Di matematica e di fisica, ho sempre capito poco. Come Andrea Camilleri, il “papà” del Commissario Montalbano, che con grandissimo dispiacere del padre, fisico e matematico, arrivò alla terza liceo senza ancora aver saputo «memorizzare le tabelline». Nel 2003, a Camilleri accadde di visitare i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, i centri di ricerca sotterranei più grandi al mondo, dedicati allo studio della fisica astroparticellare e nucleare. Ci tornò nel 2007 e ne fu talmente entusiasta da raccontarlo in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica «asimmetrie» dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: «Mentre mi parlavano delle ricerche in corso, tra le quali una che avrebbe spedito dei neutrini da Ginevra, io mi incantavo dietro agli stupendi nomi coi quali venivano designate le varie ricerche, nomi certamente attinenti alle diverse specificità, ma che mi aprivano la fantasia, me la liberavano, mi trasformavano le grandi apparecchiature in immense suggestioni in grado di trasportarmi in un fantastico viaggio verso il Sole e le stelle, assai più che delle comuni astronavi. Da lì a poco mi trovai commosso fino alle lacrime […]. Mai come lì, sottoterra, in un ambiente chiuso, ho provato la sensazione vertiginosa di avere l’infinito a portata di mano».
Parto da qua per raccontarvi «BergamoScienza», che proprio al tema degli infiniti e degli infinitesimi della realtà che ci circonda dedica la sua ventunesima edizione. Per la me studentessa (che almeno le tabelline, a differenza di Camilleri, le ha imparate bene) il festival è servito spesso a toccare con mano, a sperimentare ciò che sui libri restava incomprensibile. Al liceo, ho partecipato alla manifestazione come volontaria. Ho condotto laboratori, ho spiegato ai visitatori quello che affascinava me per prima. Mi sono divertita giocando con l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
Organizzato dall’Associazione BergamoScienza, il festival torna a chiamare a raccolta scienziati, studiosi e divulgatori di fama internazionale. Da oggi fino al 15 ottobre, i visitatori di ogni età potranno partecipare a laboratori e conferenze, ma anche a mostre, spettacoli e concerti. Il programma è ricchissimo: è possibile consultarne tutti i dettagli sul sito e prenotarsi online. Alcuni incontri sono già sold out: non preoccupatevi, il festival offre anche quest’anno l’opportunità di seguire alcune conferenze comodamente in live streaming.
I premi Nobel
Cominciamo da loro, i due Premi Nobel ospiti dell’edizione 2023 di «BergamoScienza». Il primo è Kip Thorne, Nobel per la Fisica 2017 per l’osservazione delle onde gravitazionali. Quella che racconterà Thorne sarà una grande storia d’amore: l’amore per il “lato distorto dell’universo”, quello dei buchi neri in collisione, dei wormhole che collassano e dei vortici spaziali. Quello del film «Interstellar» di Christopher Nolan, per cui Thorne ha contribuito alla sceneggiatura. La conferenza, da non perdere se il tema dei viaggi nel tempo vi ha sempre affascinato, si terrà il 5 ottobre e sarà moderata da Gianvito Martino, presidente dell’Associazione BergamoScienza.
Protagonista della 11th Rita Levi Montalcini «La scienza della luce, da Galileo alla fisica quantistica» (15 ottobre), sarà invece Serge Haroche, che nel 2012 è stato insignito del Nobel per la Fisica per le sue ricerche sperimentali sulla misurazione e sulla manipolazione di singoli sistemi atomici. Un uomo straordinario, che ha saputo catturare l’infinitamente piccolo: non tutti sanno che insieme al suo team di fisici a Parigi è stato in grado di misurare la luce, letteralmente, intrappolandola in una scatola. Il fisico dialogherà con Dario Menasce, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, a proposito delle ultime frontiere degli studi sulla luce.
Spazio, salute, ambiente
Come vi abbiamo già anticipato, il programma della XXI edizione del festival è talmente ricco che citare tutti gli appuntamenti sarebbe impossibile. Ci limitiamo a segnalarvene qualcuno, a partire dall’incontro del 7 ottobre con Luca Parmitano, primo astronauta italiano a ricoprire il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Rimarremo all’interno dell’ISS anche il 14 ottobre, con Pietro Faccioli, docente di fisica applicata all’Università di Milano Bicocca. A lui andrà il compito di illustrare al pubblico l’ultimo strumento adottato dalla Stazione Spaziale: il laboratorio biochimico in miniatura di ZePrion, che studierà un protocollo innovativo per sviluppare nuovi farmaci contro le malattie da prioni.
