Pensare alla musica in Italia significa principalmente pensare al belcanto, al cantautorato o ad un rock leggero adatto a mescolarsi con la musica popolare. Sotto la superficie di quello che è il mercato definito come «pop» esiste però un intero mondo di vere e proprie sottoculture musicali con tanto di luoghi di ritrovo, tradizioni e sonorità. Nella nostra provincia l’Ink Club di Bergamo è uno dei posti che è riuscito a veicolare questi fenomeni, organizzando negli anni eventi musicali dedicati, tra i vari, a metal, reggae, punk, stoner. In questo articolo andremo a scoprire due format in particolare, ovvero lo «Spaca zo töt» e il «Walls of death soundclash».
Lo «Spaca zo töt», per chi cerca potenza nella musica
Se c’è un evento musicale bergamasco indoor dedicato a metal e punk che è riuscito a superare i confini della provincia e a farsi un nome in italia, questo è lo «Spaca zo töt». Nato da un’idea di Dimitri Prepio e Giulia Spallino di Ink Club nel 2018 e cresciuto grazie alla collaborazione di Alberto Maccagni, questo format è incentrato sul dare un palco a gruppi dalle sonorità forti, derivanti da una scena metal, punk e stoner evolutasi negli anni ma sempre viva. «All’inizio – ci ha raccontato Maccagni durante una breve intervista – “Spaca zo tö” è nato come format per band tendenzialmente locali, quindi tutto quello che poteva essere la musica estrema della zona Bergamo, Brianza, Brescia. Negli anni, e soprattutto dal post pandemia, abbiamo deciso di alzare un po’ il tiro perché abbiamo visto che le serate funzionavano e abbiamo cercato di coinvolgere nelle nostre serate anche realtà del calibro italiano e europeo».
Nel corso degli anni, sono molte le band che si sono date il cambio sul palco dell’Ink Club. Dagli «Svetlanas» con il loro immaginario punk rock sovietico (sono italianissimi ma l’interpretazione regge benissimo) ai casertani «Fulci», fino alle sonorità death metal che omaggiano l’omonimo regista horror Lucio Fulci. «Siamo partiti come una delle tante realtà bergamasche che propongono musica metal – prosegue Maccagni – ma negli anni l’impressione è quella di essere diventati un punto di riferimento per questo tipo di cultura. Mi iscrivono praticamente da tutta Italia per venire a suonare all’Ink a Bergamo. Ad oggi, il format prevede sempre un headliner di spessore proveniente da “fuori” a cui affianchiamo band più piccole locali, presentissime in un panorama musicale che post pandemia è davvero rifiorito».
Da questa stagione, ad affiancare Maccagni alla direzione artistica ci sarà anche Davide Cavaioli. «Davide – conclude Maccagni – è più giovane di me, per cui sta portando una vera e propria ventata di aria fresca nella selezione dei gruppi. Grazie a lui stiamo intercettando band metalcore e hardcore moderne, sempre legate all’ambito underground. La nostra fortuna è che Bergamo è piena di band composte da ragazzi giovanissimi che hanno voglia di suonare e di mettersi in gioco».
Nella serata del 15 febbraio , sul palco dell’Ink Club si daranno il cambio gli «Hyperwülff», duo bolognese dalle sonorità sludge metal, i «Cancervo», band bergamasca forgiata nello stoner doom e i «For the Storm», combo bresciano a cavallo tra doom e post metal.
Il «Walls of death soundclash», una sfida a colpi di dancehall
Facciamo un salto temporale di un mese esatto, passando al 15 marzo, e cambiamo totalmente genere. Il dancehall è un genere che nasce dal reggae, evolvendosi e poi assimilando molti dei concetti tipici dell’hip hop e in particolare del DJing. Sempre dalla radice reggae nasce il soundclash, uno «scontro» tra sound system di cui si ha traccia sin dagli anni ‘50 in cui due o più contendenti si sfidano a colpi di musica di fronte ad un pubblico o ad una giuria che decreterà il vincitore.
Ora che questi due termini sono chiari, possiamo parlare del «Walls of death soundclash» , un evento organizzato da Ink Club, I-Trees e Titan Boa in cui i «Biomassa Sound» dalla Svizzera e gli «Huntin’Soud» da Gorizia si sfideranno a colpi di dubplates, ovvero brani originali o pezzi riadattati per l’occasione, per conquistare la coppa in palio e il titolo di «Champion sound».
Ovviamente la sfida prevede un regolamento e dei round, come in un qualsiasi sport da combattimento. Nel primo round, ogni contendente avrà a disposizione 15 minuti di tempo in cui potrà suonare solo dubplates. Il secondo round prevederà sempre la sola presenza di dubplates, ma il tempo sarà ridotto a 10 minuti per sfidante. Il terzo round manterrà la tempistica dei 10 minuti ma non si potranno suonare dubplates. Il quarto round seguirà le regole del secondo e, infine, nell’ultimo round i due sound system si esibiranno alternandosi con un dubplate a testa sino ad un massimo di sette iterazioni.
Dopo ogni round verrà votato dal pubblico per alzata di mano il sound migliore, il quale si aggiudicherà di volta in volta 1 punto. Si procederà poi in base al punteggio realizzato nei primi 4 round: se il parziale sarà di 2-2, verrà azzerato il punteggio per entrambi i contendenti (0-0) e si procederà con il round finale. Se il parziale sarà 3-1, si procederà al round finale partendo da un punteggio iniziale di 2-0, se invece il punteggio sarà sul 4-0 non si procede con alcun round finale, ma verrà dichiarato vincitore per «lock off» il sound che ha vinto tutti i 4 round. In caso di round finale si voterà dopo ogni giro di dubplate, assegnando di volta in volta 1 punto. Giudici della serata saranno Baje e Skero di I-Trees e Jacco di Titan Boa. A loro starà gestire le votazioni e contare le mani alzate per assegnare i punti.
«Questo format esiste da molti anni a livello internazionale – ha spiegato Dimitri Prepio – ma per noi è una prima volta. Speriamo possa attirare l’attenzione dei fan del genere ma anche dei semplici curiosi per via della particolarità stessa dell’evento».
Lo «Spaca zo töt» e il «Walls of death soundclash» sono eventi molto diversi, ma legati dallo spirito comune del voler dare voce a culture ed identità artistiche diverse da quelle che circolano nei canali tradizionali. Spesso si dà per scontato l’apporto che i canali underground danno a quelle che poi diventano convenzioni in fatto di pensiero e moda, ma è proprio da questi circuiti alle volte nascosti che nasce la magia che chiamiamo arte. Persone che dedicano tempo a scoprire una cultura – in questo caso nella sua declinazione musicale – e a portarla al pubblico. A prescindere dal genere ascoltato nel tempo libero, credo valga la pena approfondire di persona simili eventi, anche solo per poter dire di conoscere un po’ meglio un determinato genere musicale.
Gli eventi «Spaca zo töt» e il «Walls of death soundclash» sono organizzati dal circolo Arci Ink Club. Per info su biglietti e orari consultare le pagine social del locale.