Cosa significa parlare di rarità nel mondo della musica? Significa esplorare un mondo enorme e poco tracciato, che permette di scovare perle rare e sconosciute ai più che molto spesso portano ad importanti sorprese e riscoperte. Tra i faldoni impolverati degli archivi e delle biblioteche, spesso infatti riemergono importanti pezzi di un puzzle che, anche attraverso i nomi più piccoli e meno conosciuti, ci permettono di comporre il grande disegno che rappresenta la complessa storia della musica.
Anche Bergamo possiede le sue rarità, alcune ancora nascoste in attesa di nuova luce, altre che invece iniziano a fare capolino dall’oblìo della storia. È il caso del progetto che l’Ensemble Locatelli, diretta da Thomas Chigioni, sta dedicando al compositore padovano ma naturalizzato bergamasco Lodovico Ferronati, attivo nella nostra città a inizio Settecento. In particolare, il progetto incornicerà in un disco alcuni brani vocale ed orchestrali dal titolo «Concerti e Mottetti per S. Maria Maggiore».
L’Ensemble ha già avuto a che fare, negli anni scorsi, con questo compositore: è infatti loro la recente pubblicazione della prima incisione mondiale di alcune sonate per violino solo dell’autore (pubblicate nel 1710), oltre che alla proposta di alcune sue pagine durante alcuni concerti in passato. Le composizioni da poco ritrovate sono state protagoniste, in prima esecuzione assoluta, di un concerto lo scorso 3 settembre presso la Chiesa del Santo Sepolcro di Astino a Bergamo, che ha ospitato anche le registrazioni che confluiranno nella futura produzione discografica.
Chi è Lodovico Ferronati
«Abbiamo deciso di concentrarci sulla figura di Ferronati attraverso un’indagine su Locatelli», mi spiega Thomas Chigioni, direttore artistico e fondatore dell’Ensemble: secondo alcuni storiografi fu infatti probabilmente l’insegnante di Pietro Antonio Locatelli, compositore e il più importante virtuoso del violino prima di Paganini. «Le notizie biografiche su Ferronati non sono chiare – spiega il direttore – Sappiamo che è nato a Padova da una nobile famiglia, ma non abbiamo certezze sull’anno. Intorno al 1710, ancora forse molto giovane, è testimoniato come “insigne musico della Cappella di Santa Maria Maggiore” a Bergamo. Fu dunque probabilmente insegnante di Locatelli, forse insieme a Carlo Antonio Marino anch’egli bergamasco, ma per pochissimo tempo». Lo stile musicale di Ferronati è molto innovativo, con uno sguardo rivolto ai suoi contemporanei Albinoni e Vivaldi e al futuro: «sembra un compositore con un piede già nel secolo successivo, mentre il contemporaneo Marino rispecchiava uno stile precedente», afferma Thomas.
Alla Cappella di Santa Maria Maggiore Ferronati fu attivo molti anni in qualità di violinista, sostituendo talvolta il maestro di cappella Giacomo Gozzini (spesso malato) e componendo lui stesso pagine per la liturgia nella basilica: coprirà questo incarico fino alla morte, avvenuta nel 1767.
La peculiarità di questo compositore, rispetto ad altri nomi di passaggio a Bergamo (come molti maestri di cappella del tempo), risiede proprio nel fatto di essere rimasto per tutta la vita nella città, potendo oggi avere, attraverso la sua musica, una testimonianza diretta dello stile e del repertorio profondamente bergamasco, “non corrotto” dal peregrinare e dall’incontro con altre correnti musicali.
Il lavoro di riscoperta
«Il primo lavoro su Ferronati risale al 2015 – continua Chigioni – quando mio fratello Jeremie eseguì un suo concerto: era l’unica pagina allora conosciuta del compositore». Da questa prima esecuzione, le ricerche si sono mosse verso gli archivi della Basilica di Santa Maria Maggiore (nei quali, purtroppo, non si è riusciti a reperire nulla) e della biblioteca Angelo Mai: «Da queste prime indagini, nel 2019, ho ritrovato tre mottetti per voce ed orchestra i quali, insieme al concerto già eseguito, sono diventati oggetti di studio per la mia tesi di laurea a Basilea».
L’interesse verso il repertorio di Ferronati è proseguito negli anni successivi. «Qualche tempo dopo la mia laurea – prosegue il direttore dell’Ensemble – mi sono ricordato della testimonianza di altri quattro concerti per violino del compositore depositati in una importante biblioteca di Vienna, che sarebbero stati interessanti per considerare un progetto completo sulle opere del compositore». Dopo il lungo e complesso lavoro di revisione e trascrizione, il corpus musicale raccolto era notevole sia come quantità che come qualità, ma ancora complesso per i costi e gli impegni dell’Ensemble. Il primo progetto discografico su Ferronati, realizzato nel 2022, prese dunque in considerazione alcune delle sonate per violino da lui pubblicate nel 1710: «avevamo vinto un bando con l’etichetta DaVinci e abbiamo deciso di far conoscere queste pagine ancora nascoste, che erano state recentemente pubblicate da una casa editrice». Ora, con i tempi giusti, anche il progetto dei «Concerti e Mottetti per Santa Maria Maggiore» si sta a poco a poco concretizzando direttamente.
Le registrazioni
Decisione particolare è stata quella di scegliere la Chiesa del Santo Sepolcro ad Astino come sede delle registrazioni: «Abbiamo voluto mantenere un clima di collaborazione e di continuità con la Fondazione Mia, sia attraverso la scelta del luogo, sia collaborando con uno dei solisti della Cappella Musicale – afferma soddisfatto Thomas – Inoltre, la scelta di Astino era anche più comoda rispetto alla Basilica di Città Alta, per venire incontro alle disponibilità degli artisti coinvolti».
Anche dal punto di vista acustico la scelta è stata vincente. «Essendo la chiesa collocata su una roccaforte di pietra, i rumori esterni erano assorbiti: avevamo a disposizione uno spazio molto grande, silenzioso e ideale per le registrazioni». Dopo gli intensi tre giorni di lavoro e il concerto lo scorso 3 settembre, che hanno coinvolto musicisti di nota fama, l’Ensemble Locatelli sta ora portando avanti una raccolta fondi per concretizzare il progetto e incidere il disco.
«Penso che focalizzare l’attenzione di una città, rivolgendosi solo ad alcuni nomi celebri e non prendendo in considerazione gli altri importanti personaggi – conclude il direttore Chigioni – sia un’operazione svantaggiosa: questa scelta semplifica troppo la visione delle cose, impoverendo tutto ciò che si colloca al di sotto delle grandi figure sempre osannate». La tradizione musicale di Bergamo è stata nei secoli manifesto di una città profondamente attiva, a partire dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. Quando Ferronati fu attivo presso la Cappella Musicale furono infatti tanti i nomi che, attorno a lui, producevano e lavoravano direttamente. «Molti di questi nomi hanno tenuto le ‘redini’ della musica, costruendo attivamente un percorso anche di didattica nella città di Bergamo. Nomi che, attualmente, pochi si ricordano, ma che meriterebbero maggior considerazione per il loro ruolo e la loro importanza».