Terminato il passaggio di testimone con il «Bergamo Film Meeting» , la 46esima edizione di «Bergamo Jazz» - la seconda diretta dal celebre sassofonista statunitense Joe Lovano – è pronta a risuonare in tutta la città con i suoi concerti e con le sue numerose iniziative capaci di calamitare l’attenzione di migliaia di appassionati. Ma nemmeno il tempo di assaporare questa ricca programmazione primaverile, in programma da questo giovedì a domenica 23 marzo, che la storica rassegna ci proietta all’estate con tre eventi da non perdere al Lazzaretto. Grazie alla sinergia con il «Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo» e alla collaborazione con il Comune di Bergamo, la kermesse prolungherà infatti la sua presenza in città, portando tra giugno e luglio alcuni artisti di grande prestigio che rafforzeranno ancor più la vocazione internazionale della manifestazione.
Per chi ama l’universo espressivo del jazz, solo i nomi vi metteranno i brividi dall’emozione. Sul palco del Lazzaretto saliranno infatti Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren in «Mare Nostrum» il 27 giugno e Kurt Elling & The Yellowjackets «Celebrate Weather Report» il 10 luglio. Infine, Bergamo accoglierà il 18 luglio, dopo oltre 50 anni dal suo precedente concerto in città, la leggenda Herbie Hancock , il pianista vincitore di 14 Grammy Awards tra i più rappresentativi di oltre sessant’anni di storia della musica moderna. I biglietti per i tre concerti, che avranno tutti inizio alle 21.30, saranno disponibili presso la biglietteria del Teatro Donizetti e online sul circuito Vivaticket a partire da martedì 25 marzo alle 16. Gli abbonati di «Bergamo Jazz» e del «Festival Pianistico» potranno avvalersi del diritto di prelazione dal 20 al 23 marzo, dalle 16 alle 20 direttamente nella biglietteria di Piazza Cavour.
Ma andiamo con ordine e scopriamo i dettagli di queste tre serate che sono destinate a entrare nella storia culturale della nostra città.
«Mare Nostrum»
Il progetto musicale nasce nel 2005 e unisce tre forti personalità del jazz europeo: il «poeta della tromba» Paolo Fresu, il fisarmonicista francese Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren. La forza di «Mare Nostrum» – nome che pone l’attenzione sul Mediterraneo come simbolo di storie, di culture, di dialogo e anche di terribili tragedie che non dovremmo mai dimenticare – sta nella fusione tra diverse influenze, dalla musica folk alla classica, dalla canzone d’autore francese al jazz. «Un mare di sonorità, un’utopia di bellezza in cui ognuno dei tre musicisti si rispecchia mettendo il rispettivo bagaglio di esperienze al servizio di una visione musicale e poetica comune», spiegano gli organizzatori.
Per Paolo Fresu, già direttore artistico di «Bergamo Jazz» dal 2009 al 2011, sarà un gradito ritorno a Bergamo. Oltre alle sue esibizioni, il musicista rimarrà infatti per sempre nei cuori dei bergamaschi per aver aperto la cerimonia di commemorazione della prima giornata nazionale per le vittime di Covid 19, che si è tenuta presso il «Bosco della memoria» il 18 marzo 2021 alla presenza dell’ex premier Mario Draghi.
Kurt Elling & The Yellowjackets
I Weather Report sono stati uno dei gruppi fusion più importanti tra gli anni Settanta e Ottanta. Nata da un gruppo di musicisti vicini a Miles Davis, la band è cresciuta attorno alle figure del pianista Joe Zawinul e del sassofonista Wayne Shorter, fino all’ingresso nel gruppo del bassista Jaco Pastorius. Fu con lui che i Weather Report ottennero il periodo di maggior successo, grazie anche alla pubblicazione del grande classico «Birdland», dall’album «Heavy Weather» nel 1977. Dopo anni di collaborazioni e di sperimentazioni, il gruppo si congedò dalle scene internazionali nel 1986 con l’album «This is this».
