Le note del grande jazz sono pronte a conquistare il Lazzaretto di Bergamo, cornice quest’anno di una ricca programmazione estiva che ospiterà fino al 30 luglio quindici appuntamenti pensati per soddisfare un vasto pubblico. Dopo il concerto della star internazionale Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet, ecco quindi i concerti da non perdere se volete gustare tutta la bellezza della musica jazz sotto un cielo stellato e in una location unica.
Prenderà infatti il via lunedì 10 luglio alle 21.30 con gli Snarky Puppy, il ciclo di tre concerti estivi promossi da Fondazione Teatro Donizetti e «Bergamo Jazz», con Comune di Bergamo, in programma nell’arco del mese di luglio. Snarky Puppy, Stefano Bollani, Pat Metheny: tre importanti nomi del jazz per celebrare Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
Ad aprire le danze la band newyorchese che da un paio di decenni riscuote consensi intercettando un pubblico ampio ed eterogeneo anche al di là dei circuiti jazz. Con alle spalle cinque «Grammy Awards» e diversi altri riconoscimenti, gli Snarky Puppy continuano a non definirsi un gruppo strettamente jazz, né fusion e nemmeno una jam band . Rifacendosi alla propria indole underground, in un’originalità creativa pura che oltrepassa qualsiasi genere musicale, il gruppo rappresenta la convergenza della cultura musicale americana con vari accenti provenienti da tutto il mondo.
La band nasce in Texas nel 2004, formata principalmente da studenti della University of North Texas. Leader della formazione sin dagli inizi è il bassista, compositore e produttore Michael League. Catalizzatore delle energie musicali di un collettivo che assomma più di venticinque musicisti e polistrumentisti coinvolti a rotazione e che nelle performance dal vivo esprime una musicalità sorprendente, diretta e viscerale. È proprio dentro a questo moto perenne dell’ensamble che si crea un’unicità impossibile da catalogare, tra composizione e improvvisazione. L’incrocio serendipico con la comunità gospel e R&B di Dallas agli albori e le continue contaminazioni, individuali e collettive, hanno reso gli Snarky Puppy una miscela di generi che si fondono tra jazz, funky, r&b, fusion, rock, prog, latin e world music.
«Empire Central» è il quindicesimo album del gruppo, pubblicato lo scorso settembre 2022 e vincitore del premio come miglior album strumentale contemporaneo alla 65esima edizione dei «Grammy Awards». L’ultimo disco, registrato davanti a un numero selezionato di spettatori nel corso di otto serate presso la «Dee Ellum Art Company» di Dallas, riprende la lunga tradizione «live in studio» del gruppo. Le sedici nuove composizioni rendono omaggio alla città in cui i musicisti si incontrarono frequentando i corsi di jazz all’università. Ne consegue un disco che è un ritorno alle origini musicali: fiati, ritmi funk, varietà di timbri.
Con 12 musicisti che contribuiscono a 16 brani, ogni compositore trova lo spazio per la propria identità fondendosi nell’insieme, per un risultato che consolida l’inconfondibile sound della band. A comporre la formazione sul palco del Lazzaretto ci saranno Bill Laurance al pianoforte, Lionel Loueke alla chitarra, Jeff Ballard alla batteria e alle percussioni, nonché, naturalmente, Michael League al basso, che torna a Bergamo per la seconda volta.
CD: La vostra è una formazione in continuo cambiamento, mai uguale a se stessa. Cosa vi accomuna tutti?
ML: In primo luogo, e soprattutto, condividiamo tutti un profondo rispetto per la musica e l’amore per il rituale della sua realizzazione. Questo è il grande unificatore tra i membri della band e tutti coloro con cui collaboriamo. Oltre a questo, condividiamo il desiderio comune di crescere ed evolvere ogni sera, sia collettivamente che individualmente.
CD: 15 album e 5 «Grammy» dopo il vostro esordio, riguardo a cosa potreste dire di non essere mai cambiati?
ML: Il senso di famiglia c’è stato fin dall’inizio ed è più forte che mai. Ritengo inoltre che il desiderio della band di rendere ogni concerto un’esperienza totalmente unica sia stato costante per tutta la nostra carriera.
CD: E l’evoluzione musicale come si è sviluppata?
ML: Il suono della band è cambiato radicalmente nel corso degli anni, anche se il concetto è rimasto più o meno lo stesso. Abbiamo iniziato con una musica più cerebrale, poi è diventata molto più viscerale con l’aggiunta di membri come Robert Sput Searight, Shaun Martin, Jason Thomas, Bernard Wright e Bobby Sparks. A quel punto diversi membri della band si sono trasferiti a Dallas e il suono è cambiato radicalmente. Direi che la nuova fase in cui ci troviamo si basa sul nostro passato, in quanto cerchiamo di fare musica contagiosa e accessibile che sia allo stesso tempo profonda e ricca di sfumature.
CD: Su cosa ti concentri nella fase creativa? Qual è l’elemento più importante, per te?
ML: Devo essere entusiasta di ciò che sto creando. Se sto scrivendo una canzone o producendo un album e il processo stesso non mi porta gioia o ispirazione, non posso credere che porterà gioia o ispirazione al pubblico.
CD: Anche «Empire Central», registrato a Dallas live in studio, ha riscosso molto successo. C’è un ritorno alle origini. Tu come lo descriveresti?
ML: Sono d’accordo. Si tratta di tornare da dove siamo venuti e di mostrare rispetto per la ricca storia musicale del Texas, la patria della band.
CD: Cosa speri di comunicare a chi assiste ad un vostro live?
ML: Spero che non solo provino gioia e piacere nell’ascoltare la musica, ma che sentano anche di essere testimoni del prodotto di una tradizione e di uno stile regionale di lunga data. Abbiamo costruito questa band sulle spalle di giganti della musica, e dobbiamo ringraziare il Texas per questo.
Info e prevendite disponibili presso la biglietteria della Fondazione Teatro Donizetti e online sul circuito Vivaticket.