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Sessione in #salaprove con le Hellfox, metal band al femminile

Articolo. Per il primo appuntamento con la rubrica #salaprove, siamo andati ad assistere alle prove delle Hellfox, metal band totalmente al femminile intenta a prepararsi per il prossimo concerto del 1° novembre al Druso. Dopo il ripasso della scaletta abbiamo chiacchierato davanti a una birra e abbiamo percepito la passione e la capacità imprenditiva delle ragazze

Lettura 4 min.
La band

Il viaggio nel mondo dei gruppi musicali “nostrani” comincia con le Hellfox, una band formatasi nel 2019 dall’incontro tra la cantante Greta Antico e la bassista Priscilla Foresti, a cui si sono aggiunte in breve tempo Federica Piscopo alla batteria e Gloria Capelli alla chitarra. Il loro stile, accomunabile tanto all’alternative metal quanto ad alcune derivazioni melodic death, le ha portate ad essere una presenza costante in molti dei concerti più importanti del panorama metal Nord italiano. Al momento hanno all’attivo un album pubblicato nel 2022 dal titolo «The Call» di cui fa parte anche il singolo «Our lady of sorrows», brano uscito l’anno precedente di cui è stato realizzato anche un videoclip.

Essendo rimasto stupito dalla presenza costante sul web e della gran quantità di show aperti a grandi band del mercato musicale metal italiano come Rhapsody of Fire e Labyrinth, ho preso l’iniziativa e ho chiesto alle dirette interessate di poter assistere ad una delle loro prove, desideroso di capire come funziona questa band al di fuori del palco.

L’arrivo in sala prove

Il mio contatto per questa serata è Priscilla, figura costante delle serate metal bergamasche. Alla mia domanda di seguire le prove delle Hellfox risponde entusiasta e mi dà appuntamento alle 21 al Goomba Studio di Cassina de Pecchi, posto in cui si trova la sala prove utilizzata dalla band. Forse un po’ fuori mano per un bergamasco, ma molto comodo alle quattro componenti per necessità lavorative. Arrivato sul posto, conosco Federica, Gloria e Greta intente a scaricare gli strumenti dall’automobile. Vedendo le prime due portare parecchio materiale e la terza a mani praticamente libere, mi rendo conto che avrei individuato la cantante anche se non le avessi già incontrate prima – è una battuta che gira nell’ambiente musicale legata al fatto che i cantanti, avendo solo il microfono, sono quelli che ad ogni concerto fanno meno fatica. Forse è un po’ vecchia, ma è sicuramente ancora vera –.

Mancando ancora qualche minuto all’inizio vero e proprio delle prove, mi metto seduto ed ascolto il discorso delle ragazze, teoricamente impegnate a discutere dell’imminente concerto al Druso con i Sadist ma, in realtà, intente a far battute sulla giornata lavorativa, su un asse di legno con un nodo a forma di marmotta e, in generale, a divertirsi come qualsiasi gruppo di amici che si ritrova per coltivare un hobby dopo un’intensa giornata di lavoro.

Le prove

Essendo una sessione di prove a ridosso di una data, ovviamente l’ordine delle tracce eseguite dovrà necessariamente seguire quello della scaletta che verrà proposta sul palco (ordine che non rivelerò per non rovinare la sorpresa). Un fatto comune tra le band ma che spesso stupisce i non addetti ai lavori è che le tracce non vengano chiamate con il loro titolo effettivo ma con nomignoli bizzarri e spesso anche piuttosto buffi. Questo lo si deve al fatto che molti pezzi nascono come semplici bozze, magari senza un testo vero e proprio e con pochi giri melodici. Dovendo necessariamente trovare un modo per riferirsi al progetto in questione, i musicisti inventano dei nomi sul momento e, con il tempo, si abituano a questi al punto da usarli anche a canzone finita.

