“Lode a Mishima e a Majakovskij” cantavano i CCCP nella loro straordinaria “Morire”, anno 1986. Ora Vladimir Vladimirovič Majakovskij torna sulla scena grazie agli Enten Hitti, ensemble musico-teatrale bergamasco che domani sera, 14 aprile, sarà il protagonista di “Enten Hitti per Majakovskij 2021”, nell’anniversario della morte del poeta della rivoluzione (14 aprile 1930), in diretta streaming alle ore 20.30 dallo spazio Collettivo Karvansaray di Treviglio.
“Majakovskij è stato un amore di gioventù – ci racconta Pierangelo Pandiscia, uno dei membri fondatori dell’Ensemble – Un autore che incarnava la nostra voglia di utopia e rivoluzione. Fino alle estreme conseguenze. Parlare di Majakovskij oggi però non è solo un atto nostalgico dei nostri vent’anni è anche e ancora una fonte di nutrimento per la nostra voglia di utopia. E di resistenza ai tempi del disincanto e del grigiore in cui viviamo”.
Chi non sapesse di cosa parliamo quando ci riferiamo agli Enten Hitti basti sapere che il collettivo è attivo ormai da venticinque anni “come gruppo aperto di esploratori del suono e di possibili forme espressive”. Figliocci del Battiato anni Settanta, di Juri Camisasca e Paolo Tofani (storico chitarrista degli Area emigrato in India per un percorso artiastico-spirituale del tutto personale), portano avanti un’idea di musica all’insegna della massima libertà espressiva e dell’esperienza (sacra e naturale) come frequente scenario delle loro performance. “I nomi che citi sono stati per noi un po’ come padri, un po’ fratelli maggiori. E per coincidenze del destino sono stati artisti che abbiamo incontrato e con cui abbiamo collaborato e collaboriamo”. Camisasca ad esempio ha collaborato con il gruppo nel quadruplo disco “De Musica”, “ma sono tanti i musicisti che abbiamo incontrato: Riccardo Sinigaglia, Trio Cavallazzi, Nicola Alesini, Sean Bredon, Stefano Scala, Giuliano Palmieri, Gianni Maroccolo, Eraldo Bernocchi e tantissimi altri...”.
Camisasca è un nome ricorrente dato che sarà nel prossimo disco “Via Lattea”, che uscirà entro fine anno. Ma ora è a Majakovskij che gli Enten Hitti rivolgono lo sguardo: “In realtà volevamo fare un omaggio a Majakovskij l’anno scorso. Per il novantesimo della sua morte. L’atmosfera di gelida paura dello scorso aprile ha congelato i nostri entusiasmi. Quest’anno ci riproviamo”.
Non è il collegamento più immediato quello fra la poesia sferragliante dell’autore de “La nuvola in pantaloni” e gli EH, formazione molto vicina alla spiritualità della natura, secondo un sentimento panico di grande forza evocativa e una ritualità che di volta in volta incontra il teatro, la danza e la poesia in contesti spesso atipici: “Con Majakovskij troviamo l’incanto della straordinarietà! Nelle nostre performance, si tratti di sleeping concert dalla mezzanotte all’alba, di concerti in grotte o nel buio assoluto, o di labirinti sonori, cerchiamo infatti un’eco sacro. Una dimensione rituale straordinaria che consenta a noi e ai partecipanti di stupirci e incantarci. In Majakovskij spesso c’è una fortissima tensione ad esaltare la straordinarietà e… a viverla come possibile nel quotidiano!”.
Ma l’omaggio a Majakovskij non terminerà il 14 aprile ma andrà aventi anche dopo: “La situazione non ci permette di fare ciò che avevamo in mente, cioè delle performance che avrebbero coinvolto anche le persone del pubblico, magari sorseggiando un bicchiere di vino o un tè. Pubblicheremo testi, video, omaggi al poeta. Dal 6 al 15 aprile inoltre nella sala del Karvansaray andranno in loop alcuni video, un montaggio del lavoro creativo dello scultore e pittore Maurizio Biffi mentre crea opere ispirate a Majakovskij, alcuni testi ‘dipinti’ da noi e dal pittore ed attore Vito Taddeo”.
Quella del 14 sarà invece una reading musicata per cui “abbiamo creato delle basi elettroniche su cui improvviseremo con alcuni strumenti dal vivo e con le voci. Ci sarà l’attrice Laura Carioni che leggerà alcuni testi. Il videomaker e artista visivo Sergio Fantoni realizzerà un montaggio video che metteremo poi a disposizione di musei, enti, ed associazioni culturali. Questo possiamo fare. Questo facciamo”.
Come Majakovskij gli EH si definiscono vi definite “sognatori coraggiosi”: “è un rimando ad un ricordo di infanzia. ‘Capitani coraggiosi’ era un libro di Kipling che nel nostro immaginario parlava di avventure e coraggio. Majakovskij per noi ha rappresentato il coraggio dell’utopia e del sogno. Il coraggio di incarnare quello che non è. E di rendere concreto quello che è sognato. I greci antichi dicevano ‘Ciò che è non è. Ciò che non è, è’. E noi siamo sempre stati fatalmente attratti da ciò che non è”.
Sarà chiaro ormai come quella degli Enten Hitti sia una visione della musica e dell’arte distante da quella dominante, oggi bloccata dalla pandemia: “la cultura è stata messa da parte in questo ultimo anno. Non che prima fosse molto considerata. La via del business ha connotato le attività culturali da tempo. Ma questo è un discorso lungo. Noi continuiamo a credere nel ‘fatti non foste per viver come bruti’. E siamo convinti che il sistema immunitario sociale ha bisogno di un grande piano di diffusione culturale per rigenerare legami di comunità congelati dall’isolamento e dalla virtualizzazione. Una diffusione culturale vera, fatta di prossimità, di odori, di calore, di sensazioni fisiche ed emozioni toccabili”.
Ad un certo punto bisognerà ripartire, ma sarà importante come. “Nei prossimi mesi dobbiamo far esplodere concerti e performance vere in ogni luogo e in ogni forma fisica possibile. Dall’estate in poi non faremo più eventi in streaming! Questo è un grido di battaglia!”.