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«e valga come perduto il giorno in cui non danzeremo almeno una volta»

Intervista. L’Ensemble Nuovi Orizzonti concluderà la prossima domenica 1 settembre a Nembro la sua intensa rassegna estiva con uno spettacolo multiforme tra la musica e il teatro. Una drammaturgia di ritmi creata ad hoc, mescolando un repertorio musicale variegato, con testi, danze ed elementi scenici: una danza collettiva che vuole essere un gran saluto all’estate.

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L’Ensemble Nuovi Orizzonti rappresenta una realtà vivacissima nel panorama musicale bergamasco ed è nato dall’idea di riunire giovani musiciste e musicisti intorno a progetti sempre nuovi, alla ricerca di originali punti di contatto fra repertori musicali diversissimi. L’ensemble rappresenta un laboratorio in sperimentazione continua, come ben dimostra la ricca rassegna estiva «Wieder Kehrt die Nacht vol. 1» che sta per volgere al termine. Da J.S. Bach a Domenico Scarlatti, da Orlando di Lasso all’improvvisazione totale, passando per Dowland, Desprez, Purcell, Kurtag e Monteverdi, ogni concerto dischiude al pubblico nuovi e spesso inaspettati orizzonti di ascolto.

In una breve pausa fra le fittissime prove in preparazione dello spettacolo, Daniele Bonacina e Pietro Micheletti, direttori artistici dell’ensemble, ci raccontano come è nata questa esperienza e il progetto «Dachbodendanz» che andrà in scena a Nembro domenica 1 settembre (Teatro Modernissimo, ore 17:45, piazza della libertà). Racconteranno la loro esperienza a partire dall’idea sorta un anno fa in Francia, al legame ricercato con la comunità di Nembro che ha dato vita a questo spettacolo che nasce comunitario e che vuole essere un grande saluto all’estate.

RE: Come nasce L’Ensemble Nuovi Orizzonti?

PM: L’Ensemble Nuovi Orizzonti (ENO) nasce a Bergamo, tre anni or sono, con l’intento di proporre musica in modo indipendente e non convenzionale. L’ensemble raccoglie una ventina di giovani musicisti che si stanno perfezionando in diverse parti d’Europa; la maggior parte di loro sono originari della nostra provincia ma quest’anno abbiamo ampliato il gruppo includendo anche musicisti provenienti dall’estero. L’organico dei concerti dipende poi dal repertorio che andiamo a proporre.

RE: Sta per concludersi una rassegna fittissima, con diciotto date bergamasche e una tournée in Francia; quale è il filo conduttore che lega gli appuntamenti di ENO?

DB: Fondamentale per noi è proporre programmi misti, in cui il repertorio della musica antica si mescola con quello più recente. Grazie alla versatilità dei musicisti e al loro talento, spaziamo tra diversi generi: dalla musica antica e barocca al repertorio classico, fino alla musica contemporanea, al jazz e alla musica popolare. La proposta musicale cambia, ma l’impostazione è la stessa: brani storici riarrangiati per un organico spesso insolito; mi riferisco per esempio alle sonate di Bach e Monteverdi interpretate da un quartetto di viola, violino, fagotto e trombone o dalle danze di Orlando di Lasso e John Dowland suonate da contrabbasso e clarinetto basso.

RE: E così è stato anche nell’appuntamento della settimana scorsa, «Capriccio italiano», tenutosi nel monastero del Carmine in Città Alta..

PM: Si, esatto, in questo caso abbiamo proposto alcune sonate per clavicembalo di Domenico Scarlatti orchestrate appositamente da me, Daniele, Paolo Brignoli e Mattia Sonzogni per undici musicisti dell’ensemble. Abbiamo portato il concerto in Francia e poi abbiamo deciso di chiudere la tournée riproponendolo nel magnifico chiostro del Teatro Tascabile.

RE: Non mancano però anche composizioni proprie del gruppo…

DB: Sì, certamente; noi direttori ed altri componenti dell’ensemble, studiamo composizione a livello accademico e ci piace inserire pezzi nostri all’interno dei programmi di autori storici. Siamo convinti che ormai sia diffusa una certa sensibilità per affrontare l’ascolto di linguaggi avanzati, tipici della musica “colta” del nostro secolo; la risposta del pubblico a eventi quali «Trittico» e «Responsoria», tenutisi l’anno scorso al Modernissimo di Nembro e nella chiesa di Sant’Andrea in Città Alta ce lo conferma. Anche lo spettacolo «Dachbodendanz» in programma domenica a Nembro sarà basato su composizioni originali mie e di Pietro.

