La cultura si forgia col tempo, con gli anni. Questa ricetta è di fondamentale importanza per creare un percorso costante e sensibile: sicuramente il «Festival Pianistico Internazionale» di Brescia e Bergamo è un grande esempio di questo decennale cammino. Giunto quest’anno all’importante traguardo della sua 60esima edizione, la kermesse suggella ancora una volta un forte patto d’alleanza tra le due città “sorelle”, Bergamo e Brescia, in questo 2023 che le vede Capitale della Cultura. È stato un percorso importante, fatto di coesione, intenti comuni, volti a garantire un’efficace quanto stimolante e variegata proposta di ascolto: ogni anno, infatti, il «Festival Pianistico» incentra il proprio focus su temi ed aspetti sempre diversi - da Chopin a Bach, passando per Beethoven fino ai contemporanei - e sicuramente la proposta tematica di questa edizione non è da meno.
Si prosegue con la seconda parte di «Novecento Suite» - il tratto tematico distintivo del Festival iniziato l’anno scorso che propone un percorso musicale scelto - con un’attenta selezione di oltre 30 compositori. Questa edizione del Festival è dedicata all’Anti Avanguardia, intesa come ricerca di quegli autori che, tra XX e XXI secolo, hanno saputo esprimere loro stessi attraverso un linguaggio contemporaneo. Sebbene questi compositori fossero stati spesso ostracizzati dalla critica militante, il tempo e in modo particolare il pubblico ne hanno decretato il successo.
Gli autori di questo Festival sono molti e la pluralità di visioni espresse contribuisce a regalare a questa programmazione una notevole rilevanza: la Russia dei conclamati Rachmaninov, Šostakovič, Prokof’ev, ma anche quella di Schnittke e Kapustin; certamente l’America di Bernstein, ma anche di Adams e Rzewski; oltre alle contaminazioni con il mondo del cinema o le incursioni oltre Manica con i grandi autori contemporanei, da Nyman fino al rock progressivo di Emerson e Lake & Palmer. Da sottolineare è, inoltre, lo spazio concesso ai compositori italiani più noti degli ultimi decenni, che hanno saputo col tempo aggregare un pubblico nuovo, rivolto alle sensibilità del nostro tempo: Silvia Colasanti, Carlo Boccadoro e Nicola Campogrande.
Riccardo Chailly per la Capitale della Cultura
Come di consueto, oltre agli appuntamenti “canonici” proposti nel cartellone di quest’anno, si aggiungono diversi eventi collaterali che contribuiscono a fornire una proposta musicale sempre viva e ramificata su tutti i territori. Non poteva mancare, in tutto ciò, un grande appuntamento dedicato a Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023. I due concerti, proposti nei Teatri Grande e Donizetti, porteranno la Filarmonica della Scala, diretta dal Maestro Riccardo Chailly - che fu ospite al Festival l’ultima volta nel 2019 in occasione del concerto straordinario per la Canonizzazione di Paolo VI - insieme al solista Mao Fujita, giovane pianista giapponese al suo debutto al Festival, nel 2019 medaglia d’argento al Concorso Čajkovskij di Mosca.
I programmi proposti nelle due città dall’orchestra scaligera saranno differenti: a Brescia verrà eseguito il «Terzo Concerto» di Rachmaninov e la celebre «Sinfonia n°6 ‘Patetica’» di Čajkovskij; a Bergamo invece, accanto al Terzo di Rachmaninov, faranno la comparsa il «Chant funébre» di Stravinskij e la «Sinfonia n.7» di Prokof’ev.
Oltre all’importanza intrinseca di questo evento, dovuta soprattutto all’alto profilo degli artisti coinvolti, i concerti ricopriranno anche una finalità benefica: grazie al contributo di A2A, del gruppo Alfa Acciai e del gruppo SIAD, attraverso l’acquisto di ogni biglietto sarà possibile contribuire ai progetti di Banco dell’Energia, ente filantropico che sostiene persone e famiglie in situazione di vulnerabilità economica e sociale, con particolare attenzione alla povertà energetica, largamente diffusa nel nostro Paese e nei nostri territori.
