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Francesca “Fraffrog” Presentini, «mi immaginavo scrittrice, poi ho capito qual era il mio percorso»

Intervista. Fumettista, disegnatrice, youtuber ed editrice, Francesca «Fraffrog» Presentini sarà presente come ospite alla seconda edizione del «COMICON Bergamo». Con lei abbiamo parlato di editoria, di fumetto e di sogni nel cassetto

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Fraffrog

Venerdì 21 giugno alle 15 verranno ufficialmente aperti i cancelli della seconda edizione bergamasca del « COMICON – International Pop Culture Festival », che porterà negli spazi della Fiera di Bergamo il meglio del mondo del fumetto, del videogioco e della cultura pop e geek.

Tra gli ospiti presenti ci sarà anche Francesca Presentini, in arte Fraffrog , fumettista, disegnatrice, youtuber con oltre un milione e mezzo di iscritti e, da due anni a questa parte, editrice, grazie al nuovo progetto «Gigaciao» di cui è fondatrice insieme a Sio, Dado e Giacomo Bevilacqua. Abbiamo discusso con lei di questa nuova esperienza, delle ultime pubblicazioni e dei progetti futuri, con un occhio di riguardo alle nuove realtà fieristiche legate al mondo dell’intrattenimento pop.

GT: In questo momento della tua vita artistica sei impegnata con «Gigaciao». Come sta andando questa nuova esperienza nel mondo editoriale?

FP: Beh, sta andando sorprendentemente bene. Siamo al nostro secondo anno e «Scottecs Gigazine», che è il nostro primo prodotto editoriale, sta per compiere un anno. Devo dire che, nonostante siamo tutti quanti autori che vengono da diversi anni di esperienza nel mondo del fumetto, in questo lasso di tempo abbiamo sicuramente avuto occasione di imparare moltissimo. Ci siamo affacciati su un mondo che, dal nostro punto di vista, aveva bisogno di respirare un po’ di aria nuova e dedicare una maggior attenzione agli autori e ai prodotti. Da amanti del fumetto e dei libri, abbiamo cercato di dar risalto a tematiche che i giovani possano trovare divertenti e in cui possano anche rivedersi, in modo da portarli verso la lettura.

GT: Lo scorso 27 aprile durante il «COMICON» di Napoli avete annunciato «Tutto un altro Lupo», una raccolta di storie tratte dall’omonima rubrica del bimestrale «Lupo Alberto» che verrà pubblicata per celebrare il cinquantesimo compleanno dell’opera di Silver. Come state vivendo questa collaborazione?

FP: Questo per noi è sicuramente un progetto molto ambizioso, perché è forse la nostra prima grande pubblicazione esterna. Quando siamo partiti come «Gigaciao», lo abbiamo fatto pubblicando le nostre opere ma, sin da subito, ci eravamo detti che il nostro obiettivo sarebbe stato quello di pubblicare anche opere di terzi. «Tutto un altro Lupo» è un enorme primo progetto del quale siamo estremamente entusiasti. Grazie alla collaborazione che abbiamo instaurato con Silver, un nome importantissimo nel mondo del fumetto italiano, speriamo di portare Lupo Alberto alle nuove generazioni raccontandolo come non è mai stato raccontato prima, dalle penne di tanti autori diversi supervisionati da Lorenzo La Neve, il curatore dell’opera. Siamo davvero entusiasti di poter portare al pubblico questo libro e siamo stati particolarmente contenti di vedere dal vivo il calore con il quale è stato accolto il progetto, con tanti ragazzi giovani che venivano a chiederci in fiera di disegnare Lupo Alberto nel nostro stile. Lì abbiamo detto: «wow, sta funzionando!».

GT: A novembre 2023 è uscito il tuo ultimo libro dal titolo «Che faccio da grande? E altre domande che mi pongo ancora oggi», realizzato insieme a Savuland. Come è stato lavorare a quest’opera a quattro mani?

FP: «Che faccio da grande» è un volume che originariamente doveva nascere dalla mia penna, ma quando è partita la collaborazione con Savuland ci siamo resi conto che avevamo entrambe tante cose da dire a riguardo. Aneddoto buffo: quando la madre di Savuland ha letto il libro, le ha chiesto se l’avesse scritto insieme a me perché non era possibile che la nostra infanzia fosse così simile. In realtà, lei non è intervenuta sulla parte di scrittura, ma ha integrato il tutto con la sua visione e la sua esperienza sull’argomento perché, sebbene sia un’opera molto autobiografica, è pensata per essere incentrata su tematiche nelle quali tutti possono rivedersi e trovare delle somiglianze con la propria infanzia. È stato sicuramente molto bello lavorare con Savu, l’ho sempre ammirata e la conoscevo naturalmente da tempo, però non mi aspettavo che ci sarebbe stata così presto l’occasione di vedere la sua matita su una mia opera. Oltretutto, devo dire che questo mio primo progetto, dopo tanto tempo in cui non mi dedicavo al mondo del fumetto, ha riacceso in me una forte passione per questo mondo. Infatti al momento sto portando avanti una rubrica su «Scottecs Gigazine» e presto uscirà anche un numero tematico nel quale ho realizzato un’intera storia io. Accidenti, perché fare fumetti è così bello? Questo è l’unico commento che ho da fare a riguardo.

