93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

“Da Bergamo al Mediterraneo”: un volume per raccontare la storia delle Mura e delle fortificazioni veneziane

Articolo. Otto saggi, schede di approfondimento, un ampio apparato iconografico. Storici dell’architettura, delle istituzioni e dell’economia raccontano le fortificazioni veneziane patrimonio Unesco. A partire proprio da Bergamo

Lettura 3 min.
L’abbraccio delle Mura di Bergamo (©Studio Da Re)

“Da Bergamo al Mediterraneo. Fortezze alla moderna della Repubblica di Venezia”. Questo il titolo completo del volume presentato ieri presso la sala conferenze della sede di Sant’Agostino dell’Università degli Studi di Bergamo. Lo sbocco editoriale di “Panorama Mura” del Museo delle Storie di Bergamo, un progetto di ricerca scientifica nato grazie all’affidamento del Comune di Bergamo della valorizzazione storica delle Mura bergamasche riconosciute patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2017, unitamente alle fortificazioni di Peschiera del Garda, Palmanova, Zara e Sebenico (Croazia) e Cattaro (Montenegro).

“Con questo volume, il Museo delle Storie realizza un’importante tappa nel percorso di valorizzazione delle ‘Mura di Bergamo’, contribuendo a modificarne la percezione comune”, spiega Roberta Frigeni, direttrice del Museo delle Storie di Bergamo. “Il lavoro di ricerca di cui il volume è esito, infatti, invita il lettore a comprendere la fortezza di Bergamo non come entità̀ autonoma, bensì̀ entro la più̀ ampia dimensione territoriale del sistema difensivo della Serenissima, e alla luce del contesto delle trasformazioni dell’Europa del Rinascimento”.

Un percorso variegato dunque, attraverso le opere di difesa veneziane sorte tra il XVI e XVII secolo, tracciato dal comitato scientifico di cui fanno parte personalità del mondo accademico italiano, esperti di fortificazioni e della Repubblica di Venezia: Alessandro Brodini (Università̀ degli Studi di Firenze), Matteo Di Tullio (Università̀ degli Studi di Pavia), Francesco Paolo Fiore (Sapienza Università̀ di Roma), GianMaria Labaa (Istituto Italiano dei Castelli), Elisabetta Molteni (Università̀ Ca’ Foscari Venezia), Marco Pellegrini (Università̀ degli Studi di Bergamo), Aurora Scotti del Politecnico di Milano. E Monica Resmini Università di Bergamo, co-curatrice del volume e a sua volta autrice di uno dei saggi.

Gli otto contributi sono l’esito di una serie di conferenze tenute a Bergamo (e disponibili su Youtube) in collaborazione con Ateneo Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, Archivi storici comunali e Segretariato Unesco. Il tema è sviscerato attraverso molteplici punti di vista e un approccio interdisciplinare: si tratta, naturalmente, di architettura, ma anche di gestione militare, economica e finanziaria, di politica difensiva e gestionale, di iconografia e documentazione grafica. E ancora, rivoluzione militare, la nascita degli stati moderni, l’affermarsi della figura dell’ingegnere-soldato.

Lo sguardo si allunga oltre il caso bergamasco e abbraccia un disegno più ampio, utile a gettare nuova luce sui motivi che fanno del “nostro” e degli altri sistemi difensivi un Patrimonio Unesco. E che passa attraverso una maggiore comprensione del periodo storico in cui le Mura furono progettate e realizzate, dei motivi che portarono la Serenissima a dotarsi di un simile apparato difensivo. “Il volume prende in considerazione un contesto territoriale vasto, di problematiche e soluzioni, con confronti e analisi diversificate”, racconta Monica Resmini. “Ci sono aspetti delle fortificazioni che in parte sono comuni, altri che non lo sono. Ogni fortezza ha le sue peculiarità, dipendono in particolare dal sito in cui la fortezza è realizzata, dal contesto morfologico. Quella di Bergamo è una fortezza di monte, con particolarità ed esigenze ben specifiche”.

Nel saggio che chiude il volume, dal titolo “Una fortezza gagliarda e stravagante: modelli e disegni”, Resmini si concentra proprio sui disegni relativi alla fortezza di Bergamo e alle sue fasi di realizzazione. “La fortezza di Bergamo ha richiesto un cantiere molto lungo: ha una storia pluridecennale. Parte nel 1561 ma arriva al XVII secolo, quindi quasi settant’anni di cantiere. Questo farsi progressivo ha prodotto molti disegni ma anche dei modelli, dei quali però oggi non resta traccia”.

Il suo studio parte dall’analisi di alcuni dei 49 disegni del progetto delle mura bergamasche registrati già a metà del XVIII secolo, e che rappresentano “una quantità ridotta rispetto alla sterminata mole di disegni che dev’essere stata prodotta nel corso di questo lungo cantiere”. “Questi disegni ci aiutano a capire il farsi della fortezza, sono fondamentali per descrivere e valutare le scelte progettuali” spiega. “Soprattutto i disegni rappresentano i diversi momenti del cantiere, e in particolar modo dei punti più problematici: penso al baluardo della Fara, che ha prodotto una serie di disegni proprio per la sua difficoltà di realizzazione”.

L’opera di fortificazione bergamasca nasce progressivamente, si sviluppa nel corso di decine di anni, e questo lento progredire è accompagnato da una grandissima quantità di documenti scritti, relazioni, lettere, disegni. Si parla anche di sette modelli di legno la cui esistenza è registrata a metà Settecento, ma dei quali non rimane traccia. “Ad oggi non sono stati rintracciati”, commenta Monica Resmini, “non sappiamo perciò quanto fossero dettagliati”. Anche questo aspetto è oggetto di approfondimento del suo saggio.

Il libro è in vendita da oggi, sabato 26 febbraio, presso i bookshop del Convento di San Francesco (Piazza Mercato del fieno 6/a, Bergamo) e di Palazzo del Podestà̀ (Piazza Vecchia, Bergamo) al prezzo di 24,90 €. Online sul sito di Nomos edizioni.

Approfondimenti