbe di assistere ad uno spettacolo anche stando in piedi nell’area assegnata allo spettatore. L’unico problema ad oggi riguarda il divieto di somministrare cibo e bevande. Con il delivery potrebbe essere possibile farlo in sicurezza e non si capisce il senso di questa misura quando i ristoranti e i bar sono aperti. Ci auguriamo che da qui al 15 giugno questa regola cambi.

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