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L’azzardo del flamenco, fra uomo e natura in uno spettacolo di riscoperta

Articolo. Il flamenco, la natura, l’operare umano. Sono i tre elementi che compongono lo spettacolo «De Rerum Natura» in programma venerdì 20 dicembre all’Auditorium Modernissimo di Nembro alle ore 20:45 con regia e coreografie di Elisabetta Bracchi

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Non solo una danza, lo spettacolo in programma venerdì 20 dicembre alle 20.45 e con ingresso libero, vuole essere un momento di riflessione e magia, ma ancora di più «un azzardo», come lo definisce la regista e coreografa Elisabetta Bracchi, che racconta: «La colonna sonora di De Rerum Natura non è composta solo da musica flamenca, ho voluto inserire anche Vivaldi, in un adattamento utile ad essere danzato, perché il flamenco è esattamente questo, una danza viva e in divenire che cambia moltissimo a seconda di chi la interpreta».

Sul palco ci saranno 28 ballerine, a formare un corpo di danza singolare e simbiotico al contempo, impegnato a interagire con le visual e i video realizzati da Carmelo Puglisi e girati in parte in teatro e in parte nel suggestivo scenario delle cave di marmo di Botticino.

«Il punto di partenza è il De Rerum Natura di Lucrezio, la genesi dell’universo, ma tutto si svolge poi nella consapevolezza del corpo umano e nell’espressione della meraviglia per il privilegio che abbiamo di toccare con mano il mistero dell’Universo» spiega Elisabetta Bracchi, danzatrice, insegnante e coreografa de Il Contrattempo, compagnia di danza e flamenco con sede a Brescia, che dal 2023 propone questo spettacolo.

Il De Rerum Natura di Lucrezio è un poema didascalico in cui lo storico latino riprende, elogia e divulga il pensiero del filosofo greco Epicuro, che visse nel II secolo a.C. L’opera è suddivisa in sei libri e descrive la teoria secondo cui tutto l’universo è formato da atomi invisibili ed eterni e dal vuoto. Questi atomi sono capaci di creare legami e di ricomporsi, nell’organismo umano, in modo da creare una parte razionale detta animus e un principio vitale detto anima. Epicuro spiega anche come i sensi non siano altro che l’interazione degli atomi dell’uomo con i simulacra rerum , membrane superficiali di tutte le cose in grado di staccarsi e permanere al contatto con l’essere umano, originando sogni e pensieri. Nel De Rerum Natura si legge, inoltre, di come nascano il tuono, i lampi, fulmini e tempeste, gli arcobaleni, i terremoti e il magnetismo ma anche di come il mondo non sia infinito e di come le sofferenze possano portare alla perdita di ogni senso religioso e di ogni umanità.

«Non è l’unico testo presente nello spettacolo, però – sottolinea la regista Bracchi –, la danza si intervalla a scritti di Margherita Hack, all’incipit di Resurrezione di Tolstoj, ad estratti dall’Antigone di Sofocle ed ad un testo di Erri de Luca». A ritmare immagini e parole saranno tutti i palos tipici del flamenco, ovvero le diverse famiglie di brani tipiche di questo stile, dal tango alla farruca, passando per l’alegrias, la bulerias ed il mirabras.

«Esistono infiniti flamenchi, tutto sta alla sensibilità di chi li interpreta e alle contaminazioni che si creano» conclude Elisabetta Bracchi. L’obiettivo principale dello spettacolo è proprio questo: contaminare. Mescolare culture, creare sinestesie fra suoni, immagini e gesti, parlare di universo e sensibilità, incontrare la meraviglia del tutto nell’esistenza del singolo.

Alla fine lo spettatore riscoprirà il meraviglioso miracolo del corpo umano, capace di connettersi con l’universo e riscoprire una profonda tenerezza per qualunque forma vitale, fino a percepire un invito: apprezzare e difendere il fragile e delicatissimo equilibrio tra uomo e uomo e tutto ciò che lo circonda.

L’evento è a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Nembro. L’ingresso è libero.

Tutti i dettagli su www.comune.nembro.bg.it

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