La musica e l’arte, nella nostra città: sono la testimonianza di un rapporto stretto e profondo, che ha visto in passato e vede tutt’ora coinvolte realtà diverse tra loro, ma unite per il profondo amore per la cultura. La neonata realtà del Politecnico delle Arti di Bergamo (realizzata dalla fusione tra il Conservatorio «Gaetano Donizetti» e l’Accademia di Belle Arti «Giacomo Carrara») rappresenta a pieno questa profonda sinergia, un primo e fino ad ora unico esempio in Italia che porta in dialogo realtà tra loro apparentemente distanti ma profondamente unite nel coltivare ogni forma d’arte. Due scuole storiche (la prima nata nel 1806 dalla geniale intuizione di Giovanni Simone Mayr e delle sue «Lezioni Caritatevoli», mentre la seconda nata dalla volontà del conte Giacomo Carrara, all’inizio dell’Ottocento) che ora uniscono le loro forze in un cammino di collaborazione verso una strada all’insegna della bellezza.
Per festeggiare questo nuovo percorso è in programma, dal 3 all’11 febbraio, il primo «Festival del Politecnico delle Arti di Bergamo»: una rete di appuntamenti che si svilupperà tra il Teatro Donizetti e lo spazio DASTE. Il programma è ricco di eventi, ma il cuore del calendario di iniziative sarà il concerto di inaugurazione dell’Anno Accademico del Conservatorio, che si terrà lunedì 5 febbraio alle ore 20.30 al Teatro Donizetti (l’ingresso sarà libero con prenotazione obbligatoria).
Il concerto dei “gioielli” del Conservatorio
Partiamo quindi dall’evento centrale di questa rassegna. Questo appuntamento vedrà coinvolta la neo-direttrice del Politecnico delle Arti, Daniela Giordano: «Sono molto emozionata per questo appuntamento che presenta ufficialmente la nuova realtà del Politecnico delle Arti. Sono felice di condividere questo momento con i nostri docenti, con tutto il personale del Politecnico delle Arti e, soprattutto, con i nostri allievi, che sono i veri protagonisti della serata». Gli allievi saranno i veri protagonisti, con le loro esecuzioni che riproporranno importanti pagine del repertorio della tradizione: «Sul palco avremo i nostri “gioielli”: l’orchestra del Conservatorio e i giovani studenti che hanno vinto lo scorso anno i più importanti riconoscimenti a livello nazionale e regionale», spiega la direttrice.
L’appuntamento vedrà infatti coinvolta l’Orchestra del Conservatorio sotto la direzione del M° Roberto Frattini, insieme ai giovani solisti vincitori del prestigioso Premio Nazionale delle Arti 2023 e del Premio regionale «Lombardia è Musica», ovvero Alessia Scilipoti (flauto), Francesco Maffei (trombone), Andrea Baiocco (fagotto) e Daniele Martinelli (pianoforte). Il programma che verrà eseguito riassume stili ed esperienze di varia epoca, con pagine di Leopold Mozart insieme al figlio Wolfgang, fino al romanticismo italiano di Gioacchino Rossini e quello mitteleuropeo di Frederic Chopin. Conosciamoli meglio i protagonisti!
Alessia Scilipoti (Premio Nazionale delle Arti), giovane flautista, aprirà il concerto come solista nel «Rondò in Re K.184» di Wolfgang Amadeus Mozart. Cosa significa per lei suonare davanti a un grande pubblico è presto detto: «È sempre un’emozione. Suonare per qualcuno è per me un momento di condivisione: raccontare le mie emozioni, i miei pensieri, la mia musica». La composizione che andrà ad eseguire il prossimo 5 febbraio si contraddistingue per la ricchezza del carattere e per il virtuosismo calzante: «Sono pochi minuti di freschezza e gentilezza. Tra una refrain e l’altro ci saranno elementi di contrasto ma che riconducono sempre alla limpidezza del tema iniziale», precisa Alessia.
