Mancava giusto A levar l’ombra da terra nel novero dei festival e delle rassegne estive bergamasche, quantomeno quelle che, a dispetto del distanziamento, sono riuscite ad esserci anche quest’anno. La tredicesima edizione – con la direzione artisti di Alberto Salvi e organizzativa di Davide Pansera e Marta Ceresoli – si svolgerà dal 15 agosto al 26 settembre, diffondendo appuntamenti di teatro, cinema e danza in tutto il territorio bergamasco. Un totale di quasi 20 comuni e spazi come sempre suggestivi: Ardesio, Azzano San Paolo, Bonate Sotto, Casnigo, Cassano D’Adda, Gandino, Leffe, Levate, Orio al Serio, Osio Sotto, Paladina, Parre, Pedrengo, Stezzano, Torre de’ Roveri, Verdello e Villa di Serio.
Ingresso gratuito e prenotazione sul sito del festival per tutte le 33 date in cartellone, ripensate con estrema cura rispetto alle regole di sicurezza in vigore in questo momento. Da segnalare gli eventi ideati per la montagna grazie a CAI Bergamo e racchiusi nella sezione “In Vetta”: un concerto al rifugio Gherardi, uno spettacolo teatrale al rifugio Coca e una proiezione cinematografica al rifugio Alpe Corte. L’idea è quella di indurre il pubblico a percorrere il sentiero di montagna per partecipare allo spettacolo in programma e poi trascorrere la cena e la serata insieme agli artisti e agli avventori del rifugio.
Viene inoltre ribadita anche quest’anno la collaborazione con Festival Danza Estate, per l’unica data fuori dalla città di Bergamo del festival coreutico: il 1 settembre a Levate la compagnia Du’K’tO – gruppo spagnolo che lavora sulla contaminazione tra danza contemporanea e circo – metterà in scena “Cafuné”.
Per venire incontro alle esigenze di tutela del pubblico il resto il programma prevede un maggior numero di reading e di serate di cinema all’aperto (con alcuni dei titoli più interessanti della scorsa stagione ma anche un film local come “Le Traversiadi” di Alberto Valtellina). “Tanti mesi fa ci siamo interrogati se fare o meno il festival – racconta Davide Pansera – abbiamo capito che andava fatto dal numero di comuni che hanno aderito. La percezione è stata di un forte spirito di adesione e tanta voglia di partecipare. Anche quest’anno, nonostante ciò che è successo faremo molte date in Valseriana, come accadeva nelle precedenti edizioni. E ciò è molto bello”.
Nel libretto del festival l’editoriale spiega bene l’approccio degli organizzatori: “Sintetici. Perché, quest’anno in particolare, ogni retorica risulta fuori luogo. Realizziamo questa edizione del Festival perché pensiamo ce ne sia bisogno. Lo facciamo con affetto”. Da cui il pensiero di Davide a riguardo: “dopo la sofferenza dei mesi scorsi abbiamo deciso di fare il nostro lavoro senza retorica ed eroismi, non è il momento di ricamarci sopra”.
Eppure una visione c’è, rappresentata dalla citazione in fondo al libretto della manifestazione da “Le ragazze stanno bene” de Le Luci della Centrale Elettrica:
“Forse si trattava di accettare la vita come una festa
Come ha visto in certi posti dell’Africa
Forse si tratta di affrontare quello che verrà
Come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà
Forse si trattava di dimenticare tutto come in un dopoguerra
E di mettersi a ballare fuori dai bar
Come ha visto in certi posti della ex-Jugoslavia
Forse si tratta di fabbricare quello che verrà
Con materiali fragili e preziosi, senza sapere come si fa”
A levar l’ombra da terra è organizzata con il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bergamasca e Sistema Bibliotecario della Valseriana, e con la collaborazione di BAM! Strategie culturali. Di seguito tutti gli eventi nel dettaglio: