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«Filagosto Festival». Vent’anni e non sentirli, ma ballarli tutti

Articolo. Oltre trenta live per sei giorni di concerti, con Africa Unite, Mobrici, The Bloody Beetroots, Naska e Dargen d’Amico, più un festival nel festival: «Metal for Emergency». Torna anche quest’anno il «Filagosto», giunto all’edizione numero venti, tra musica, birre artigianali e food truck

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Venti edizioni, oltre sessanta headliner tra cui Verdena e Lo Stato Sociale, decine di gruppi spalla tra indipendenti e band del territorio e più di novanta volontari per il «Filagosto», che torna anche quest’anno, con un cartellone di oltre trenta live, tra indie, elettronica, reggae, hip hop e punk, come sempre a ingresso gratuito.

Non si è fermato neanche con il Covid il festival organizzato dall’Associazione Filagogiovani, che durante le due estati di pandemia ha trovato modalità alternative per continuare a suonare e far ballare, ma che per il 2022 si ritorna sotto palco per sei giorni di musica, tra la line up della manifestazione e le band europee di «Metal for Emergency», ormai parte di «Filagosto». Oltre ai concerti non mancano le birre artigianali proposte dai birrifici della zona, tante proposte per la cena e gli stuzzichini con i food truck e le bancarelle tra cui curiosare.

Sei giorni di musica live, tra reggae, metal, punk, rap e indie

Ad inaugurare il festival martedì 2 una serata in levare, che ha come protagonisti gli Africa Unite, la band di Bunna e Madaski, che da 41 anni tengono alta la bandiera della musica giamaicana in Italia. A precederli sul palco principale, Afakalura: Fe De Rio & Gamba The Lenk e ancora prima sull’Ink stage, Rootical Acoustic Duo, la prima formazione a suonare nello spazio nato dalla collaborazione con Ink Club.

L’Ink stage ospiterà, all’ora dell’aperitivo, live con le proposte emergenti più interessanti. Dopo il concerto principale, invece, una serie di special guest: nel caso della «reggae night», protagonista del post concerto non poteva che essere Vito War, il selecter più famoso d’Italia.

Sarà invece Mobrici l’headliner della serata di mercoledì 3 dedicata all’indie-cantautorale: l’ex frontman dei Canova arriverà a Filago con il suo album «Anche le scimmie cadono dagli alberi» e una manciata di successi della sua vecchia band. A precederlo, Claudyum e Big Mama e prima ancora sul palco Ink Bye Bye Cachi e Crushed Fingers, che dopo la mezzanotte passeranno il testimone alla cricca di Canta Indie Canta Male.

«Rebel» è l’esordio ufficiale di Naska, un concentrato di punk e trap, che lo streamer marchigiano porterà sul palco del «Filagosto» giovedì 4, insieme a singoli come «California», «Mamma non mi parla» e «Spezzami il cuore». A scaldare l’atmosfera Pixelfest & Fantahouse, seguiti da Karakaz. Sul palco Ink, l’happy hour sarà con Un gruppo e il post serata con il dj set targato Pixelfest.

Venerdì 5 il festival di Filago porta in scena l’elettronica internazionale made in Italy, con Sir Bob Cornelius Rifo aka The Bloody Beetroots, un progetto in cui l’attitudine punk incontra le sonorità tecno e house. Low Polygon, Iside ed Ele A aprono la serata, preceduti da Joo e Forse Danzica sul palco Ink, dove arriverà Marlon dopo la mezzanotte.

«Metal for Emergency» sarà protagonista assoluto del sabato di «Filagosto»: il festival no profit dal pomeriggio del 6 agosto porta a Filago Hellfox, Ulvedharr, Moonlight Haze e Rhapsody of fire. Sarà lo storico gruppo trash metal tedesco dei Destruction l’headliner della serata, che dopo il concerto continua sul palco Ink con The Crimson Ghost.

Ultima serata di festival con Dargen d’Amico e il suo cantautorap rigorosamente in occhiali da sole: il rapper milanese attivo da anni sulla scena quest’anno è passato pure da Sanremo con il suo brano «Dove si balla». A scaldare l’atmosfera del palco principale saranno BLK Donuts & La Paquita, MEC e Fede Rich Goat, mentre sull’Ink stage si esibiranno Circo Stanza e il collettivo Colpi di soul.

Un festival nato tra amici, diventato un appuntamento dell’estate

Oggi a Filago arrivano da tutta la Lombardia e, in molti casi, qualcuno da più lontano si mette in auto per raggiungere il festival. La manifestazione, però, nasce nel 2003 da un gruppo di amici, allora tra i 18 e i 20 anni, tra cui l’attuale presidente dell’Associazione Filagogiovani, Giuseppe Carminati: «nel nostro paese non c’era niente, andavamo alle feste nell’Isola e ai concerti che organizzavano gli altri – ricorda – poi Matteo Morganti (che sarebbe diventato il primo presidente dell’Associazione, ndr) ha avuto un’idea: “Perché non facciamo qualcosa noi?”. Da lì è cominciato tutto. Nel 2003 per la prima edizione abbiamo ospitato dei gruppi locali e i Derozer, che ci piacevano molto e per tre anni abbiamo fatto cose piccole».

La svolta arriva nel 2006 con il primo ospite europeo, Pipi degli Ska-P, ma «la consapevolezza di aver fatto davvero qualcosa di grande è arrivata quando abbiamo portato a Filago i Verdena e Lo Stato Sociale» ha concluso Giuseppe Carminati. Il «Filagosto» ora è un festival consolidato e dietro concerti e serate c’è l’Associazione Filagogiovani, che organizza la manifestazione e i concerti senza fini di lucro: una parte del ricavato autofinanzia l’organizzazione dell’edizione successiva, mentre la restante parte viene devoluta a sostegno di iniziative legate a realtà del territorio o a progetti internazionali.

«Quest’anno abbiamo toccato il tetto massimo di volontari, 97 – spiega Sara Zonca del direttivo dell’associazione – È stata una sorpresa, avevamo paura che dopo questi due anni le persone non avessero tempo o voglia di impegnarsi e invece tutti sono stati desiderosi di riprendere e di rifare il festival come era, pre Covid».

Oggi nel backstage, dietro le spine, in cassa e a gestire tutta la manifestazione ci sono diverse generazioni: «Ci sono i volontari storici che, come ogni anno, dicono che è l’ultima volta che fanno il festival e poi ci sono sempre – continua Sara Zonca – e poi ci sono le nuove leve: la più giovane è del 2004. Organizzare tutto richiede un anno di lavoro, ma quando poi il Filagosto comincia ti ripaga di ogni fatica».

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