93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Luca Perri racconta l’Ig Nobel che premia le scoperte più assurde (ma utili)

Intervista. Le feci cubiche del vombato, la pizza che fa bene solo se mangiata in Italia, il magnetismo degli scarafaggi e altre stramberie assolutamente scientifiche. Mercoledì a BergamoScienza

Lettura 4 min.

A BergamoScienza Luca Perri ci parla di Ig Nobel, l’ambito riconoscimento annuale conferito alle ricerche più assurde realizzate dai ricercatori di tutto il mondo. Lavori che prima fanno ridere e poi fanno pensare.
Perri, classe 1986, è astrofisico dell’Osservatorio di Merate e del Planetario di Milano, ma si occupa anche di divulgazione in radio e tv. Ha pubblicato “La pazza scienza” (Sironi), “Errori Galattici” (DeAgostini) e “Astrobufale” (Rizzoli). Come i suoi libri, anche i suoi interventi destano subito curiosità: ha trattato il tema della scienza in Star Wars e spiegato l’astrofisica attraverso i film. “Parto sempre da qualcosa che mi intriga, da quello che io per primo vorrei sentire in una conferenza”, dice. A BergamoScienza porta due argomenti diversi: “La Fisica Quantistica spiegata a me stesso”, martedì 8 ottobre alle 21 al Centro Congressi Giovanni XXIII, e “IgNobel”, mercoledì mattina alle 10, sempre al Centro Congressi.
Ma a fronte della loro eccentricità, le ricerche premiate dall’Ig Nobel sono davvero inutili oppure nascondono insegnamenti pronti a stupirci?

Nell’ultima edizione degli Ig Nobel sono stati premiati scienziati che hanno studiato il magnetismo degli scarafaggi, il calore del testicolo umano sinistro rispetto a quello destro, le feci cubiche di un marsupiale australiano e stabilito che la pizza fa bene solo se mangiata in Italia. È difficile pensare che possa esserci qualcosa di serio in questi studi. O no?

Invece no, anche se i giornali italiani parlano dell’Ig Nobel come una vera e propria barzelletta. Vengono selezionate ricerche apparentemente ridicole ma vere, serie, pubblicate su riviste scientifiche e fatte da bravi ricercatori. Andrej Gejm, Nobel per la fisica nel 2010, aveva precedentemente vinto l’Ig Nobel facendo lievitare una rana. Queste ricerche nascondono un divertimento intelligente, che permette di mostrare un lato della scienza di solito non considerato.

Quale?

Il pubblico pensa alla scienza come a una cosa tecnica che deve avere una applicazione pratica. È un retaggio del pensiero di Benedetto Croce che ci portiamo dietro. Invece la scienza, come ogni forma di cultura, come la poesia e la musica, non deve avere una giustificazione pratica per esistere. La scienza parte da una curiosità, da una necessità dell’animo del ricercatore.

Però alla fine le applicazioni pratiche si trovano.

Sì, il più delle volte in modo imprevisto. Ciò paradossalmente ha remato contro la scienza, creando questo mito della “praticità”. La cosa bella dell’Ig Nobel è che molti degli studi esposti hanno poi applicazioni inaspettate.

Ci fa un esempio?

In una ricerca hanno preso delle muffe, chiedendosi se fossero capaci di risolvere un labirinto. Per invogliarle a fare il percorso hanno messo dello zucchero come meta finale. Si è visto che le muffe prima coprono tutta la superficie del labirinto, per poi trovare il giusto collegamento dall’ingresso alla fine. Questo Ig Nobel sta portando a degli algoritmi di previsione dedicati a strade e reti idriche, perché la muffa è più efficiente dell’uomo nel tracciare i cammini. Allo stesso tempo serve per capire come un tumore sviluppa vasi sanguigni, l’angiogenesi, per prendere nutrienti dall’ospite.

Due applicazioni in campi diversissimi fra di loro.

