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Tra musica ed arte: a Clusone Giovanni Legrenzi e le sue «Compiete»

Articolo. L’8 ottobre l’appuntamento di apertura del Festival «Musica Mirabilis», finalizzato alla riscoperta del patrimonio e del repertorio del compositore clusonese. In programma una delle sue opere più importanti, per cinque voci e basso continuo, nella splendida cornice della Chiesa della Beata Vergine del Paradiso di Clusone

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Giovanni Legrenzi

Ormai siamo agli sgoccioli, il Festival «Musica Mirabilis» avrà finalmente inizio. Ideato dalla direzione artistica di Giovanni Acciai e di Ivana Valotti, insieme con il Collegium vocale et instrumentale «Nova Ars Cantandi» e promosso dal Comune di Clusone, il festival pone come suo principale obbiettivo la riscoperta e la valorizzazione dell’opera vocale e strumentale del compositore Giovanni Legrenzi, nato a Clusone nel 1626 e morto a Venezia nel 1690.

Gli eventi del festival accompagneranno la comunità con diverse iniziative fino al 2026, anno in cui si celebrerà il quarto centenario dalla nascita di Legrenzi. «La figura di Giovanni Legrenzi nel panorama musicale italiano è di primaria importanza: tra i massimi rappresentanti della musica italiana del Seicento, è stato amato da Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Johann Adolph Hasse, i quali hanno anche adoperato suoi materiali musicali nelle loro composizioni», spiega il maestro Acciai, il quale ha studiato ed approfondito a fondo la figura e l’opera del compositore di Clusone (eseguendo in pubblico ed incidendo in prima mondiale le «Compiete, op. 7» nel 2020 e l’«Harmonia d’affetti devoti, op. 3» nel 2021, entrambi con i «Nova Ars Cantandi»).

In occasione di «Musica Mirabilis», uno spettacolo di luci e animazioni tridimensionali accenderà per una settimana la Torre dell’Orologio permettendo agli spettatori di immergersi nella cultura clusonese per vivere un’esperienza di grande impatto visivo. La proiezione animata, della durata di 5 minuti, sarà visibile fino al 9 ottobre in questi orari: da lunedì a giovedì dalle ore 20 alle ore 21.30 e venerdì, sabato e domenica dalle ore 20 alle ore 21.45.

Chi è Giovanni Legrenzi?

Figura di spicco del melodramma seicentesco dopo Monteverdi e Cavalli, Giovanni Legrenzi ha sempre coniugato la sua grande capacità tecnica alla dote naturale nel saper muovere le corde dell’anima: «Il suo era un talento spontaneo: sapeva stupire all’organo con le proprie improvvisazioni », afferma Acciai.

Conclusi i suoi percorsi di insegnamento nella città natale, a partire dal 1645 fu organista presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, dalla quale si trasferirà poco dopo per raggiungere Ferrara presso il marchese Ippolito Bentivoglio, membro di una delle più importanti famiglie aristocratiche della città estense. A partire dal 1670 fu a Venezia, prima come maestro di musica presso alcuni oratori, poi dal 1685 divenne maestro della Cappella Marciana – il rinomato coro della Basilica di San Marco, pari per importanza a quello della Cappella Sistina di Roma – sotto la cui direzione essa raggiunse il massimo della consistenza fino a comprendere più di settanta membri tra cantanti e strumentisti.

La conoscenza del repertorio di Legrenzi, nel mondo musicale contemporaneo, è limitata alle opere prettamente strumentali, mentre il grande corpus della musica vocale è prevalentemente sconosciuto. La pratica e l’esecuzione di queste pagine lontane nella storia sono sempre difficoltose: «il problema di questi compositori lontani da noi nel tempo – spiega Acciai – è che la loro musica, rispetto ad una tragedia od un testo teatrale, deve essere eseguita, non letta. Essa vive solo nell’istante in cui il segno grafico si traduce in elemento sonoro».

