Per il settore musicale italiano il 15 giugno (giorno del via libera agli eventi di spettacolo) rappresenta un grande interrogativo sulle possibilità effettive di ricominciare con la musica live. Intanto però ci sono movimenti interessanti sul territorio, come DICE TV, che esordisce nel nostro Paese il 30 maggio (ore 21) con lo showcase di Venerus, evento conclusivo della Milano Digital Week al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci.
I ticket sono disponibili esclusivamente sulla pagina DICE dedicata. Tommaso Deserti, country manager di DICE Italia dopo una lunga esperienza in Google, ci ha raccontato un po’ di cose.
LB: Voi nascete come app di ticketing e siete in Italia dall’autunno. Come stava andando?
TD: Molto bene. Ma ti dico che stiamo lavorando più di prima. Nonostante la difficoltà che stiamo attraversando e l’alone di incertezza che avvolge il futuro del nostro settore, le barriere sono crollate e tutti hanno aperto la porta. Le dinamiche pre-Covid non funzionano in questo momento e abbiamo avuto modo di parlare con tantissime realtà, confrontarci, condividere. È un fenomeno globale ed ha accelerato molti nostri piani.
LB: Ora passate ai concerti in streaming a pagamento, insomma vi trasformate in una sorta di TV. Come è avvenuta questa transizione, al di là delle contingenze?
TD: Nel giro di due settimane il Covid è passato da essere un problema dell’Italia a una pandemia globale. DICE TV è un progetto che è nato per applicare gli stessi principi di DICE, ma al mondo dello streaming. Oggi, il nostro compito è aiutare i fan a non perdere gli eventi migliori che succedono online. Dal 15 Giugno se ripartiremo con le capacità ridotte, DICE TV si affianca al ticketing tradizionale consentendo agli organizzatori e gli artisti di monetizzare l’evento per chi non potrà andare a vederlo live. DICE TV non è mai stata un’operazione fine a sé stessa, fa parte di una visione olistica di come vogliamo continuare a migliorare le esperienze dei fan e degli addetti ai lavori.
LB: Semplicità, scoperta e comunità sono tre vostre parole chiave. Come pensate di adattarle alla dimensione dello streaming?
TD: Abbiamo adattato l’algoritmo che è dietro alla magia di DICE per gli eventi in streaming e voilà. Nonostante la stragrande maggioranza ancora guardi il video su piattaforma mobile, abbiamo richieste per computer e TV, quindi è fondamentale che l’esperienza sia ottimale per qualsiasi piattaforma un fan decida di fruire il contenuto.
LB: Come funziona a livello tecnico?
TD: Stiamo lavorando ad una guida intergalattica per la creazione di eventi in streaming. Ci sono diversi membri del team DICE che hanno un passato in produzioni di eventi. L’obiettivo è quello di offrire ai nostri partner un supporto anche in questo senso.
LB: Il primo concerto “italiano” sarà quello di Venerus, che durerà un’ora. Ci saranno anche concerti più lunghi o situazioni speciali tipo showcase?
TD: Il mio primo concerto da membro della famiglia DICE è stato una performance intima di Venerus all’Ostello Bello in novembre. Il nostro primo concerto in streaming non poteva che non essere con lui. Dalle presentazioni disco a le battle of the bands, passando da talk show che hanno come filo conduttore la musica e per finire le performance intime in contesti unici come quella di Venerus al Museo della Tecnologia. Questi sono tutti format che stiamo discutendo con i nostri partner. Il momento è assolutamente fertile. Stiamo creando un mondo nuovo con tutte le difficoltà che si potranno presentare ma non posso immaginare che l’alternativa sia stare fermi e aspettare.
LB: I live saranno a pagamento. Ci saranno diverse formule di ticket, magari legate al merchandise o al disco? E una differenza di prezzo rispetto ad un live “normale”?
TD: Certo, biglietto + merch o biglietto + disco è una cosa che credo avrà molto senso per le etichette che faranno uscire dischi per i loro artisti in questo momento. È chiaro che la percezione di un concerto live e uno in streaming sia differente per cui il prezzo che un fan sia disposto a pagare andrà di pari passo. Almeno in questo momento iniziale. Ricordiamoci che la stragrande maggioranza di contenuti online sono ancora gratuiti. Anche qui stiamo rivoluzionando un mondo, siamo convinti che sia la strada giusta e più andremo rapidi.
LB: Di un live mancherà la fisicità della performance. Come sarà l’accoglienza del pubblico italiano?
TD: Non esiste nulla come un live. Il nostro motto è e rimane “fare uscire la gente di più”. Ma c’è così tanta arte là fuori che dobbiamo collegarla con i fan. È anche un momento di scoperta di nuovi artisti, nuova arte, per poi andare a cercarla in giro per il mondo quando si potrà tornare a viaggiare.
LB: Quale è secondo voi la fascia di pubblico più favorevole?
TD: Credo che la fascia 18-35 sia quella più incline al consumo di questi contenuti ma abbiamo assistito ad un’accelerazione dell’adozione di tante tecnologie in queste ultime settimane da parte di una porzione molto più ampia della popolazione, quindi non mi stupirei di vedere un pubblico più ampio.
LB: Immagino vi stiate già muovendo con i locali della Penisola. È così? Potete dirci qualcosa?
TD: Diversi locali si stanno adoperando per fare produzioni di contenuti con band della zona, musica a Km 0 (dovrei registrare il marchio). Il nostro obiettivo primario da subito è stato quello di fare si che tutti i nostri partner avessero il supporto necessario per affrontare questo momento di crisi. Abbiamo creato un forum in cui i nostri partner globali si potessero confrontare, scambiare idee e supportare a vicenda. In seguito abbiamo esteso queste sessioni a tutti gli operatori sul territorio che fossero interessati all’iniziativa. Perché vogliamo poter tornare a parlare di contratti quanto prima, ma in questo momento la cosa fondamentale è stare uniti e passare la tempesta.