Celebrare la loro musica non è una missione da poco. Ma a Bergamo il jazz singer statunitense Kurt Elling (vincitore di due Grammy Awards) e la band iconica The Yellowjackets (alle spalle hanno ben 25 album!) creeranno la giusta magia, avvicinandosi con rispetto alle sonorità originale, ma prendendosi quelle libertà che il mondo del jazz permette, creando così nuove sfumature che arricchiranno ancor più l’ascolto. Come? Grazie al timbro baritonale di Elling e al bagaglio di poliedrici strumentisti della band. Da non perdere!
Herbie Hancock
Ottantacinque anni e non sentirli per davvero viste le numerose date sul suo tour in giro per il mondo. Nato a Chicago nel 1940, Herbie è il classico bambino prodigio. Dopo l’esordio a undici anni con la Chicago Symphony Orchestra con un concerto di Mozart, il pianista ha tracciato l’immaginario sonoro mondiale con una serie di album e di collaborazioni che lo hanno reso una leggenda. Pensiamo ad esempio alla hit «Watermelon man» dal suo primo disco «Takin’ Off» e agli album «A Silent Way» e «Bitches Brew», pubblicati con Miles Davis. Senza dimenticare i 14 Grammy Awards e l’Oscar per la migliore colonna sonora del film «Round Midnight». Abituato a calcare i più importanti palcoscenici nel mondo, nel marzo 1972 fu accolto con grande entusiasmo a Bergamo: si esibì per la prima volta nella nostra città al Teatro Donizetti in un concerto memorabile.
Dal 2011 Herbie Hancock è ambasciatore dell’UNESCO e sostiene l’«International Jazz Day» che si svolge ogni anno il 30 aprile. Si tratta di una giornata nel segno della condivisione dei valori di inclusione e dialogo fra culture diverse di cui Herbie Hancock si è sempre fatto autorevole interprete con la sua musica.
«Bergamo Jazz 2025»
Vi abbiamo fatto sognare con i nuovi concerti, ma non dimentichiamoci che è scattato ufficialmente il conto alla rovescia per la nuova edizione della rassegna che, come da tradizione, sarà un festival dal respiro internazionale ma con una grande attenzione al territorio. Sarà infatti una manifestazione diffusa: oltre ai concerti di punta che si terranno al Donizetti e al Sociale , in programma ci sono tanti momenti che verranno ospitati in piccoli teatri, in musei e in locali trasformati per l’occasione in jazz club. Oltre ai grandi nomi internazionali, ci saranno numerosi musicisti italiani e nuovi talenti che illumineranno la sezione «Scintille di Jazz» . Dal 20 al 23 marzo, ecco gli appuntamenti giorno per giorno.
La prima giornata si svolgerà tutta in Città Alta, a partire alle 17 al Teatro Sant’Andrea con l’esibizione del pianista cubano Aruán Ortiz , capace di coniugare la tradizione afrocaraibica con il jazz più avanzato. Alle 18 e alle 19.15, per «Scintille di Jazz», si esibirà al Circolino il Kairos Trio del sassofonista Gianluca Zanello. Alle 20.30 ci si sposterà al Teatro Sociale per un doppio appuntamento: il primo sarà con il trio composto dal pianista Antonio Faraò, dal contrabbassista Ameen Saleem e dal batterista Jeff Ballard. Il secondo avrà come protagonista, in esclusiva italiana, Lizz Wright, tra le più intense voci nere di oggi che, grazie a una spiccata forza interpretativa, meglio riflettono l’humus culturale afroamericano muovendosi con naturalezza tra jazz, blues, gospel, songwriting.
