L’ignoto ci spaventa, per questo siamo abituati ad immaginare tutto ciò che non conosciamo come se fosse – in qualche modo – simile a noi. Ma questa è la nostra visione delle cose, mentre la natura ci ha già dimostrato di avere molta più fantasia e immaginazione di quanta ne possiedono gli esseri umani.
Ne è convinto Roberto Ragazzoni, direttore dell’Osservatorio astronomico di Padova e membro dell’Accademia dei Lincei che, oltre a Padova, ha lavorato a San Diego (California), Tucson (Arizona) e ad Heidelberg (Germania) come ricercatore della fondazione Alexander von Humboldt.
A lui abbiamo chiesto, in base alla sua esperienza, cosa potremo o non potremo effettivamente scoprire sui pianeti dello spazio. Ragazzoni ne parlerà domenica a BergamoScienza con lo zoologo Arik Kershenbaum durante l’incontro “E se E.T. non avesse le dita?”.
Il fatto che esistano pianeti in cui c’è la vita è tutt’altro che scontato
Primo punto, non è detto che esista una Terra bis sperduta nel cosmo, o che la casa di E.T. e compagni sia effettivamente simile alla nostra. “Se partiamo dal presupposto che un pianeta, per ospitare la vita, debba essere più o meno come il nostro – spiega Ragazzoni – dobbiamo già sapere che la cosa non è così semplice. Sulla Terra c’è un mix di situazioni che non è facilmente ricreabile. Non solo il nostro pianeta è alla giusta distanza dalla sua stella, ovvero il Sole, distanza che permette l’esistenza di acqua allo stato liquido, ma è un pianeta roccioso dotato di un’atmosfera ottimale”.
Per capire ancora più a fondo quanto sia delicato l’equilibrio fra questi elementi l’astronomo fa un esempio molto concreto: “Anche la Luna è alla distanza ottimale dal Sole ed è composta da roccia, ma non riesce a trattenere un’atmosfera e la vita, sulla Luna, non è possibile. Anche questa faccenda dell’atmosfera, poi, non è così semplice, Marte ne ha una molto leggera, Venere più densa, si tratta di un mix complicato che ancora misuriamo a fatica”.
La vita non è solo quella che intendiamo noi
Parlare della possibile esistenza di entità extraterrestri significa essere pronti a fare un volo pindarico un po’ più alto rispetto a quello che siamo abituati a pensare fermandoci all’assioma: acqua uguale vita. “ Non c’è solo acqua liquida, esiste anche il metano e l’azoto liquido, per cui chi lo dice che serva per forza acqua? Ammetto che il liquido ha una proprietà importante, tanti meccanismi complessi avvengono in una soluzione liquida, ma ci sono scienziati che hanno ipotizzato il formarsi di vite addirittura nelle nubi di gas. Ovviamente si tratta di ipotesi totalmente congetturali, ma almeno vanno oltre al concetto che la vita sia uguale a come la viviamo noi”.
Se almeno potessimo dare una sbirciatina sugli altri pianeti…
Diventa chiaro, dunque, che sull’argomento esistono ancora una marea di dubbi. Ipotesi e congetture non possono essere dimostrate da testimonianze reali e questo perché non ci è possibile dare una sbirciatina sugli altri pianeti che si trovano a distanze che forse non saremo mai in grado di colmare, anche perché “ noi potremmo trovarci in un punto della galassia particolarmente sfortunato. Un po’ come se vivessimo in periferia mentre in altri posti le stelle e i pianeti sono molto più vicini fra loro”.
“In verità sulla questione dei viaggi spaziali gli scienziati si dividono. Ci sono illustri studiosi, compreso qualche premio Nobel, che esclude la possibilità di costruire macchine in grado di compiere quei viaggi che, in ogni caso, richiederebbero migliaia di anni. Altri, come Stephen Hawking, che non escludono l’ipotesi di poter inviare sonde o videocamere che, in vent’anni circa, raggiungeranno le stelle più vicine. Di fatto queste ipotesi che prima sembravano fantascienza cominciano a essere oggetto di studi di ingegneria e astrofisica”.
E nel frattempo gli alieni diventiamo noi
Se i viaggi interstellari sono ancora materia di studio, i viaggi spaziali sono invece una realtà ben radicata in questo presente in cui addirittura esistono compagnie private (la più famosa è la SpaceX di Elon Musk) che costruiscono e lanciano razzi nello spazio.
“In merito all’andare nello spazio ci sono due piani immaginifici. Il primo prevede di mandare sugli asteroidi che transitano particolarmente vicino alla Terra, dei minatori robotici che possano estrarre materie prime per noi sempre più preziose e scarse. Il secondo prevede di creare un avamposto autonomo sulla Luna e mettere in piedi una colonia su Marte. In entrambi i casi sono molto ottimista che queste cose vengano realizzate nel giro di un paio di decadi”.
Ma quanto è grande là fuori? O meglio… Quando è grande?
“Eh, immaginiamo questa cosa. Noi parliamo di vita sulla Terra, ma la vita è tutta sulla superficie. A 10 km di altezza non troviamo più nulla e a un chilometro sottoterra nemmeno, per cui è quasi come se fossimo moscerini sulla buccia di un frutto. Di fatto siamo un accidente!”. Per quanto riguarda il quando, invece, da Albert Einstein in poi, spazio e tempo sono diventati tutt’uno e, conclude Ragazzoni: “Non solo la buccia è sottile, ma il tempo della nostra esistenza è una parentesi rispetto all’età dell’universo, anche se per noi è fondamentale”.