A Bergamo non può finire l’inverno senza un po’ di jazz. La tradizione è questa da quarantadue anni e anche quest’anno il Bergamo Jazz Festival accenderà i riflettori dal 15 al 22 marzo. Jazz movie, Scintille di Jazz, Jazz in Città, Jazz al Sociale e Aspettando Bergamo Jazz sono tutte le sfaccettature di un cartellone che percorre direzioni differenti per definire quella parola sempre più aperta ai significati che è jazz.
L’edizione 2020 nasce sotto il segno della nuova direttrice artistica Maria Pia De Vito e la sua impronta si vede chiaramente scorrendo il ricco cartellone di concerti che animeranno la città.
Maggiore attenzione viene data alla voce, protagonista di diversi appuntamenti, accanto alla musica brasiliana, uno dei grandi amori della cantante napoletana, e alla sperimentazione, a cui De Vito non si è mai sottratta durante il suo denso percorso musicale.
Joao Bosco
L’unione di almeno due di queste identità trova perfetta espressione nella presenza di Joao Bosco, cantante e chitarrista originario del Minas Gerais, lo stato di Belo Horizonte. Joao è uno dei nomi fondamentali della Musica Popular Brasileira, un musicista di fama eppure innovativo, grazie a uno stile che fonde la bossa con i ritmi africani e caraibici, la musica araba, il jazz e il rock’n roll. Influenze formative assorbite durante gli anni Sessanta e Settanta, periodo straordinariamente fecondo della musica brasiliana dentro e fuori il Tropicalismo.
Il successo di Joao Bosco – originariamente ingegnere – si deve a Elis Regina, che proprio nei Settanta canta le sue canzoni, fra cui la splendida “O bêbado e a equilibrista”, scritta come tante altre con il poeta e paroliere Aldir Blanc.
Al BJF arriverà domenica 22 marzo alle ore 17 al Teatro Sociale.
Karin Krog e John Surman
Vocalità e sperimentazione significano in questo BJF Karin Krog e John Surman. Domenica 22, alle 11 in Sala Piatti, la cantante norvegese (classe 1937), fra le voci più belle del jazz del Continente, porterà in città il suo connubio con il grande polistrumentista inglese John Surman (sassofoni, clarinetto basso, electronics), per la prima volta a Bergamo nel 1971 con i formidabili The Trio. I due fanno coppia anche nella vita e a ciò si deve anche la loro intensa complicità artistica. Il risultato è un sound decisamente originale, dove le sfumature e i dettagli sono fondamentali per creare un mood carico di senso melodico e lirismo, non privo di deviazioni marcatamente avant.
Theo Bleckmann e Henry Hey
Se invece volete ascoltare un esempio di stato dell’arte della vocalità jazz contemporanea non potete tralasciare il live di Theo Bleckmann con il tastierista Henry Hey, sabato 21 alle 11 all’Accademia Carrara. Bleckmann nel suo percorso ha cantato praticamente di tutto: dal songbook di Broadway fino a Kurt Weill, passando per Charles Ives e Kate Bush (a cui ha dedicato lo splendido “Hello Earth - the Music of Kate Bush”). A fianco a lui un nome conosciuto a chi ancora ama leggere i crediti dei dischi: Henry Hey vanta infatti collaborazioni con Kate Bush, David Bowie, George Michael, Rod Stewart, Empire of The Sun e Ariana Grande.
Marcin Wasilewski
Ma BJF 2020 significa anche ECM, un’etichetta ma soprattutto un’estetica che si deve al suo fondatore Manfred Eicher. Negli anni il produttore discografico di Lindau, Germania, ha creato una visione sonora fra jazz e contemporanea che è diventata un marchio di fabbrica a cui hanno aderito quasi tutti i jazzisti che contano dal 1969 a oggi.
Anche quest’anno la pattuglia di musicisti che hanno inciso con ECM è nutrita: il già citato Bleckmann con il suo “Elegy”, ma anche il pianista polacco Marcin Wasilewski (giovedì 19 marzo alle ore 21 al Teatro Sociale), leader di un trio molto apprezzato nel panorama europeo (“January” del 2008 per capire di cosa stiamo parlando).