I protagonisti e gli appuntamenti in cartellone
Il taglio del nastro avverrà il 28 e il 29 aprile, rispettivamente a Bergamo e Brescia, con il concerto inaugurale del Festival: protagonisti saranno la Filarmonica del Festival diretta dal Maestro Pier Carlo Orizio con solista Mikhail Pletnev, assiduo ospite della manifestazione. In programma il «Concerto per pianoforte e orchestra n.2» e «Vocalise» di Rachmaninov e la «Sinfonia n.9» di Šostakovič. Il tema dell’inaugurazione sarà la rinascita, intesa sia come rinascita individuale che come quella di un popolo.
Entriamo nel vivo degli appuntamenti: la 60esima edizione vedrà il ritorno di importanti artisti, quali Fazil Say, le sorelle Labéque e il virtuoso Louis Lortie. Ospite l’ultima volta nel 2008, Say tornerà per un’unica data al Donizetti il 25 maggio, proponendo un programma in due parti con Schubert e Ravel all’inizio, per proseguire con alcune sue composizioni nella seconda parte della serata. Doppio appuntamento per Katia e Marielle Labèque, a Brescia il 18 maggio e a Bergamo il 1° giugno con un programma che abbraccia il Novecento intero, spaziando da Debussy giungendo fino a Bernstein. Ospite invece per l’ultima volta nel 2012, il pianista franco-canadese Loius Lortie porterà al Donizetti il 23 maggio e il giorno successivo a Brescia un programma composto da due dei massimi esponenti della musica ungherese, Liszt e Ligeti.
Stelle acclamate, ma anche giovani astri che stanno a poco a poco prendendo forza nel panorama internazionale: oltre al già citato Mao Fujita, debutterà al Festival Eva Gevorgyan con un’interessante proposta legata al secondo Novecento: brani di Gubaidulina, Takemitsu, Ginastera, Prokof’ev. Gevorgyan nel 2021 si è qualificata a soli 17 anni fra i 12 finalisti del 18° Concorso Chopin di Varsavia, ottenendo anche un premio speciale.
Oltre al pianoforte, anche l’orchestra ricoprirà un ruolo importante nell’edizione di quest’anno: spazio sarà dato alle produzioni contemporanee per questo organico, in modo particolare nei confronti di quelle del compositore maltese Alexey Shor. A Brescia il 5 maggio, per poi proseguire il giorno successivo a Bergamo, debutteranno al Festival i Kiev Virtuosi, guidati dal violoncellista Dmitry Yablonsky con solista Boris Petrushansky. In programma «Love Song per pianoforte, archi e percussioni» dell’italiana Silvia Colasanti; il «Concerto per pianoforte e orchestra n.12 K. 414» di Mozart, il «Concerto per violoncello» di Shor. Si proseguirà al Grande il sabato 13 e il giorno successivo al Donizetti con la Filarmonica del Festival diretta da Orizio con solista Federico Colli, che proporrà «From My Bookshelf per pianoforte e orchestra» di Shor, nella versione da concerto di Pletnev, e il «Concerto per pianoforte e orchestra n.2» di Šostakovič.
Grigory Sokolov
Presenze ormai stabili all’interno del Festival: è ormai un appuntamento fisso quello di Grigory Sokolov - il 15 maggio sarà a Brescia, mentre il 19 a Bergamo - con un programma tra il repertorio clavicembalistico inglese di Purcel insieme ad alcune pagine mozartiane. Lunedì 22 maggio in Auditorium San Barnaba (Brescia) e il 27 al Donizetti, si terrà il recital di un’altra presenza storica, Giuseppe Albanese, con un interessante concept stilistico attraverso le colonne sonore di Rota, Nyman, Morricone, Williams e autori contemporanei quali Campogrande, Casale e Boccadoro.
Conclude infine il cartellone bergamasco Giuseppe Andaloro che, il 7 giugno, proporrà un melting-pot accattivante che da Frescobaldi attraversa la storia della musica e dei generi differenti, da Ligeti fino a King Crimson, da Sollima a Jarret, da Byrd ai Queen.