Il concerto

Cercando dunque la riscoperta di questi gioielli, il Festival «Musica Mirabilis» si aprirà il prossimo 8 ottobre, alle 20.30, presso la Chiesa del Paradiso di Clusone, con l’esecuzione delle «Compiete, op. 7», a cinque voci e basso continuo, pubblicate a Venezia nel 1662. Racconta Acciai: «Le “Compiete” sono l’intonazione in chiave polifonica dell’ultima parte dell’Ufficio Divino della giornata liturgica. Esse sono le preghiere che i monaci recitavano prima di coricarsi, invocando la protezione divina nei confronti dei pericoli che la notte poteva riservare».

Attraverso l’uso di un repertorio liturgico così inusitato (nessuno, nel secolo precedente a quello del compositore, aveva adoperato con frequenza questo corpus di preghiere in ambito musicale), Legrenzi dimostra un grandissimo talento e una sorprendente maestria nella scrittura: «Le “Compiete” sono opera di una straordinaria bellezza e grande bravura compositiva, che coniuga la prassi monteverdiana del “cantar a solo” con il contrappunto ormai tonale, dando sfoggio di una grande bravura e di essere un compositore “virtuosissimo e avvezzo a cose studiate e sode”, come testimoniato da molti suoi contemporanei».

La musica di Legrenzi è capace di toccare le corde più profonde dell’animo, avvicinando anche coloro che a queste forme musicali non sono abituati. Il percorso che «Musica Mirabilis» propone è anche quello di educare il pubblico all’ascolto di questo repertorio lontano: «I giovani sanno emozionarsi – sottolinea Acciai – ma affinché ciò accada devono essere educati a questo repertorio, educati alla bellezza: la questione che si pone alla base è l’annoso problema dell’alfabetizzazione musicale, quasi assente nel nostro Paese, la quale dovrebbe cominciare fin dall’infanzia in un percorso ben delineato e chiaro nei propri intenti».

Musica, ma non solo: alla scoperta dell’arte clusonese

Il percorso di «Musica Mirabilis», in collaborazione con Promoserio, si muoverà anche a livello artistico, incentivando e promuovendo iniziative rivolte alla riscoperta delle bellezze artistiche presenti nella città di Clusone, definita «Città dipinta» per i suoi numerosi affreschi presenti sulle facciate degli antichi palazzi del centro storico.

Il concerto dell’8 ottobre, infatti, verrà introdotto dallo storico dell’arte Enrico De Pascale, che illustrerà le le preziose opere architettoniche e pittoriche della Chiesa della Beata Vergine del Paradiso. Si tratta di un gioiello risalente al XVI secolo ma frutto di rifacimenti nei secoli successivi fino al Novecento, al cui interno si possono trovare notevoli opere di grande prestigio. Alcuni esempi: il novecentesco «Altare della Visitazione», opera di Virginio Muzio con la ripresa di elementi fantoniani, gli altari laterali e i numerosi dipinti dei pittori clusonesi come Domenico Carpinoni, Antonio Cifrondi, Giovan Battista Brighenti e Giovanni Trussardi Volpi.

Inoltre, parallelamente al Festival, prenderanno il via diverse visite guidate, incentrate sulle esperienze artistiche tra Barocco e Neoclassicismo a Clusone. Sempre l’8 ottobre, in attesa del concerto serale, è in programma una visita alle meraviglie della Clusone seicentesca con tappa obbligata al MAT – Museo Arte Tempo e alla Basilica di Santa Maria Assunta con un esclusivo accesso alla sagrestia, custode di grandi capolavori solitamente non noti. La prenotazione alla visita è obbligatoria (0346.21113).

Contenuto realizzato con il contributo di Regione Lombardia, nell’ambito del Bando «OgniGiorno inLombardia» per il progetto Il Barocco tra Bergamo-Clusone-Brescia», con il supporto di BGP Bergamo Parquet, Bosio Commerciae, Minuscoli store, ML Engraving.

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