Enrico Rava e Joe Lovano
Impossibile poi non citare Enrico Rava e Joe Lovano con il disco “Roma” insieme a un quintetto che coinvolge il pianista Giovanni Guidi, il contrabbassista Dezron Douglas e il batterista Nasheet Waits. Prima di loro il super trio formato da Kenny Barron, maestro del pianoforte jazz moderno, Dave Holland, contrabbassista monumentale, e Johnathan Blake, batterista tra i più apprezzati. I primi due nel 2014 hanno pubblicato l’ottimo “The Art of Conversation” (non su ECM ma su Impulse), titolo perfetto per raccontare il loro interplay, con l’aggiunta preziosa del più giovane Blake, classe 1976. (entrambe le formazioni venerdì 20 al Teatro Creberg).
Jakob Bro Trio
Una delle espressioni più tipiche del suono ECM, però, è quella del Jakob Bro Trio, formazione del chitarrista danese Jakob Bro, apprezzata proprio per la sua capacità di dilatare gli spazi sonori e creare landscapes cinematici di grande suggestione. Bro si esibirà sabato 21 alle ore 21 al Teatro Creberg, con Mark Turner ospite al sax tenore, Thomas Morgan al contrabbasso e Joey Baron alla batteria. “Streams” (2018) è l’affascinante disco ECM che ha visto nascere la formazione, qui impreziosita dal super sax di Turner.
Brad Mehldau
Collaborazioni con il soprano Anne Sofie von Otter, riletture di Nick Drake e Radiohead, pagine di Bach e improvvisazioni, ma soprattutto musica in trio di altissimo livello. Brad Mehldau è uno dei (tanti) imperdibili di questo Bergamo Jazz, ed è forse il musicista più atteso fra i big. Con Larry Grenadier al basso e Jeff Ballard alla batteria, il pianista americano ha inciso dodici dischi, fra cui l’ultimo “Seymour reads the Constitution!” del 2018. Ennesima conferma dell’eccellenza espressiva di uno dei più grandi musicisti del nostro tempo.
Scintille di Jazz e Aspettando BJF
Ma Bergamo Jazz Festival non dimentica neppure il proprio territorio e grazie a Scintille di Jazz – la rassegna curata da Tino Tracanna e dedicata al jazz bergamasco – premia e valorizza il suono e la sperimentazione di casa nostra. Un’operazione da non sottovalutare, perché accendere il riflettore sulla scena jazzistica coltivata durante tutto l’anno non è cosa da poco. Così come non è scontato avere sempre materiale nuovo, florido e di qualità, capace di dimostrare che non solo la scena bergamasca è presente, ma è pure capace di crescere e migliorare ogni anno. Per giungere con sfaccettature sempre più ricche all’agognata presenza sul cartellone del festival cittadino.
Segnaliamo dunque il quartetto della vocalist bergamasca Beatrice Arrigoni, che si esibirà all’Elav Circus giovedì 19 alle 22.30 e 23.30 presentando il suo disco d’esordio come leader “Innerscape”. Inoltre consideriamo bergamasco – nonostante da anni si divida fra il capoluogo orobico e Milano – anche il clarinettista Francesco Chiapperini, che torna in cartellone con il Trio InSight sabato 21 alle 19, al Salone d’Onore del Museo Bernareggi.
Queste che vi abbiamo dato sono solo alcune dritte di un cartellone assai vario e pieno di sorprese. Avremmo potuto parlarvi della clarinettista Anat Cohen e del suo straordinario tentetto. Oppure del saxofonista Chris Potter, a Bergamo con il suo trio comprendente un gigante come Bill Frisell. O ancora di Luca Aquino – in una performance per tromba ed elettronica al Museo della Cattedrale – e di Paolo Angeli e la sua chitarra sarda preparata alle prese con i Radiohead. Non dimenticando un trio che promette grandi cose come quello di Michele Rabbia (percussioni), Gianluca Petrella (trombone) e il novergese Eivind Aarset (chitarra ed elettronica) e tante altre cose. Ma torneremo presto sul Festival con interviste e approfondimenti. Intanto spulciate il calendario sul sito dell’evento (link qui sotto) e ascoltate la nostra playlist: anche quest’anno Bergamo Jazz Festival è l’evento da non perdere della stagione culturale bergamasca.