Arrivati a metà secondo pezzo, Gloria si ferma. «Con questa chitarra non mi trovo. Forse devo settare meglio il ponte – la parte sul “corpo” della chitarra a cui vengono fissate le corde (ndr) – o fare altro». Posata quindi la chitarra, ne prende un’altra e torna a suonare, con un sensibile miglioramento a livello sonoro. Passano i minuti e con essi le canzoni, ma ogni tanto c’è qualcosa che non va. La base tende a saltare, mandando fuori tempo tutti i componenti. Federica e Greta cominciano ad armeggiare sul pc, cercando di capire la causa del problema. Non avendo un secondo pc, alla fine le quattro optano per far partire la base in muto, lasciarla scorrere fino alla fine in modo da farla “digerire” al pc e poi farla ripartire con il giusto volume per potervi suonare sopra. Una soluzione sicuramente non adatta per il concerto ma, quantomeno, utile per portare avanti le prove.

Abbiamo così un po’ di tempo libero per parlare di eventi e concerti passati. Rimango piacevolmente stupito nel vedere quanto gli eventi che più sono rimasti impressi ad ogni singolo componente della band non siano legati al palco ma a ciò che circonda le esibizioni. I viaggi, gli amici, le mangiate, le bevute post concerto e i relativi hangover sono i ricordi più belli, quelli che definiscono che sul palco non ci sono solo automi che suonano pezzi, ma persone con sentimenti e desideri. Le prove finiscono quasi senza intoppi, giusto un piccolo problema ad uno dei pedali del basso di Priscilla, ma nulla di irrisolvibile.

Il fine serata al bar

Finite le prove, gli strumenti vengono riposti nelle custodie e riportati in macchina. Salutato il gestore del Goomba Studio, si decide di andare a mangiare qualcosa in un locale vicino. Per quanto sembrerebbe che la serata non abbia più nulla da dire, in realtà è proprio la parte finale quella più ricca di dettagli. Tra un bicchiere di birra e un panino infatti si discute della logistica dei prossimi appuntamenti, del bilancio delle serate e dei nuovi progetti. Tra i mille nomi di componenti di band, gestori di locali e promoter ammetto di essermi perso in più di un’occasione, ma il senso generale del discorso è chiaro. Essere ben informati, organizzati e presenti è la chiave per crescere come band (e in realtà in qualsiasi ambito). Non che la musica non sia importante – anzi, quella è fondamentale – ma, una volta trovata la propria cifra stilistica, non bisogna limitarsi al mantenimento della situazione. Forse è questo, insieme a tanto divertimento, il “segreto” delle Hellfox e di molti altri gruppi che popolano i palchi Italiani. Finita la serata ci salutiamo, non prima però di aver realizzato un piccolo video promozionale del concerto da pubblicare sui social, strumento ingiustamente demonizzato dai puristi ma utilissimo per mantenere un contatto diretto con i propri fan.

Per chiunque volesse sentire le Hellfox dal vivo, il prossimo concerto sarà quello di venerdì 1° novembre al Druso in via Locatelli 17 a Ranica. In quell’occasione saranno cinque i gruppi ad esibirsi, ovvero gli Integral alle 19 seguiti dagli MVP alle 20, le Hellfox alle 21, gli Ulvedharr alle 22 ed infine i Sadist, headliner della serata, alle 23.20.

Ingresso 25 € in cassa e 20 € in prevendita. Per info consultare sito e canali social del Druso.

Post scriptum

L’articolo riporta osservazioni e fatti raccolti durante una sessione in sala prove. È importante sottolineare che eventuali errori o imprecisioni menzionati non riflettono le reali capacità degli artisti, ma sono parte integrante del normale processo di prova. Allo stesso modo, le fotografie incluse potrebbero non rispecchiare la qualità professionale attesa, poiché sono state scattate con uno smartphone in un ambiente ristretto e in condizioni non ottimali, cercando di disturbare il meno possibile la band durante la performance.

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