I documentari cinematografici giocano un ruolo significativo nell’informazione, in special modo quando si tratta di diritti umani e attualità. Offrendo una prospettiva tangibile e raccontata in modo diretto, avvicinano a tematiche più o meno note, approfondendone la comprensione. I reportage sono inoltre da sempre tra i mezzi più potenti per la messa in luce di violazioni dei diritti umani, crisi umanitarie e questioni sociali critiche. Ponendo il focus sulle voci e sull’investigazione giornalistica, il documentario d’attualità ha un forte potenziale di coinvolgimento. La narrazione è in grado di fornire un’opportunità educativa e di documentazione storica per mezzo di un registro affidabile.
«Mondovisioni» esiste da quindici anni, proponendo documentari appassionanti e urgenti, selezionati dai maggiori festival internazionali e offerti in esclusiva per l’Italia. Dopo l’anteprima tradizionale a Ferrara all’inizio di ottobre, la rassegna intraprende un tour annuale che tocca sale cinematografiche, associazioni, istituzioni culturali, ONG, scuole e spazi di ogni genere in tutta Italia. Oltre 200 proiezioni all’anno vengono organizzate in decine di città, grandi e piccole, da nord a sud, diffondendo l’importante messaggio dei documentari.
Fedele alla linea editoriale di «Internazionale», la rassegna racconta la complessità del nostro tempo attraverso storie esemplari e senza filtri, coinvolgendo gli spettatori all’interno di questioni rilevanti a livello globale. La selezione di documentari per il 2023-2024 comprende sei titoli acclamati che sono stati presentati in importanti festival internazionali come la «Berlinale» e il «Sundance Film Festival», oltre ad essere stati selezionati in altri noti festival di documentari come l’«IDFA», il «CPH:DOX», l’«Hot Docs» e lo «Sheffield Doc/Fest», tra gli altri.
I film saranno proiettati ogni martedì, con inizio alle 20.45 presso il Cinema Teatro del Borgo. Il programma spazia tra attualità e riflessione, emozioni e analisi, offrendo uno sguardo diversificato sul mondo, attraverso il miglior cinema documentario e il grande giornalismo. I sei appuntamenti affrontano tematiche cruciali, tra cui il conflitto in Ucraina con «20 days in Mariupol», la sorveglianza e la repressione in Cina con «Total trust», le lotte per i diritti delle donne in Iran con «Seven winters in Tehran», la ricerca di giustizia per le vittime del regime siriano con «The lost souls of Syria», il diritto internazionale con «Theatre of violence» e l’impatto delle lobby evangeliche sulla politica statunitense con «Praying for armageddon».
«Mondovisioni» è in collaborazione con CineAgenzia e include interventi introduttivi da parte di organizzazioni locali come, nel caso di Bergamo, Circolo Arci Base Palazzolo s/O, Fridays for Future Bergamo, Non Una di Meno Bergamo e Cooperativa Ruah. Queste collaborazioni arricchiscono l’esperienza dell’evento, offrendo al pubblico l’opportunità di partecipare attivamente alle discussioni e di approfondire ulteriormente le tematiche affrontate nei documentari.
Le proiezioni
Si comincia il 7 novembre con « Praying for armageddon » di Tonje Hessen Schei, un thriller politico che esplora la pericolosa fusione tra il cristianesimo evangelico e la politica statunitense. Attraverso anni di ricerche, il film rivela come il fondamentalismo religioso indebolisca la democrazia americana e influenzi la politica estera del paese. Il documentario esamina il ruolo delle fondazioni religiose, delle mega-chiese evangeliche e delle oscure manovre dietro le quinte di Washington, evidenziando come questa connessione abbia contribuito alla spirale di violenza in Medio Oriente.
In programma il 14 novembre « Total trust » di Jialing Zhang, il primo grande film che indaga nel mondo della sorveglianza cinese. La storia è una testimonianza inquietante di tecnologia, (auto)censura e abuso di potere nel XI secolo. Attraverso il racconto di due famiglie che lottano per la giustizia da dentro una prigione digitale, il documentario rivela come il governo cinese utilizzi tecnologie avanzate per monitorare la popolazione in modo invasivo, minando la privacy e i diritti umani.
«The lost souls of Syria» di Stéphane Malterre e Garance Le Caisne, il 21 novembre, vede invece al centro il tema della giustizia internazionale in relazione alla crisi siriana. Il film parte dall’evento in cui sono state rubate 27.000 foto di detenuti civili torturati a morte dagli archivi segreti del regime siriano. Il documentario segue le famiglie delle vittime, gli attivisti e il disertore militare con nome in codice «Caesar» mentre cercano verità e giustizia attraverso i tribunali statali in Europa. Il processo contro gli alti funzionari del regime siriano rappresenta un momento cruciale per la giustizia internazionale.
Il 28 novembre sarà la volta di « Seven winters in Tehran » di Steffi Niederzoll, la storia di Reyhaneh Jabbari, una giovane iraniana condannata per aver ucciso un uomo che aveva cercato di violentarla. La sua protesta la rende un simbolo della resistenza e dei diritti delle donne in Iran e oltre i suoi confini. Il film si basa su video personali e testimonianze che offrono uno sguardo toccante sulla vita di una giovane donna diventata simbolo di coraggio e diritti delle donne.
« Theatre of violence » di Lukasz Konopa ed Emil Langballe verrà proiettato il 5 dicembre. Il documentario esplora la storia di Dominic Ongwen, rapito dall’LRA ugandese all’età di 9 anni e costretto a diventare un bambino soldato. Ora affronta la Corte Penale Internazionale (ICC) per i crimini commessi, sollevando domande complesse sulla responsabilità e sulla giustizia. Il film segue il processo presso la Corte Penale Internazionale a L’Aia, offrendo uno sguardo intimo sulla vita di Ongwen e sul sistema di giustizia internazionale.
La rassegna si chiuderà il 12 dicembre con « 20 days in Mariupol » di Mstyslav Chernov. Questo documentario presenta le prime settimane dell’invasione russa in Ucraina, attraverso filmati di bombardamenti, vittime civili e l’attacco a un ospedale pediatrico. Una squadra di giornalisti ucraini lotta per documentare le atrocità dell’invasione, diventando l’unica squadra di reporter rimasti in una città assediata. Il film cattura le immagini determinanti di una guerra che ha scosso il mondo.