Thierry Escaich darà il via questa sera, venerdì 25 settembre, alle 21 in Cattedrale la 28esima edizione del Festival Organistico Internazionale. L’organista e compositore francese, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia (come il recente decreto del ministro Speranza per i viaggi da oltralpe verso il nostro Paese), riuscirà a essere presente a Bergamo e ad aprire un’edizione del Festival ridotta per ovvi motivi ma non priva di appuntamenti importanti.
Escaich, considerato uno dei più grandi compositori del nostro tempo, proporrà su un organo Corna del 2010 un repertorio di composizioni di Lully, Alain, Bach, Bartok, Duruflè, oltre a una composizione firmata dal titolare e un’improvvisazione finale su temi dati dal pubblico, come da tradizione del Festival.
Interpretazione, composizione e improvvisazione sono i tre cardini su cui si baserà il suo concerto, “un folgorante bagliore di vivida speranza ispirato alla danza” secondo la presentazione della serata, che per evitare assembramenti e rispettare le regole di distanziamento potrà ospitare un pubblico di massimo 150 persone, come sempre a ingresso gratuito (l’invito è di presentarsi dotati di mascherina e con un certo anticipo, e in fila ordinata, per sottostare ai controlli di legge). Tuttavia gli organizzatori hanno previsto un’inedita diretta streaming del recital (su Facebook e Youtube), in modo che l’esibizione possa essere trasmessa su tutto il territorio italiano e oltre.
Nel programma il Preludio al Corale «Nun komm der Heiden Heiland» Bwv 659 di Bach sarà dedicato alle vittime bergamasche del covid-19, mentre il resto dei brani in programma si muove fra il barocco e la modernità di Alain e del maestro Maurice Duruflé. “Mi piace costruire programmi specialmente perché posso proporre la musica del passato come uno specchio nel tempo di oggi– ha spiegato il musicista a Bernardino Zappa sull’edizione di oggi di L’Eco di Bergamo – intendo dire che trovo incisivo affiancare un pezzo di Lully con uno di Alain. Le Variazioni di Alain sul thème de Clément Jannequin sono un esperimento di trasformazione in forma moderna della musica antica”.
E ancora: “Mi piace prendere le forme antiche, come un preludio e fuga, e trasporlo sempre in un ambito di modernità. Nel concerto di questa sera il filo rosso è la danza: si comincia con Lully, poi per arrivare a Jannequein, poi le danze rumene di Bartok fino all’ultima mia improvvisazione, sono tutte forme di danza. La danza è il motore della musica. Mi piace utilizzare temi popolari come il bolero, il tango. Quando ero bambino di 8-9 anni suonavo il bandoneon: il mio primo contatto con la musica è stato il ballo, il valzer, la musica popolare, anche la disco dance. Solo dopo questa esperienza ho iniziato a studiare fino al contrappunto e le altre forme più sofisticate. Nella musica cerco di mescolare la tradizione popolare e l’elemento classico”.
La danza, che nella visione musicale dell’organista francese irrora le composizioni ben oltre il sentire comune, come nel caso di Bach: “Anche la fuga di Bach è una danza, realizzava fughe anche su temi italiani. C’è comunque un contatto profondo con la danza e la musica popolare. Anche nel contrappunto più alto, Bach ha l’obiettivo di far fare qualcosa di segreto di nascosto ma prende e piene mani dal mondo popolare”.
Oltre all’omaggio di Escaich, anche tutta l’edizione 2020 del Festival Organistico Internazionale è dedicata a chi è scomparso durante la pandemia e ai loro cari. A ciò si aggiunge il ricordo particolare per Pierangelo Serra, segretario generale del Festival fin dalla sua costituzione, scomparso repentinamente l’ottobre scorso, e per Roberto Zanoni, altro collaboratore di lunga data della manifestazione. “Del resto – si legge sulla presentazione di questa edizione – la Musica ha un forte potere taumaturgico; la musica d’organo, vuoi per la sua intrinseca ispirazione, vuoi per il luogo d’elezione in cui si ascolta, può davvero avvicinare gli animi al Cielo, fino a sfiorarne il Mistero e la Grandezza”.
Dopo la data di stasera, il Festival Organistico Internazionale continuerà il 2 ottobre in Sant’Alessandro della Croce (100 posti), con un’autentica lectio magistralis sull’improvvisazione in stile, a cura di un altro formidabile docente di questa disciplina, Thomas Lennartz, attivo alla Hochschule di Lipsia e già titolare del grande organo Silbermann nella Cattedrale di Dresda. Prendendo a prestito un autore assai popolare come Ludwig van Beethoven di cui cade quest’anno il 250esimo di nascita – che con l’organo ha notoriamente ben poco a che fare – Thomas proporrà sul grande Serassi di Pignolo un’intrigante cavalcata nei secoli, intervallando brani di letteratura, dal barocco al contemporaneo, con varie improvvisazioni in stili a loro coevi, sviluppate su famosi temi del genio di Bonn scelti dal pubblico.
Il 9 ottobre sarà invece la volta del giovane vincitore di concorso internazionale, ospitato storicamente alle Grazie (100 posti): quest’anno toccherà al 25enne parmense, Gabriele Agrimonti, primo italiano nella storia a vincere il prestigioso Concorso di St.Albans in improvvisazione.
Da non perdere infine la chiusura del 16 ottobre in Basilica di Santa Maria Maggiore (120 posti), con il progetto vincitore del secondo Concorso “Introducing Children to Organ Music” organizzato dall’Associazione E.C.H.O. (European Cities of Historical Organ), dove Fabio Galessi, direttore artistico del Festival, è stato nuovamente invitato a far parte della giuria. Il primo premio 2019 è un’avvincente trascrizione organistica dei “Quadri di un’Esposizione” di Modest Mussorgskji, illustrati attraverso un’animazione video su grande schermo appositamente concepita per i più piccoli. Autori sono lo Scott Brothers Duo: Jonathan e il fratello Tom, pianista, che in questa occasione sarà il regista dello spettacolo. Come la scorsa volta, la serata gode della collaborazione di BergamoScienza.
Come l’appuntamento di stasera, tutti i concerti sono a ingresso gratuito.