Francesco Maffei (Premio «Lombardia è Musica»), giovanissimo musicista vincitore di numerosi premi, salirà sul palco del Donizetti in veste di solista nel «Concerto per trombone contralto» di Leopold Mozart, padre del più celebre Wolfgang. Il rapporto di Francesco con il Conservatorio è profondo: «È un rapporto di amicizia e grande affetto, ed è per me una seconda casa». La pagina composta da Leopold Mozart, che il giovane talento eseguirà, rappresenta un punto di arrivo notevole, sia dal punto di vista della difficoltà esecutiva, sia per la scelta dello strumento, inusuale e poco conosciuto: «Il concerto di Leopold Mozart è una composizione molto difficile. Sono molto felice di proporlo al Donizetti anche per valorizzare il trombone contralto, strumento poco conosciuto, ma soprattutto perché è stato il primo brano per questo strumento che io abbia mai ascoltato», confessa Francesco.
Andrea Baiocco (Premio Nazionale delle Arti), fagottista, ha la musica nel sangue: «Ho la fortuna di avere due genitori musicisti e un fratello maggiore che ha iniziato lo studio di uno strumento da piccolo. Dopo aver iniziato con il violino, a 8 anni, osservando bene l’orchestra ho notato la presenza di uno strumento a me ancora sconosciuto. Da quel momento ho chiesto insistentemente di studiare il fagotto e così è stato». Sul palco del Donizetti proporrà il «Concerto per fagotto e orchestra» di Gioacchino Rossini: «Questa composizione per fagotto e orchestra si dice essere stata scritta da Rossini per Nazareno Gatti quando era studente al Liceo Musicale di Bologna ed è databile fra il 1845 e il 1848, anche se non si è certi della sua paternità». Cosa significa suonare in pubblico? «Far scorrere attraverso il suono vibrazioni che arrivano a chi ascolta e interiorizzare i silenzi del pubblico come energia vitale di scambio reciproco».
Infine Daniele Martinelli (Premio «Lombardia è Musica»), nato in una famiglia di musicisti e ora giovane talento sulla scena internazionale, si esibirà come solita nel «Secondo Concerto» di Chopin, eseguito da lui per la prima volta: «Questa composizione mi stupisce per la sua freschezza e brillantezza compositiva anzitutto, ma soprattutto per questo suo lato istintivo, naturale e ingenuo che lo caratterizza», spiega Daniele. Ormai abituato alle platee di tutta Europa, esibirsi in pubblico comporta per lui sempre una certa concentrazione: «Esibirmi rappresenta per me sempre una grandissima emozione che cerco di non vivere con tensione, ma, al contrario, provando ad aprirmi nel modo più naturale possibile. Sento sempre la necessità di dare un significato sincero a quello che suono, sia per un senso di responsabilità nei confronti degli autori che studiamo».
A DASTE tra arte, pop e rock
Oltre al mondo della classica, il Politecnico delle Arti metterà in mostra durante la rassegna anche la sua anima più rock. Domenica 11 febbraio il Dipartimento Pop - Rock del Conservatorio si presenterà infatti al pubblico: con un concerto evento a DASTE alle 20.30 con la partecipazione dei docenti e degli studenti della classe di musica d’insieme del M° Chicco Gussoni. Il programma spazierà del pop al rock, passando per la musica contemporanea fino alle più belle pagine del cantautorato italiano, spingendosi anche a profondi omaggi alle band internazionali come i Queen o i Beatles. L’appuntamento sarà ad ingresso libero, senza obbligo di prenotazione.
La rassegna, nello specifico, si aprirà sabato 3 febbraio sempre a DASTE con la mostra delle studentesse e degli studenti dell’Accademia, curata da Francesco Pedrini e Marco Mancuso. L’esposizione, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al 9 febbraio, ogni giorno dalle 15 alle 20. Sempre il 3 febbraio il festival proseguirà con la performance degli studenti della docente Marcella Vanzo e a seguire, dalle 22, prenderà il via un set sonoro del corso di Sound Design del docente Riccardo Benassi con Nicolò Castagnini, Elena Benzoni, Mario Carminati, Fabio Todeschini & Nicolas Arce, Giotto Orsini.
Martedì 6 febbraio inizieranno, sempre nello spazio di via Daste e Spalenga, anche incontri, lezioni e seminari, con ospiti il direttore artistico del festival Donizetti Opera Francesco Micheli (6 febbraio), Paolo Corti e Daniele Maffeis (7 e 9 febbraio), Luca Andreoni (7 febbraio), Marco Bongiorni (8 febbraio) e Marco Manzoni (9 febbraio). Giovedì 8 febbraio, presso «Lo Schermo Bianco» alle 18, verrà proiettato «X sempre assenti», il docufilm sui Verdena diretto da Francesco Fei.