Tromba solista di Ennio Morricone dal 1984, Nello Salza si è guadagnato l’appellativo di “tromba del cinema italiano” anche grazie alla collaborazione con alcuni tra i più importanti compositori che si sono dedicati al cinema. Una carriera che conta oltre 400 colonne sonore incise come tromba solista al servizio di Ennio Morricone, Nicola Piovani, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, Stelvio Cipriani, Franco Piersanti , Francesco De Masi, Riz Ortolani tra gli altri.
Citiamo, tra i film per apprezzare il suo lavoro, due premi Oscar per la miglior colonna sonora: “The Hateful Eight” e “La vita è bella”. E poi “C’era una volta in America”, “Il Marchese del Grillo”, “La Leggenda del Pianista sull’ Oceano”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “La Famiglia”, “La Piovra”, “La voce della luna”, “Pinocchio”, “Gli Intoccabili”.
Salza si è reso protagonista nelle musiche del cinema grazie a una formazione classica (“fondamentale” dice lui) e un’esperienza in alcune delle maggiori realtà musicali del nostro paese. Diplomato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, è stato prima tromba nell’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e molte altre. Oggi è docente al Conservatorio di Napoli.
MR: Ma è partito tutto dalla banda di paese...
NS: Sì, ho cominciato nella banda a sei anni. Ho suonato sempre e solo la tromba. Poi a dieci anni sono stato ammesso al conservatorio.
MR: A Morricone come ci è arrivato?
NS: Dopo la formazione classica, arriva il momento delle audizioni. Io andai semplicemente a sostituire un collega, e da lì è nato tutto. Adesso, si fanno le colonne sonore anche dentro casa, grazie all’home recording, ma un tempo si facevano a Roma. Morricone ha sempre ed esclusivamente lavorato a Roma. L’orchestra dell’Unione Musicisti di Roma si occupava di registrare non solo le colonne sonore ma anche i dischi. A Roma c’era anche la RCA, una casa discografica importante. Non ho lavorato solo con Morricone, ma con lui sono stati 35 anni di colonne sonore.
MR: Che ricordo ha del lavoro insieme?
NS: Non sopportava le stupidaggini, le domande fuori luogo. Era una delle persone più tranquille e più serie che io abbia mai conosciuto, una persona semplicissima. Genio e “regolatezza” dico sempre.
Uno che veniva dagli studi classici e poi ha messo il suo sapere nelle colonne sonore, ma non solo. Definire Morricone solamente per le colonne sonore è molto riduttivo. Lui era il compositore. Poteva fare qualsiasi cosa.
MR: Qual è, a suo avviso, la miglior qualità di un interprete quando si approccia alla musica scritta da qualcun altro?
NS: Avere rispetto per quello che è scritto. Poi ci deve mettere del suo, ma deve avere un grande rispetto. Purtroppo questo rispetto si è perso, specialmente da quando c’è stata la dipartita del maestro. Morricone va suonato esattamente come se si eseguisse Puccini, Verdi, Mozart. È la musica classica moderna. Non si deve pensare solo alla parte melodica. Questa parte non va enfatizzata troppo. Bisognerebbe fare quello che ha scritto lui, perchè già funziona. È difficile suonare quello che è scritto, lo sostiene anche Muti. Poi ci devi mettere il tuo, il bravo esecutore è quello.
MR: Fare propria una parte che ha già tutto dentro...
NS: È esattamente quello che ho imparato negli anni facendo l’esecutore, cercando di essere più fedele possibile, di non trascendere in banalità, troppi vibrati, con i suoni sempre controllati, perché poi a volte fa molto più effetto una nota fatta bene che un sacco di altre cose. Spesso un passaggio difficile lo capisce solo il tecnico dello strumento. Nell’esecuzione, non devi solo far sentire quanto sei bravo: la musica va rispettata per come è scritta. Poi ovviamente c’è il tuo, ci sono gli stati d’animo. Occorre sempre, inoltre, avere grande rispetto della scrittura, perché questa [di Morricone, ndr] è musica classica moderna.
MR: Come docente, qual è il suo giudizio del sistema di insegnamento musicale italiano e del grado di valorizzazione delle professionalità musicali?
NS: Il grado di valorizzazione è zero. I programmi che hanno cambiato negli ultimi anni in conservatorio saranno sicuramente stati fatti da qualcuno che non ha la minima idea di cosa sia un esecutore vero. Che poi bisognerebbe anche spiegare alle persone che cosa c’è prima, dopo, durante l’esecuzione. Noi abbiamo insegnato la musica a tutto il mondo, la musica è nata in Italia, il primo conservatorio del mondo è stato quello di Napoli: San Pietro a Majella. I programmi funzionano sulla carta, ma ci vogliono persone che facciano funzionare le cose. Come dicevano Muti e Morricone, abbiamo imparato a suonare, a dirigere, a comporre con questi programmi. Serve modernizzare senza cancellare. Morricone del resto viene da quella scuola, dalla scuola compositiva italiana, da Pier Luigi di Palestrina fino ad arrivare a Respighi e Petrassi.
MR: A dispetto di tutta questa tradizione di cui sta giustamente parlando, si ha l’impressione che l’Italia non sia effettivamente un buon posto dove provare a fare il musicista...
NS: Un esempio: noi abbiamo una TV di Stato. La RAI è stata la prima a chiudere le orchestre. Non se ne parla mai. Poi accendi Rai 5 e ti propinano i concerti delle orchestre Rai che loro stessi hanno chiuso. Sono state chiuse anche l’orchestra sinfonica e l’orchestra di ritmi moderni a Milano, l’orchestra sinfonica a Torino, l’orchestra sinfonica Scarlatti di Napoli. Le orchestre vengono chiuse, e poi si aprono conservatori su conservatori: non servono tutti questi conservatori se poi non c’è sbocco.
È sempre un gran caos per chi prova a fare un progetto musicale con un’orchestra. Io ho trascorso tanti anni in orchestra. Non tutti i diplomati al conservatorio vanno a insegnare alle scuole medie o al liceo. Devono prendere il loro strumento e andare in Nord Europa, in America, in Cina, in Giappone.
MR: Come si articolerà il concerto del 6 gennaio?
NS: È un programma che facciamo dall’anno scorso e prevede le colonne sonore del cinema italiano, che poi è anche internazionale: Morricone, Piovani, Bacalov, Trovaioli. Volendo omaggiare Morricone, faremo un excursus di grandi medley. Di “The Mission” non eseguiremo solo il “Gabriel’s oboe”, la più famosa, ma anche altri temi. Degli spaghetti western di Sergio Leone ci saranno i temi di tutti e cinque i film. E avanti così. “Nuovo cinema paradiso”, “La leggenda del pianista sull’oceano”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Abbiamo preso quelli più adatti a essere eseguiti da un piccolo gruppo, dal quartetto di tromba, pianoforte, batteria e basso.
Il concerto è organizzato dall’assessorato alla cultura del comune di Osio Sotto. Avrà luogo nella chiesa “Cenacolo” di Osio Sotto, martedì 6 gennaio alle 21. Prenotazione (obbligatoria) qui. L’ingresso è gratuito. È necessario il Green Pass. Per informazioni, basta chiamare allo 035 4185904.