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In #salaprove con gli Shabby Monroe, rock e sperimentazione

Articolo. Secondo appuntamento per la rubrica #salaprove, questa volta in compagnia degli «Shabby Monroe». Due ore tra sperimentazione musicale, voglia di suonare e regali di compleanno

Lettura 4 min.

Seconda tappa nel mondo dei gruppi musicali “nostrani”. Protagonisti di oggi sono gli «Shabby Monroe», band alternative rock nata a cavallo tra Bergamo e Brescia nel 2021 e che si è distinta sino ad ora per la costante ricerca sonora tra i generi, unendo giri di chitarra comuni al metal a ritmicità fusion, voci pulite e basi orchestrali. Nel 2022 hanno pubblicato sulle principali piattaforme streaming il loro album d’esordio «Fukubukuro» mentre nel 2024 ha visto la luce il singolo «Mantis», di cui è disponibile anche un videoclip ufficiale. Il mio primo incontro con questa band è stato totalmente casuale e legato al mondo social. In più occasioni, nel corso degli ultimi tre anni, mi son ritrovato a leggere il nome «Shabby Monroe» in qualche post o nelle locandine dei vari eventi musicali della zona e, ascoltandoli, mi ha colpito molto il loro costante cambio di stile. Ho preso quindi la prima occasione utile per andarli a trovare direttamente in sala prove.

L’arrivo in sala prove

L’appuntamento con la band è fissato per le 14 di un freddo sabato pomeriggio di febbraio alla sala prove «Calavera» di Azzano. Non ho bisogno di mettere il navigatore per arrivarci, perché questa sala prove, nei suoi vari cambi di nome, è stata negli anni un punto di riferimento per molte formazioni della bassa bergamasca. Come da accordi raggiungo la sala 6, posto in cui faccio la conoscenza di Federico Bombardieri e Gabriele Previtali, rispettivamente batterista e bassista degli «Shabby Monroe» ed entrambi originari di Valtesse. È ancora presto per cominciare a suonare, quindi approfitto delle fasi di montaggio della strumentazione per fare due chiacchiere con loro cercando di capire qualcosa di più sul tipo di percorso che li ha spinti a suonare in una band. Scopro che entrambi si conoscono dall’infanzia e che sono stati compagni di scuola ai tempi delle medie. Mi parlano dei primi approcci musicali nati nello spazio giovanile «Mafalda» di Monterosso e dei vari intrecci per cui, passando per varie formazioni, sono finiti a suonare negli «Shabby Monroe».

Mentre parliamo, entrano nella sala 6 anche il chitarrista Marco Depriori, di Romano di Lombardia, e il cantante Francesco Ricci di Calcio ma originario di Urago. Cominciano anche loro a montare la strumentazione.

Le prove

Il montaggio continua e, a conti fatti, diventa parte effettiva delle prove. Se è vero che la strumentazione digitale ha ampliato parecchio le possibilità musicali di una band, con la possibilità da parte dei singoli componenti di gestire basi e volumi in totale autonomia, è anche vero che questa strumentazione ha bisogno di cura e tempo in fase di allestimento. Marco mi spiega che, mediamente, delle due ore di prove quasi mezz’ora deve essere dedicata a questo tipo di lavoro e, scherzando con la band, mi rivela che uno dei sogni degli «Shabby Monroe» è quello di avere una sala prove privata in cui poter lasciare il materiale montato. Finita la fase di preparazione, ha finalmente inizio la fase “suonata” delle prove. Sincopi e tempi composti sono la prima cosa che salta all’orecchio. La progressione di ogni traccia prosegue di conteggio in conteggio, con Federico alla batteria intento, tanto a seguire la traccia, quanto a modificarla ogni volta che non gli risulta del tutto orecchiabile. «Ma è l’unico pezzo dritto che abbiamo in questa canzone, perché vuoi complicarti la vita? Perché suona meglio così!» è la frase che sento più spesso negli stacchi tra un brano e l’altro. Interessante anche l’inserimento nella scaletta delle prove - se così si può chiamare - della cover di «I write sins not tragedies», brano del 2005 dei «Panic! at the disco» che non avrei mai accostato al genere degli «Shabby Monroe» ma che, devo dire, ha un suo perché.

La costante della sessione di prove rimane però la gestione della strumentazione e dei volumi. Per quanto una sala prove possa essere accogliente e attrezzata, l’adattare la propria strumentazione ad un impianto preesistente creerà sempre dei problemi. Nonostante questo, le prove continuano tra risate e battute su quanto la memoria muscolare riesca a salvare anche il più smemorato dei musicisti. Non è difficile rendersi conto di quanto, anche nella risoluzione dei problemi, questi ragazzi si stiano divertendo a suonare insieme e, va detto, questo influisce parecchio sulla musica prodotta.

L’orologio segna le 16, purtroppo la sessione di prove è terminata. L’impianto montato con tanta fatica viene smontato in pochi secondi, ma non prima che Francesco riceva il suo regalo di compleanno (in ritardo di cinque mesi), il doppio vinile in edizione limitata dell’album «Fauna» degli Haken.

Dopo le prove

Come nel Rugby esiste il terzo tempo, nelle prove musicali esiste sempre un “dopo prove”, ovvero una fase di discussione libera in cui si parla di progetti legati alla band, nuovi concerti, ma anche semplicemente di passioni e tempo libero. Davanti ad una birra, scopro che la band ha ricominciato a provare da poco, poiché tutti i componenti lavorano lontano da casa, tra chi è spesso in viaggio oltreoceano e chi in Italia ci rimane ma vivendo in un’altra regione durante la settimana. Le prove e i concerti diventano così non solo parte di un percorso artistico, ma anche un modo per staccare dai ritmi della quotidianità. Anche le sonorità particolari della band rientrano in questo tipo di logica, con contaminazioni e strutture sperimentali (con addirittura tracce prive di ritornello) dettate dalla voglia di giocare con la musica più che dal mero desiderio di diversificarsi rispetto al mercato. Marco ci saluta, deve andare a prepararsi perché, in serata, lo aspetta un’altra band per un concerto. Anche per gli altri è giunto il momento di andare. Per alcuni la strada è lunga e il traffico del sabato non è mai da sottovalutare. Mi lasciano però con una piccola anticipazione. Oltre al sopracitato «Mantis» ci sono già altri due singoli in lavorazione, segno che la band è pronta a tornare sul palco nonostante le avversità dovute al pendolarismo. L’unico modo per sapere cosa bolle in pentola per gli «Shabby Monroe» è quindi quello di continuare a seguirli sui loro canali social.

I prossimi concerti degli «Shabby Monroe» saranno sabato 1° marzo a Calcio e venerdì 4 aprile all’ UFO di Mozzo.

Per info ed orari consultare i canali social della band.

Post scriptum
L’articolo riporta osservazioni e fatti raccolti durante una sessione in sala prove. È importante sottolineare che eventuali errori o imprecisioni menzionati non riflettono le reali capacità degli artisti, ma sono parte integrante del normale processo di prova. Allo stesso modo, le fotografie incluse potrebbero non rispecchiare la qualità professionale attesa, poiché sono state scattate con uno smartphone in un ambiente ristretto e in condizioni non ottimali, cercando di disturbare il meno possibile la band durante la performance.

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