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Il “Marmo” Nuvolato di Grè, l’ultima sorprendente scoperta tra le Pietre Originali della Bergamasca

Articolo. Spesso, oltre ad avere le caratteristiche giuste, per avere successo serve essere al posto giusto nel momento giusto. Questa in poche parole è la fortunata storia del Nuvolato di Grè, la nostra “nuova” pietra

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Parlare di novità e di scoperte nel panorama delle pietre ornamentali bergamasche, ma anche italiane, è molto raro: in un territorio da sempre votato e awbilissimo nel far tesoro delle georisorse litiche, significa disporre di una roccia che nei secoli non è mai stata oggetto di coltivazione, vuoi per inaccessibilità o inconsistenza del giacimento, oppure per la sua insufficiente o inefficiente economicità di sfruttamento, o, ancora, per caratteristiche estetiche non interessanti. Oggi, molto più che nel passato, oltre alla disponibilità della risorsa, è indispensabile che la pietra presenti caratteristiche estetiche appetibili per il settore, a livello globale, e soprattutto che ci sia capacità, preparazione e solidità imprenditoriale per la sua estrazione, lavorazione e commercializzazione.

L’immissione sul mercato internazionale del Nuvolato di Grè, questo è il nome della nuova pietra che associa il bel disegno al sito di estrazione, è recentissima: i primi permessi di ricerca e di caratterizzazione risalgono al 2016. Il motivo di questa singolarità in un territorio come quello bergamasco, tradizionalmente grande produttore di pietre da costruzione e ornamentali, deriva da una felice e eccezionale combinazione di numerosi fattori.

Si parte dal giacimento, che si trova al nucleo del monte Clemo (Solto Collina) e costituisce il basamento roccioso su cui poggia il deposito di brecce monogeniche coltivate e commercializzate con il nome di Ceppo di Grè , già oggetto di estrazione attraverso cava in galleria dal 1993 e Pietra Originale della Bergamasca dal 2003. Durante le normali attività di coltivazione, nel 2016 il fronte di avanzamento della cava in galleria ha intercettato il contatto tra l’ossatura del massiccio montuoso e il deposito. La situazione si è presentata subito promettente: il contatto tra le due diverse pietre ornamentali infatti era netto, privo di livelli sterili o di altri materiali, e la nuova pietra offriva giacitura e caratteristiche meccaniche compatibili con lo scavo in galleria nelle stesse modalità e con gli stessi mezzi già in uso.

Non solo: il Nuvolato di Grè si caratterizza per colore, venatura e disegno in morbide nuances di grigi, che trovano grande riscontro e ampia richiesta nel mercato internazionale odierno. Infine, il responso decisivo: semaforo verde anche per gli ultimi requisiti indispensabili per il suo utilizzo come pietra ornamentale, cioè la lavorabilità e le caratteristiche prestazionali. Il Nuvolato di Gré infatti presenta attitudine alla segagione e alle lavorazioni superficiali attualmente richieste dal mercato (estrazione in blocchi, segagione a telaio, varie finiture, ecc.) e proprietà tecniche compatibili con l’impiego per contesti di pregio.

La possibilità di ottenere grandi lastre a telaio con l’elegante venatura disposta in diagonale rende il Nuvolato di Grè ideale per rivestimenti interni ed esterni , a parete e a pavimento. La preziosità del materiale viene poi ulteriormente valorizzata attraverso lavorazioni speciali destinate a pose “a macchia aperta” e per la realizzazione di elementi di design a massello.

Come sempre nel campo delle pietre ornamentali, buona parte delle caratteristiche di apprezzamento del Nuvolato di Gré si devono alla sua storia geologica. Il Nuvolato di Grè infatti è la dolomia triassica che costituisce l’ossatura del massiccio del Monte Clemo e di molti altri rilievi circostanti, come ad esempio l’imponente Corna dei Trentapassi che si erge sulla riva opposta del lago.

La superficie di contatto, netta e pulita, che si è intercettata in galleria di scavo, altro non è che l’antico profilo del versante del Monte Clemo, lavorato e “lisciato” dalla spessa coltre di ghiaccio che ha modellato il territorio del Sebino nel passato geologico più recente. Più precisamente, la roccia è di età norica, cioè formatasi tra circa 216 e 203 milioni di anni fa; i geologi l’hanno denominata Dolomia Principale.

Da un punto di vista genetico, è anch’essa uno degli antichi fondali della Tetide, il caldo ed esteso oceano in cui si è formata la gran parte delle rocce e delle pietre ornamentali del nostro territorio. Nel dettaglio, l’ambiente in cui si è depositata la Dolomia Principale era una piattaforma carbonatica , un complesso molto articolato, che comprende diversi ambienti. Si tratta di un’area che si forma all’interno del bacino marino, a profondità anche modeste e con un rilievo topografico più o meno accentuato, in cui c’è un’elevata produzione di sedimenti di origine prevalentemente biologica, dovuti all’accumulo di parti dure di organismi a scheletro calcareo (bioclasti) oppure dalla precipitazione, indotta dall’attività di organismi, di minuti cristalli di carbonato, sotto forma di fango. Non si tratta quindi di sedimenti che si accumulano passivamente sotto l’azione degli agenti atmosferici o provenienti dalle terre emerse.

Le piattaforme carbonatiche sono “oggetti” geologici che possono avere anche grandi estensioni, oltre a poderosi spessori. La Dolomia Principale ne è un caso emblematico: il suo spessore raggiunge i 1200 m e le sue aree di affioramento si estendono ampiamente in Alpi e anche in Appennino, in numerose regioni d’Italia: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Calabria, Campania, Basilicata, Abruzzo.

La sua presenza a nord della pianura padana parte dalla riva occidentale del Lago Maggiore e procede ad oriente per tutta la catena alpina. Localmente è stata spesso utilizzata in edilizia come materiale da costruzione, tuttavia solo in corrispondenza del Monte Clemo presenta caratteristiche estetiche, tecnico-prestazionali e giacimentologiche idonee per la coltivazione moderna come pietra ornamentale.

La roccia è grigia, con tonalità dal chiaro allo scuro, compatta, perfettamente lucidabile, ricca di venature a cui si deve il caratteristico disegno “nuvolato” che ne ha ispirato il nome “marmo” Nuvolato d’Iseo. Da un punto di vista commerciale, si tratta di una delle più recenti e sorprendenti novità nel panorama delle pietre ornamentali italiane. Da un punto di vista più strettamente territoriale, è l’ennesima riprova della ricchezza del nostro territorio e del nostro saper fare, che da sempre ha prodotto pietre ornamentali di grande pregio e che anche oggi, al passo con l’attenzione all’ambiente e alle sfide del mercato globale, continua a stupirci con novità entusiasmanti.

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