«Ma vegna qua qualunque è [per cura] familiare o civile ne la umana fame rimaso» (Dante Alighieri, Convivio, I, I, 45). Dante lancia un invito chiaro e deciso: c’è posto per tutti al banchetto della conoscenza, sostenuto dall’incontrovertibile sentenza aristotelica per cui «tutti li uomini naturalmente desiderano sapere». Di fronte a questo nobile desiderio, soddisfatto però naturalmente da poche persone, si prospetta un’ulteriore possibilità: sedersi alla tavola del «Convivio», dove le canzoni del poeta sono le vivande, mentre il pane è il commento in prosa ai versi. Dante si propone di soddisfare la fame non dei dotti e dei letterati, ma di uomini e donne impegnati in attività pratiche, familiari o civili, che – non per loro colpa – sono esclusi dalla vera cultura. Per farlo, autentico divulgatore del suo tempo, non siede alla mensa elitaria, ma raccoglie le briciole del «pane de li angeli» per distribuirle al pubblico.
Allo stesso modo, riprendendo l’invito del Sommo Poeta, la Società Dante Alighieri di Bergamo regala alla città la possibilità di sedersi a questo banchetto per godere dell’incredibile qualità delle vivande. È proprio con un ciclo di tre incontri dedicati al «Convivio» dantesco, infatti, che La Dante ha deciso di introdurre il primo trimestre dell’anno 2022-2023. Tutti gli incontri si tengono dalle 17.30 alle 19 (ingresso libero) presso la Sala delle Carte del Centro Culturale delle Grazie (viale Papa Giovanni XXIII, 13, Bergamo) e sono tenuti da membri del consiglio, soci o collaboratori esterni chiamati appositamente per l’occasione.
Il 6 ottobre, Enzo Noris e Thomas Persico introdurranno l’incompiuta opera dantesca in «Sapienza e poesia nel Convivio di Dante»; Carla Caselli poi, il 13 ottobre, indagherà il compito del sapiente nella società («La missione del dotto. Intellettuale, sapere, società nel Convivio»). Infine, a Luca Lombardo, il 20 ottobre, spetterà l’arduo compito di una ricognizione sulle fonti filosofiche dell’opera tra pensiero aristotelico ed echi boeziani e agostiniani («Nell’Officina del Convivio. Per una ricognizione delle fonti filosofiche di Dante»).
Una provocazione per l’oggi
Così come Dante decise di scrivere quest’opera in volgare, rendendola accessibile a tutti, così anche la società La Dante spalanca le porte a un pubblico che possa essere più vasto possibile. Enzo Noris, presidente de La Dante, promette incontri «né troppo pop, né riservati a specialisti». Con una voce calda e pacata, continua sostenendo: «Il “Convivio” è un’opera che aiuta a rileggere il presente; facciamo fatica oggi a trovare delle figure intellettuali carismatiche come Dante, con una visione così ampia ed enciclopedica. Quello che ci preme è che non venga a mancare completamente una visione di sintesi, uno sguardo capace di abbracciare una forma di sapere sapienziale».
Ecco, allora, l’attualità di Dante. È provocazione per un tempo che rende il sapere sempre più settoriale e minuzioso, limitando la capacità di interpretare la realtà planetaria. Ci si sente minuscoli, oggi, di fronte all’universo. Forse proprio perché abbiamo solo una piccolissima chiave di interpretazione: la via che abbiamo scelto di affrontare negli studi e per la vita.
La Società Dante Alighieri, che vanta un pubblico fedele e appassionato, sente però la necessità di incontrare anche i più giovani. Obiettivo e desiderio di quest’anno associativo è arrivare a coinvolgere anche le scuole e qualche universitario, consapevoli dell’incredibile compito affidato alle nuove generazioni.
L’incompiuto che spalanca
Dei quindici libri (o trattati) che avrebbero dovuto comporre il «Convivio», Dante ne scrive solo quattro. Le sue energie sono assorbite poi dalla stesura della «Commedia», nella quale vediamo sfociare molte delle tematiche dell’opera precedente. Questa sospensione viene figurativamente colmata, nella proposta de «La Dante», da un secondo ciclo di sei incontri, pronti a indagare i grandi anniversari della letteratura italiana, senza mai perdere di vista i riferimenti al Sommo Poeta.
Il 27 ottobre, Fabrizio Brena commemorerà i sessantacinque anni dalla morte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-2957) in «Giuseppe Tomasi di Lampedusa oltre il Gattopardo», mentre il 10 novembre sarà occasione per ricordare i centottant’anni dalla nascita di Antonio Fogazzaro (1842-1911) con Giovanni dal Covolo («Fogazzaro e la conciliabilità di Darwinismo e cristianesimo»). Il 17 novembre il presidente dell’Associazione Enzo Noris guiderà il pubblico nell’intima poetica di Umberto Saba (1883-1957) per celebrare i sessantacinque anni dalla sua morte («Saba e “i sereni animali che avvicinano a Dio”»; Beatrice Gelmi, invece, il 24 novembre condurrà un affondo su Dino Buzzati (1906-1972) a cinquant’anni dalla sua morte («Dino Buzzati: la vita come attesa»). L’omaggio ai centodieci anni dalla nascita di Elsa Morante (1912-1985) sarà condotto da Gianni Vacchelli, docente formatore della Provincia di Milano, il 1° dicembre, con un incontro dal titolo «La lezione di Elsa Morante oggi: arte come liberazione e integrità del reale». Infine, il 15 dicembre, Thomas Persico ed Enzo Noris concluderanno il primo trimestre con un contributo su Giovanni Pascoli (1855-1912) a centodieci anni dalla sua morte («Giovanni Pascoli: l’uomo, lo studioso, il poeta»).
La società La Dante crede profondamente che celebrare questi anniversari sia un modo per richiamare alla memoria autori e opere che non devono essere dimenticati, ma anzi, si insinuino sempre più nel patrimonio culturale e umano del suo pubblico. I diversi anniversari, infatti, fungono da pretesto per riscoprire e rileggere testi, in prosa e in poesia, che hanno costruito l’incredibile storia della letteratura italiana tra Ottocento e Novecento.
L’immagine del convito, tra l’altro, richiama un’atmosfera di gioia e di festa, di pacifico scambio di impressioni e condivisione di quanto preparato per la tavola. È un luogo di incontro e di crescita. È comunione, una bella sfida di democratizzazione culturale. Nel «Convivio» dantesco e negli incontri della Società Dante Alighieri.