L’attenzione al tema della salute e alle ultime ricerche in campo medico è da sempre una delle peculiarità della manifestazione. Il 4 ottobre si parlerà di nuove sfide contro il cancro, in particolare di dieta e immunoterapia, con i ricercatori AIRC Alessandra Gennari e Claudio Vernieri e il divulgatore scientifico Ruggero Rollini, mentre con la Fondazione ARTET si discuterà delle cause, dei fattori di rischio e dei sintomi della trombosi, una patologia ancora troppo trascurata.
Da non perdere l’incontro dell’11 ottobre: Luigi Naldini e Alessandro Aiuti, rispettivamente direttore e vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, e Francesca Pasinelli, direttore Generale di Fondazione Telethon, approfondiranno i risvolti delle terapie geniche. Di cosa si tratta? Di una particolare tipologia di terapie avanzate, che stanno costituendo una vera e propria sfida per sconfiggere numerose patologie rare (ma non solo).
Grande importanza, oltre al tema della salute, riveste quello dell’ambiente. Monitorare l’impatto che il cambiamento climatico ha sugli oceani, i più vasti e complessi ecosistemi del nostro pianeta, è una delle priorità della comunità scientifica internazionale. Ne parlerà il 7 ottobre l’esperto di biologia delle piante Chris Bowler, neo presidente della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, in un incontro introdotto dal filosofo evoluzionista Telmo Pievani. Da appuntare, sempre il 7 ottobre, anche l’incontro con lo storico dell’ambiente Marco Armiero, il primo ad aver utilizzato il termine «Wasteocene» per indicare l’epoca in cui viviamo, un’epoca segnata dalla «continua produzione di sostanze, comunità e luoghi di scarto».
Cinema, tecnologia, psicologia
Chi ha già scorso il sito di «BergamoScienza», avrà notato come spesso nei titoli degli incontri si faccia riferimento al cinema. In questi ultimi anni, del resto, la scienza è diventata grande protagonista di serie tv, videogiochi e film: passiamo quindi da «Interstellar» ad «Oppheneimer», altro, recentissimo, film di Cristopher Nolan. L’8 ottobre, Luca Perri del comitato scientifico del festival esaminerà in che modo la scienza viene rappresentata nel lungometraggio e, soprattutto, racconterà la vera storia del Progetto Manhattan.
Danilo Gasca condurrà invece tutti i più curiosi sul camper di Walter White, il professore di chimica che sintetizza metanfetamina nella serie tv «Breaking Bad». Compito del divulgatore scientifico, il 6 ottobre, sarà quello di svelarci quanta chimica reale si nasconde dietro gli schermi. E ancora, provate a non pensare a «Indiana Jones» ascoltando Avi Loeb, fisico teorico e presidente più longevo del Dipartimento di Astronomia di Harvard. L’8 ottobre, Loeb racconterà al pubblico le scoperte del Galileo Project, un progetto di ricerca internazionale incaricato di scovare indizi di reperti tecnologici extraterrestri sul nostro pianeta. L’inizio, di fatto, di una nuova disciplina: l’archeologia interstellare.
Se gli appuntamenti dedicati all’intelligenza artificiale, alla realtà virtuale e alle tecnologie digitali saranno ben quattro, sedici invece gli spettacoli in programma. E ancora, se infinitamente piccolo e infinitamente grande sono due ambienti ancora misteriosi, altrettanto misteriosa è la mente umana. Appuntatevi in agenda la data del 15 ottobre: Stephen Fleming, direttore del MetaLab allo University College di Londra, ci guiderà alla scoperta della metacognizione, un nuovo campo delle neuroscienze, letteralmente la capacità di riflettere sul nostro stesso pensiero.
Come da tradizione, infine, tornerà «La Scuola in Piazza». Nel pomeriggio di sabato 30 settembre e nell’intera giornata di domenica 1° ottobre, il Sentierone ospiterà la fiera scientifica on the road , che quest’anno coinvolge ben 35 istituti scolastici di Bergamo e provincia che con giochi, laboratori ed esperimenti, stimoleranno la curiosità di tutti coloro che hanno voglia di lasciarsi sorprendere.
«La scienza è dopotutto un’arte, una questione di consumata abilità nel condurre la ricerca».
(John Dewey, 1925)