Sì, perché la natura, come già ci insegnava Leonardo da Vinci, trova soluzioni uguali a problemi diversi. Basta pensare che noi oggi prevediamo come si muovono le folle in caso di evacuazioni dei emergenza con equazioni di fluido dinamica. In sostanza, le persone di comportano come l’acqua in un tubo.

Sto ancora pensando alle feci cubiche del vombato, il marsupiale australiano… Che spiegazioni hanno trovato i ricercatori?

Pressioni interne dello stomaco e moti sussultori della digestione compattano le feci dell’animale in “barrette” che poi si spezzano in tanti cubetti. Uno studio serissimo che ha coinvolto la biologia, la fisica e la fluidodinamica. Del resto sono tantissimi Ig Nobel si sono occupati della cacca.

Prego?

Ad esempio, un gruppo di ricerca della Repubblica Ceca ha scoperto che il 95% dei cani fa la cacca guardando a nord, allineando l’asse del proprio corpo su quello terrestre. Sembra una stupidaggine, ma questo significa che i cani percepiscono il campo magnetico terrestre. Approfittano del momento morto dei loro bisogni per riorientarsi. Questo è utile, perché noi usiamo i cani come soccorso e guida e sapere che possono orientarsi anche senza punti di riferimento è importante. Una ricerca che incarna il motto degli Ig Nobel: ricerche che prima fanno ridere e poi danno da pensare.

Invece cosa ci dice dello studio dell’equipe italiana sul consumo della pizza, che avrebbe effetti benefici sull’incidenza del cancro ovarico, ma solo se fatta e consumata in Italia?

Non ho letto l’articolo originale, ma credo che serva a porre l’accento sul fatto che gli studi medici vadano sempre contestualizzati, ci sono condizioni al contorno che li influenzano. Se la pizza la faccio in Islanda e la faccio mangiare agli islandesi magari funziona diversamente, per composizione genetica della popolazione, tipo di acqua usata o altri fattori… Credo sia questo lo spunto di riflessione.

Altri italiani che si sono distinti?

Un gruppo di ricerca di Catania, nel 2010, è stato premiato per avere dimostrato con un modello matematico che le promozioni casuali fanno il bene di un’azienda. Se le aziende promuovessero gente a caso, senza usare meritocrazia, in vent’anni migliorerebbero la loro efficienza.

Ma chi decide l’assegnazione degli Ig Nobel?

Il comitato dell’associazione Improbable Research, composta da membri dell’Università di Harvard. C’è anche una cerimonia di gala molto bella, a metà settembre, nel teatro di Harvard dove i ricercatori arrivano vestiti nella maniera più assurda: chi con una tavoletta del water al collo, chi vestito da topo. Da anni a consegnare gli Ig Nobel ci sono anche veri premi Nobel.

In Italia i commenti più diffusi – al raggiungimento di un traguardo scientifico anche di quelli “seri”, figuriamoci di un Ig Nobel – sono: “Che spreco di soldi, dovrebbero pensare ad altro”.

Purtroppo non abbiamo neanche l’orgoglio nazionale quando degli italiani contribuiscono a una grande scoperta scientifica. Il discorso suoi soldi a noi scienziati fa venire l’orticaria. Un mese di Olimpiadi a Londra è costato come sessant’anni di Nasa, ma nessuno va a dire: “Togliamo le Olimpiadi”. Un mese guerra in Iraq, solo da parte Usa, è costato come centottanta anni di Nasa. Un altro problema è che la gente non pensa – anche per colpa degli scienziati che non lo spiegano abbastanza – che i tre quarti della tecnologia che usiamo nella vita quotidiana è nato dalla ricerca scientifica di base. Dal Cern sono nate la Tac, la Pet, il World Wide Web, il touch screen, la terapia adronica per il trattamento dei tumori. Con la tecnologia usata per la Missione Apollo la Motorola ha creato i primi telefonini. La ricerca spaziale, a seconda delle stime, rende da cinque a nove volte l’investimento iniziale.

https://www.bergamoscienza.it/