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«Questi siamo noi». Arte pubblica, una questione di partecipazione

Articolo. Tra le eredità di quest’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura due grandi opere murali a Redona e Colognola, firmate da artisti internazionali. Due interventi parte di un percorso dedicato all’arte pubblica sulle due città, che ha coinvolto anche operatori culturali e istituzioni. Un progetto che si conclude con una proposta di apertura: un tavolo tecnico comunale dedicato a graffiti, street art e nuovo muralismo

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Fabio Petani, dettaglio

Oggi dopo centinaia di mostre, spettacoli, conferenze e iniziative culturali si chiude l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Da domani si spengono i riflettori sulle due città e i prossimi mesi saranno utili a rilevare quanto questo grande contenitore congiunto avrà attivato risorse espressive, creative e artistiche sul territorio, quanto avrà dato spinta a quelle già esistenti e se tutto il lavoro culturale e di tessitura di relazioni avviato o portato avanti anche nel corso di questo 2023 sarà in grado di consolidare ulteriormente quanto già c’è, oltre a generare nuove opportunità e spazi di dialogo.

Le celebrazioni per la Capitale finiscono, ma quanto fatto, in parte, resta testimonianza tangibile e traccia da percorrere. È il caso per esempio di «Questi siamo noi», un percorso condiviso dedicato all’arte pubblica, che lascia a Bergamo due grandi opere di muralismo realizzate nei quartieri di Redona e Colognola. Oltre a questi interventi e a un laboratorio di poster art con soggetti fragili che stanno scontando la pena fuori dal carcere, il progetto comprendeva anche un convegno da cui è emerso un invito all’Amministrazione comunale: guardare il fenomeno dell’arte pubblica in città con una prospettiva a lungo termine, attraverso la proposta della creazione di un tavolo interassessorile che si occupi proprio di creatività urbana.

Entrare in punta di piedi nelle comunità con la street art

«Questi siamo noi» è un progetto ideato in occasione dell’anno della Capitale dall’incontro tra il laboratorio creativo cittadino Tantemani, promosso dalla cooperativa sociale Patronato San Vincenzo, e l’associazione bresciana True Quality. Da questa collaborazione nascono due opere di street art in ogni città, realizzate grazie al contributo di artisti nazionali e internazionali: Biro e Super Bab hanno lavorato a Brescia. A Bergamo, invece, lo spagnolo David de la Mano è intervenuto sulla facciata del teatro San Sisto di Colognola realizzando «Waiting for the wind», un’opera ispirata alla mitologia greca, mentre Fabio Petani ha dipinto sul muro dell’Istituto Comprensivo Petteni di Redona firmando «Benzene&Spathiphyllumcochlearispathum», «un murale che omaggia la forza delicata della natura – spiega – che ha al centro una calla».

Quelli di Bergamo sono «due lavori eterei e dolci in forte conflitto con le immagini della città, che sono molto dure, spigolose, solide. Due piccoli spazi di poesia che si aprono inaspettati rispetto alla concretezza della quotidianità» spiega Davide Pansera, direttore creativo di Tantemani, «un’officina-laboratorio particolarmente attenta alle relazioni con persone con disabilità o che vivono momenti di fragilità».

Ed è il tema delle relazioni la lente attraverso cui Tantemani sviluppa interventi di street art: «per noi l’arte pubblica è uno strumento per stimolare la comunità al dialogo – spiega Pansera – quando possiamo progettiamo processi creativi partecipati, in cui l’aspetto più significativo è la costruzione condivisa del messaggio dell’immagine: ci interessa che una comunità di qualsiasi tipo, un quartiere, un gruppo di persone fragili o di diciottenni, riesca a trovare un punto di incontro per esprimere qualcosa attraverso la creatività».

Fabio Petani, ad esempio, è intervenuto su una delle grigie facciate della scuola di Redona e ha sottolineato che «essendo un lavoro pubblico, il confronto è fondamentale ed è essenziale entrare nel contesto con rispetto, in punta di piedi, in uno spazio che non è casa mia, ma è vissuto da altre persone».

Arte nello spazio pubblico. Una questione da partecipare

Oltre ai due grandi muri d’artista e ai laboratori espressivi, «Questi siamo noi» il 22 novembre ha ospitato a Brescia anche «BgBs2023. Lo stato dell’arte (pubblica)», un incontro di approfondimento che, partendo da un’analisi della situazione attuale, ha poi presentato prospettive future e ipotesi di evoluzione del rapporto tra privato e pubblico. L’appuntamento si è concluso con la proposta di istituzione di un tavolo interassessorile comunale sul tema dell’arte urbana, una soluzione operativa avanzata da Inward – Osservatorio Nazionale sulla creatività urbana, organizzazione italiana che si occupa di ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana, tra graffiti writing, street art e nuovo muralismo.

Questa tavola rotonda è stata la tappa finale di un ciclo di incontri condotti con le realtà del settore delle due città: a Bergamo Tantemani, l’associazione X-Pression, l’impresa sociale HG80 e l’Accademia Carrara si sono confrontati sul tema. Le conclusioni sono arrivate durante incontro di fine novembre, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Tantemani e True Quality, Alice Cosmai dell’Ufficio arte negli spazi pubblici del Comune di Milano, l’assessora alla cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti, quello alla partecipazione del Comune di Brescia Valter Muchetti e Luca Borriello, direttore di Inward.

«Queste forme espressive nascono come discipline non convenzionali e non autorizzate, che presentano alcune problematiche quando si trovano ad avere a che fare con un inquadramento istituzionale e spesso si finisce per scontrarsi – spiega Borriello – Noi abbiamo sempre creduto che invece le esigenze si potessero conciliare e che fosse possibile tentare un dialogo, ecco perché abbiamo organizzato spazi di confronto tra associazioni, artisti e operatori culturali, fondamentali per tirar fuori criticità accumulate nel tempo, ma anche un patrimonio di creatività urbana di anni».

Secondo il direttore di Inward, la questione non può essere risolta considerando solo un punto di vista, poiché l’arte nello spazio pubblico interessa settori diversi, dalle politiche giovanili, alla cultura, a infrastrutture e decoro; da qui la proposta di un tavolo interassessorile composto da tecnici, per garantire un approccio operativo competente e una continuità al lavoro andando al di là dei cambi di amministrazione e di diverse visioni politiche.

Un’altra componente fondamentale è l’elemento partecipativo. Secondo Borriello, in questo senso, parlare di rigenerazione urbana sarebbe un po’ troppo forte, anche perché in alcuni casi questo tipo di interventi secondo lui sono «”pezze a colori”, ossia iniziative che possono anche essere strumentalizzate per nascondere problemi reali e più profondi di territori che in realtà hanno altre questioni. Molti artisti, infatti, sono contrari alla politica del decoro, perché è fine a sé stesso. Non a caso molti di questi progetti nascono con un impianto comunitario frutto di un dialogo».

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