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L’Archivio dei Quaderni di Scuola: la Storia vista dai bambini e dalle bambine tra le righe di un quaderno

Articolo. Una raccolta internazionale degli scritti dei piccoli di tutto il mondo. Un progetto che tocca Corea, Giappone e Sudamerica per arrivare a Milano, dove il suo ideatore, il bergamasco Thomas Pololi, con un gruppo di amici ha organizzato reading e avviato collaborazioni con l’Università Cattolica

Lettura 3 min.
Tema di una bambina, probabilmente di terza elementare, di Canal San Bovo - Trento, 21 febbraio 1928

D al giorno in cui la guerra ha distrutto o danneggiato il sessanta per cento delle case di Milano, oltraggiando anche i monumenti più cari al nostro cuore; dal giorno in cui le bombe hanno demolito quartieri caratteristici di Milano, riducendo a mucchi di macerie ricchi palazzi pieni di storia e umili case del popolo piene di vita, da quel giorno la nostalgia della nostra Milano si è fatta più acuta e dolorosa .

Le parole in inchiostro blu, scritte con una calligrafia fitta e lievemente spigolosa sulle righe delle pagine ingiallite di un quaderno, sono di una ragazza milanese di terza media sfollata per i bombardamenti sulla città nel febbraio 1945 . I suoi pensieri raccolti in un tema di cronaca sono arrivati a questa fine di 2021 come un messaggio in bottiglia, una narrazione di una storia personale che si intreccia con la grande Storia diventando testimonianza. Parole che avrebbero potuto rimanere a scolorire nell’umido di una soffitta, per poi finire nel cassone della carta insieme a scatoloni e vecchie cose che non servono più, ma che invece oggi fanno parte dell’ Archivio dei Quaderni di Scuola : circa 1500 quaderni italiani e un migliaio provenienti da 35 paesi da ogni angolo del mondo, datati dalla fine dell’Ottocento ai primi del Duemila.

Tra reading e laboratori nelle scuole

L’Archivio dei Quaderni di Scuola è aperto a contributi e dei luoghi più disparati e Thomas Pololi dall’avvio del suo progetto continua a ricevere pacchi spediti da persone che hanno deciso di contribuire donando i loro quaderni o prestandoli per acquisirne le versioni digitali . T utto nasce nel 2004 con l’idea di aprire Quadernini , un blog dove pubblicare i temi scritti di amici e conoscenti , chiedendo loro di poter scannerizzare i loro quaderni di scuola – spiega Thomas Pololi, originario di Bergamo e milanese d’adozione – Piano piano la cosa è cresciuta e nel giro di quattro anni avevo parecchi quaderni che mi giravano per casa e non sapevo più dove metterli, non avevo spazio neanche nella libreria .

Davanti al crescente numero di quaderni provenienti da città sparse per l’Italia, per Thomas ha cominciato a farsi avanti anche la necessità di sistematizzare tutto il materiale : ho cominciato ad avvicinarmi al mondo degli archivi e con alcuni amici abbiamo organizzato i primi reading in cui, come fosse una serata di stand up comedy, leggevamo i temi più divertenti o interessanti – spiega – Durante questi piccoli eventi molte persone si presentavano con i loro quaderni da leggere e ne sono usciti momenti bellissimi .

Nel frattempo la notizia di quello che Thomas e i suoi amici stavano facendo ha cominciato a circolare sempre di più a Milano e sono arrivati anche i primi laboratori nelle scuole, in cui proponevamo alle classi di incontrare anche gli autori dei quaderni, tra cui una signora di ottant’anni. Da qui insieme a mia moglie Anna Ronchi e alcuni amici abbiamo fondato un’associazione culturale, Quaderni Aperti .

Quadernini da tutto il mondo

Da un progetto nato con l’idea di valorizzare il materiale raccolto attraverso iniziative culturali di vario genere, Quaderni Aperti è cresciuta fino a collaborare con il gruppo di ricerca di storia della pedagogia dell’Università Cattolica di Milano . Nel 2015 è anche arrivata una mostra in cui raccontavamo la storia d’Italia vista dai bambini attraverso i contenuti dei loro quaderni .

Negli anni successivi il progetto si diffonde anche all’estero e a casa di Thomas arrivano quaderni da Giappone, Corea, Inghilterra, Sud America e con essi anche l’idea di fondare un archivio internazionale , che sarebbe stato ufficialmente presentato solo nel 2019. N el frattempo, in Italia la voce si è sparsa e abbiamo acquisito anche materiale molto interessante, come un fondo di quaderni di famiglia di un signore di 94 anni, il cui nonno aveva 12 anni nel 1859 – racconta – Nel taccuino di questo bambino di metà Ottocento ci sono esercizi e passaggi in cui racconta della sua vita scolastica all’epoca : è il più antico esemplare della nostra collezione italiana, ma il più vecchio in assoluto è inglese e risale al 1783 .

La microstoria e la storia della pedagogia

La Storia con la “esse” maiuscola emerge tra quelle righe, che si tratti di quaderni di un ragazzino inglese di secoli fa, dei coetanei di Thomas che erano alle elementari quando è crollato il Muro di Berlino o dei taccuini di un carcerato cinese degli anni Cinquanta, che ha affidato a un quaderno quello che gli passava davanti agli occhi in prigione, come il tentativo di fuga in un condannato a morte .

Proprio a questo materiale un gruppo di ricercatori italiani fa riferimento per studiare la storia, anzi, la microstoria , quella fatta di piccole testimonianze e frammenti che portano dentro alla vita quotidiana delle persone e in questo caso dei bambini, che diversamente dalle donne o dalle minoranze etniche, non aprono nuove prospettive e questo perché purtroppo i piccoli la storia l’hanno sempre un po’ subita, ma è interessante vedere i fatti attraverso i loro occhi .

Fondamentale accanto a questo aspetto anche quello pedagogico, oggetto di studio accademico : attraverso i contenuti dei quaderni si possono ottenere informazioni sui metodi educativi e sulla didattica di diverse epoche e paesi. Interessante poi non è solo ciò che si trova dentro i taccuini, ma anche fuori continua ancora Thomas Pololi, che nel frattempo ha deciso di iscriversi alla facoltà di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano.

I quaderni dalle copertine dell’Unione Sovietica o della Germania sono tutti uguali, quelli italiani, francesi e sudamericani sono bellissimi, tanto quanto quelli coreani o giapponesi – conclude – I nfine , nei paesi totalitaristi il regime ha portato la sua propaganda anche a scuola, sulle copertine, come nel caso dei quaderni di epoca fascista o di quella maoista in Cina o di quella dei regimi sudamericani . Quella dell’estetica della propaganda nei quaderni però è un’altra storia: l’idea è farci una mostra prossimamente. Non nascondo neanche l’idea, un domani, di aprire un piccolo museo dedicato ai quaderni. Vedremo . Intanto per condividere i propri quaderni, donarli o farli scannerizzare potete scrivere a [email protected] .

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