GT: Se oggi un ragazzo o una ragazza volesse cominciare a seguire la stessa strada che ti ha portato a «Gigaciao», o ad altri lavori che hai fatto negli anni, cosa dovrebbe fare?

FP: È onestamente molto difficile rispondere a questa domanda, perché oggigiorno ci sono lavori che vent’anni fa non c’erano e, giorno dopo giorno, nascono professioni e figure che fino al giorno prima non erano nemmeno previste. Personalmente, se oggi un ragazzo volesse iniziare a fare quello che faccio io, gli direi di fare semplicemente quello che gli piace. Sperimentare, creare, dedicarsi con intensità alla propria passione qualunque essa sia. Forse il più grande consiglio è quello di lasciarsi guidare da cosa ci piace fare e porci degli obiettivi a riguardo, in modo da poter valutare dopo ogni piccolo traguardo se è proprio quello il punto dove vogliamo arrivare o è soltanto il punto di partenza per altro. È una risposta molto vaga, però per me ha funzionato. Ha funzionato molto il lasciarmi trasportare dalle circostanze, perché non sempre quello che ci immaginiamo come il nostro modello di vita poi funziona per noi. Io ad esempio anni fa mi immaginavo come una scrittrice, ma in questo momento non mi ci vedrei, come non mi ci vedo a fare la designer. Con il tempo mi sono ritrovata a ritagliarmi una strada, un percorso che era quello fatto apposta per me, che è molto diverso da qualunque cosa mi fossi immaginata.

GT: Nei tuoi video su YouTube hai sperimentato molte tecniche artistiche ma, soprattutto, hai testato moltissimo materiale da disegno, dai vari tipi di pennarelli alle matite, passando per china e pennini per calligrafia. La mia domanda è: quanta roba hai accumulato in casa?

FP: [ride] È una domanda che mi fanno spesso. Io so che dai miei video sembro un’accumulatrice, ma sono una grande amante del minimalismo, per quanto non traspaia. Quindi in realtà è un sentimento contrastante quello che provo, perché sicuramente mi piace sperimentare, ma poi mi accorgo di avere oggetti in esubero. Grazie a questa consapevolezza, qualche anno fa ho iniziato a collaborare con alcune realtà scolastiche e quindi il materiale in eccesso semplicemente lo regalo. Non ho mai fatto una particolare comunicazione social a riguardo, però in futuro mi piacerebbe collaborare con delle associazioni apposite per far arrivare materiale anche a realtà che ne hanno meno a disposizione.

GT: Questo weekend parteciperai al «COMICON Bergamo» che, essendo alla sua seconda edizione, è una fiera molto più «giovane» rispetto ad altre realtà. Come valuti l’offerta sempre più capillare di eventi pop sul territorio nazionale?

FP: Sono molto contenta dell’enorme espansione che hanno avuto le fiere del fumetto. Negli ultimi anni ho apprezzato molto il fatto che siano nate fiere in località diverse dai soliti posti noti, che permettono quindi al mondo del fumetto di arrivare anche dove magari era richiesto ma non era ancora riuscito a ritagliarsi un proprio spazio. Noi come «Gigaciao», nelle realtà in crescita abbiamo ricevuto un riscontro estremamente positivo in termini sia di calore che di accoglienza, oltre che ovviamente di rendita. Questo ci ha dimostrato come credere anche in nuovi eventi che vengono realizzati con una forte spinta, e con un forte desiderio dell’organizzazione di fare qualcosa di buono, sia una mossa giusta. Ci piace esplorare questo campo, considerando che noi siamo ancora nuovi come editori, quindi tante cose le stiamo ancora scoprendo in corso d’opera, però per il momento abbiamo capito il valore di questo tipo di eventi e vorremmo sicuramente proseguire così.

GT: Hai creato e collaborato a tantissimi progetti nel corso della tua carriera, ma c’è qualcosa che non hai ancora fatto e che ti piacerebbe fare?

FP: Sì, in realtà ci sono varie cose, ma una che mi piacerebbe realizzare nell’immediato futuro sarebbe curare un gioco da tavolo. Ho lavorato a videogame, ho lavorato a grafiche di varia natura per vari utilizzi ludici, però mai a un vero e proprio gioco da tavolo. È una cosa che non riesco a togliermi dalla testa, perché adoro i giochi da tavolo. Mi piacerebbe curarne la grafica e, perché no, anche qualche dettaglio di game design. Ovviamente non è il mio settore, però mi piacerebbe affiancare la persona che se ne occupa, magari progettare qualcosa di tematizzato. Potrebbe essere un progetto per l’anno prossimo.

Fraffrog sarà presente in fiera per tutti i tre giorni della manifestazione e parteciperà al panel «Evviva, c’è Gigaciao!» che si terrà sabato 22 alle ore 14.45 nella Sala Imaginaria.

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