C’è uno spirito imprenditoriale tutto lombardo, un’intraprendenza bergamasco-bresciana votata alla (ri)costruzione che sta creando un’estate densa di eventi nonostante i terribili mesi scorsi della pandemia. Le iniziative dei Comuni di Bergamo e Brescia – giustamente capitali della cultura nel 2023 – e quelle di Edoné, Ink Club, Elav e molte altre realtà (per la musica ma non solo) sul nostro territorio hanno ricominciato a muoversi e a fare. Perché fare (con cognizione e resistenza) è il verbo adatto a rappresentare questo carattere lombardo. E se pensiamo al poco interesse governativo per la situazione del comparto cultura e spettacoli (ne abbiamo parlato attraverso la campagna La cultura in quarantena) il tutto ha quasi dell’incredibile.
Ciò che stiamo dicendo vale anche per lo Spazio Polaresco, area polifunzionale di Longuelo che da qualche settimana è ripartita alla grande. A gestirla due situazioni come Doc Servizi e la bresciana Casa Molloy (Latteria e Distilleria Molloy) nel nome di un’unione fra le province di Bergamo e Brescia all’insegna di enogastronomia, cultura e sport sotto la sigla DPCM, che declina il burocratese a colpi di decreti in Decretiamo Polaresco Congiunto Molloy.
Nelle scorse settimane un weekend dedicato alla paella, un altro alle tigelle e intanto il primo live su prenotazione – quello di The Sleeping Tree – ma è questo finesettimana a riservare le sorprese migliori, fra buon bere e musica di valore.
Da oggi, venerdì 17 luglio, a domenica 19 La Fiera del Gin accompagnerà il pubblico in uno “splendido viaggio alla scoperta del distillato trasparente che tutti amiamo in tutte le sue composizioni e combinazioni con ingredienti unici”. A fianco di ciò due live da non perdere: Max Casacci dei Subsonica sabato 18 e Bianco domenica 19.
La Fiera del Gin
Una gintonicheria al tavolo (per evitare assembramenti) con le migliori etichette selezionate e i migliori produttori. Sarà così organizzata la festa itinerante dedicata al Gin che per la prima volta arriva a Bergamo. Il pubblico è sempre più attento a cosa e a come beve, allontanandosi dal bere per bere a favore della qualità. La Festa risponde proprio a questo approccio, e anzi lo alimenta, se è vero che oggi è il mangiare bene e il bere bene una caratteristica essenziale per la vita di un locale – e difatti così sono impostati i locali citati all’inizio: per il Polaresco, ad esempio, il prossimo weekend focus sugli arrosticini.
Max Casacci e Bianco
È di pregio anche la proposta musicale dopo il sold out in 48 ore di ieri sera con la stand up comedy di Luca Ravenna. Chitarrista e produttore dei Subsonica, Max Casacci è uno dei nomi storici del rock italiano, portato dalla band torinese dalle parti di un’elettronica di qualità con risultati compositivi pregevoli (“Tutti i miei sbagli”, passata anche per Sanremo, è una delle canzoni dei primi Anni Zero che tutti ricordano).
Al Polaresco sabato 18 luglio porterà il dj set live “Urban Groovescapes e Suoni del Pianeta” in cui Casacci “rielabora i suoni delle città trasformandoli in puro groove, con o senza l’utilizzo di strumenti, mescolandoli ad armoniche estratte dal suono dell’acqua, dell’aria, delle pietre”. Una performance densa di filamenti sonori differenti, che terminerà nell’inedito “Messaggio di Gioia”, ponte sonoro tra Torino e Milano, “unite dal suono dei propri mezzi di trasporto e dalla voce della Stazione Gioia”.
Max qualche anno fa ha pubblicato insieme a Daniele Mana, l’album “Glasstress” (presentato alla Biennale d’Arte di Venezia 2011), un landscape acustico ricavato dai suoni e dai rumori della lavorazione del vetro a Murano, e l’album “The City”, insieme allo stesso Mana, al jazzista Emanuele Cisi e ad alcuni tra i più importanti jazzisti italiani ed europei (Enrico Rava, Gianluca Petrella, Furio Di Castri…). Il disco è stato realizzato interamente con rumori di Torino, registrati per settimane di giorno e di notte.
Più recente la pubblicazione di “Watermemories” (Musica d’acqua) commissionato dall’artista Michelangelo Pistoletto per la Fondazione Città dell’Arte, e “Ta’Cenc” (Musica di pietra) ricavato dal suono di misteriose rocce sonore presenti sull’isola di Gozo, Malta. Incroci fra un suono antropico e uno naturale, esplorazioni di confine fra mondi che si mescolano e influenzano con un’attitudine quantomai attuale (la questione del rapporto fra natura e intervento umano, fra spillover e antropocentrismo, giusto per citare due suggestioni, è quantomai centrale oggi). Tutto questo costituirà l’esibizione al Polaresco, accompagnata da una breve spiegazione iniziale, che consentirà a tutti di vivere al meglio l’esperienza.
Di origine torinese anche il percorso di Bianco, che sarà a Bergamo domenica 19 con il meglio delle sue canzoni in un’esibizione in solo che si annuncia di valore emozionale incisivo. Alberto Bianco, questo il suo nome per esteso, è uno dei cantautori più interessanti della penultima generazione – per intenderci quella prima del dilagare dell’it-pop – grazie a una quaterna di dischi, l’ultimo “Quattro” del 2018, che lo hanno segnalato per qualità di scrittura e intensità live.
“Sono nato a Torino negli anni ottanta quando Torino era ancora e soprattutto la città della Fiat e dell’Industria – recita la sua biografia – Questa città l’ho osservata per anni dalla provincia, quella in cui sono cresciuto e vivo tutt’ora. Da questa prospettiva non è difficile comprendere perché mi son messo a scrivere canzoni. Ascoltavamo l’America... davvero! Frusciante, Fink e i dischi di Lanegan. Ho consumato gli album dei Tre Allegri” e via così in un percorso che l’ha visto ottimo produttore del primo disco di Levante “Manuale Distruzione”, per intenderci quello del boom, per cui Bianco firma anche testo e musiche di “Nuvola” e accompagna la cantautrice in tour al basso con Daniele Celona e i Nadar Solo. Tornerà produttore anche del seguito “Abbi Cura di Te”, inanellando intanto alcuni piccoli grandi gioielli nella sua produzione.
In molti infatti hanno imparato ad apprezzare brani come “Mela”, “La solitudine perché c’è?”, “Corri Corri”, “Rosso che manca di sera”, “30 40 50”, caratterizzati da un songwriting tanto lieve nei toni quanto capace di andare a fondo nell’orizzonte emotivo di chi ascolta. Non è un caso che apra parecchi concerti di Max Gazzé, e si ritrovi componente della band del tour di “Ecco” di Niccolò Fabi e poi di quella di Margherita Vicario: Bianco è musicista e cantautore completo con una precisa visione sonora. L’ultimo tour, dello scorso autunno, si intitola “Tutto d’un fiato” e vede Bianco, affiancato dal polistrumentista Stefano Piri Colosimo (Africa Unite e Bandacadabra), rivisitare tutti i pezzi più rappresentativi del proprio repertorio in una speciale versione con accompagnamento di fiati. Occasione ghiotta, dunque, quella di ascoltarlo a Bergamo in uno spazio di rinascita quale è oggi il Polaresco.
Come prenotare
Tre le modalità di prenotazione:
- al link Prenota Polaresco
- via mail a [email protected]
- via telefono al 3938145908 (attivo dalle 14 alle 18).