RE: Si tratta dell’evento clou della stagione; come stanno andando le prove?

PM: Bene! Il lavoro è molto complesso perché gli artisti in gioco sono numerosi; ci saranno infatti sedici musicisti, quattro acrobati, due trampolieri, tre attrici e due danzatori e coordinare il tutto non è semplice; si tratta però di un lavoro molto stimolante.

RE: Un gruppo molto ricco ed eterogeneo, come è nata l’idea di questo spettacolo?

DB: Potremmo dire che sia nata fortuitamente. L’anno scorso ci trovavamo in vacanza nel dipartimento Puy de Dôme, nella Francia centro meridionale e ci siamo imbattuti nell’Orgue de Montpeloux, un luogo dalle qualità naturalistiche inconsuete e con un’acustica molto singolare. La sua conformazione e la sua collocazione hanno evocato in noi la dimensione sacra della tragedia greca e da lì abbiamo iniziato a sviluppare le prime idee.

RE: Interessante, vi siete ispirati a un ciclo di opere particolari della tragedia greca?

PM: Ciò che ci interessava era la dimensione insieme rituale e sacrale della tragedia. Per questo motivo siamo partiti rileggendo insieme i grandi tragici dell’Attica, con particolare riguardo a Eschilo, che in particolare nelle Eumenidi utilizza un ritmo estremamente incalzante e composito. Il legame con la tragedia è più che altro un’ispirazione, ci siamo lasciati influenzare dalla gestione ritmica degli eventi elaborando uno spettacolo che tiene insieme musica, danza e testi.

RE: Negli appuntamenti di ENO vi è sempre una grande attenzione allo spazio e al contesto, forse per questo avete scelto di concludere lo spettacolo fuori dal teatro, in movimento, insieme al pubblico…

DB: Sì, al termine dell’opera ci sarà un corteo, percorreremo le vie centrali di Nembro e arriveremo in Piazza Matteotti. Il corteo restituisce la dimensione rituale e comunitaria dell’evento che è stato creato in questi mesi anche grazie al legame con il territorio: le scenografie dello spettacolo sono state costruite con materiali raccolti sul suolo di Nembro e il corteo sarà arricchito dalle voci di alcuni cittadini che abbiamo registrato in biblioteca e al mercato. Da ultimo, il corteo vedrà la presenza di un importante oggetto scenico che è stato realizzato dai ragazzi del CRE con la guida di Giovanni Zuffi, scultore specializzato nella cartapesta.

RE: Già lo scorso anno avevate chiuso la rassegna estiva di ENO al Modernissimo con lo spettacolo «Trittico», come mai proprio ancora a Nembro?

PM: L’amministrazione ha creduto nell’ensemble dal primo giorno dandoci la possibilità di sperimentare e di realizzare i nostri progetti in piena libertà. Non è per nulla scontato che un comune sostenga progetti di questo tipo e per noi è davvero gratificante poter presentare il nostro spettacolo in una realtà così ricca e accogliente. Nembro è un paese vivo e ospitale e ciò stimola la nostra creatività.

RE: Progetti futuri?

DB: Il 2025 sarà un anno ricco di eventi. Abbiamo vinto il bando “Café Bauhaus” per realtà emergenti indetto dall’orchestra giovanile europea (EUYO) in collaborazione con l’Unione Europea. Si tratta di un importante riconoscimento che attesta la forte identità artistica dell’ensemble, il suo grado di originalità e di qualità musicali e la sua capacità di emergere nel panorama creativo internazionale. Anche grazie a questo riconoscimento contiamo di poter proseguire la nostra attività artistica.

RE: Buona fortuna allora!

Oltre allo spettacolo «Dachbodendanz» di domenica 1° settembre, i prossimi appuntamenti di ENO saranno il concerto «Luci ed ombre» dedicato a J.S. Bach, lunedì 2 settembre alle 21:00 alla chiesa di San Fermo, in città e il concerto «D.Vorpicelli Poject» all’insegna dell’improvvisazione jazz, mercoledì 4 settembre alle ore 21:00 al festival di Onore.

Tutti gli eventi sono ad ingresso libero, ulteriori aggiornamenti si possono trovare sulla pagina Instagram di Ensemble Nuovi Orizzonti.

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