La seconda giornata di «Bergamo Jazz 2025», venerdì 21 marzo, avrà inizio alle 17 all’Auditorium di Piazza della Libertà con La Via del Ferro , che Eppen ha incontrato per voi intervistando la la tastierista romana Maria Chiara Argirò. Alle 18.30, per «Scintille di Jazz», al ristorante Legami Sushi&More si esibirà il duo del sassofonista Lorenzo Simoni e del trombettista Iacopo Teolis, uno dei gruppi selezionati per il progetto «Nuova Generazione Jazz 2025» dell’associazione I-Jazz, alla quale «Bergamo Jazz» aderisce. Al Teatro Donizetti, alle 20.30, salirà il Lux Quartet , formazione “mista” che unisce la pianista Myra Melford, il sassofonista Dayna Stephens, il contrabbassista Nick Dunston e la batterista Allison Miller. La band aprirà la serata al superquartetto The Legacy of Wayne Shorter, composto dal pianista Danilo Pérez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade e il sassofonista Ravi Coltrane. Chiusura di serata al NXT Bergamo di Piazzale degli Alpini con il gruppo Yugen Maki del sassofonista bergamasco Nicholas Lecchi.
L’apertura della giornata di sabato 22 marzo sarà affidata al duo della fisarmonicista Sara Calvanelli e della violinista Virginia Sutera, che si esibirà all’Accademia Carrara alle 11. Alle 17, all’Auditorium di Piazza della Libertà, sarà la volta del Dialect Quintet di Alexander Hawkins: il pianista inglese avrà al suo fianco la sassofonista argentina Camila Nebbia, il chitarrista Giacomo Zanus, il contrabbassista Ferdinando Romano e la batterista bergamasca Francesca Remigi. E alle 18.30 gli spazi di Daste ospiteranno l’evento speciale di «Scintille di Jazz», con il trio del polistrumentista bresciano Emanuele Maniscalco , rinforzato da un solista d’eccezione, il sassofonista Pietro Tonolo. Il palco del Donizetti abbraccerà prima Enrico Rava, già direttore artistico di «Bergamo Jazz» dal 2012 al 2015, e i suoi Fearless Five , formazione vincitrice del «Top Jazz 2024» del mensile Musica Jazz come miglior gruppo italiano. Insieme a lui ci saranno il trombonista Matteo Paggi, il chitarrista Francesco Diodati, il contrabbassista Francesco Ponticelli e la batterista Evita Polidoro. La serata proseguirà con il supergruppo statunitense The Cookers, composto da sette veterani: i trombettisti Eddie Henderson e David Weiss, i sassofonisti Azar Lawrence e Donald Harrison, il pianista George Cables, il contrabbassista Cecil McBee e il batterista Billy Hart. Anche sabato il «Dopo Festival» si svolgerà a NXT Bergamo di Piazzale Alpini con il quartetto del contrabbassista piemontese Roberto Mattei .
L’ultima giornata della rassegna sarà particolarmente intensa. Si partirà alle 11 al Teatro Sant’Andrea con il duo formato dalla pianista catalana Jordina Millà e dal contrabbassista inglese Barry Guy. Sala Piatti, alle 15, accenderà i riflettori sul duo della greca Tania Giannouli e dell’elvetico Nik Bärtsch, tra i più interessanti pianisti del panorama musicale del Vecchio Continente. Alle ore 17, al Teatro Sociale, «Bergamo Jazz» amplierà i propri orizzonti proponendo gli Stick Men , trio che trae linfa vitale dalla commistione fra improvvisazione, experimental rock e altro ancora, composto dal virtuoso dello Stick Tony Levin, dal chitarrista tedesco Markus Reuter e dal batterista Pat Mastelotto. Chiusura con il botto al Donizetti con la prima apparizione sul più importante palco cittadino del chitarrista Marc Ribot e dal ritorno dopo dieci anni di una delle più carismatiche voci femminili, Dianne Reeves . Marc Ribot, tra i più immaginifici specialisti delle sei corde, si esibirà a capo del suo nuovissimo quartetto Hurry Red Telephone, con Ava Mendoza alla chitarra, Sebastian Steinberg al contrabbasso e Chad Taylor alla batteria.