Sin dagli albori della settima arte, il cinema e la cultura d’impresa l’uno legato all’altro. Basta pensare al primo film proiettato dai fratelli Lumière a Parigi quel 28 dicembre 1895, data solitamente indicata come punto di avvio della storia del cinema. Il film mostrava l’uscita di un gruppo di operai e di operaie dalle officine Lumìere a Monplaisir, alla periferia di Lione.
Le opere che esplorano le molteplici sfaccettature del mondo del lavoro umano sono innumerevoli: dai corti di Lumière ai film del “nostro” Ermanno Olmi, da Jean-Luc Godard – che nel 1954, in «Opération béton», ritrasse la costruzione della più alta diga d’Europa – ai Corporate Movies, i film d’azienda contemporanei.
«Il cinema d’impresa oggi cerca di raccogliere, con sapienza e intelligenza progettuale, una sfida molto impegnativa: costruire un nuovo racconto per immagini d’un mondo che sta attraversando radicali cambiamenti, nella duplice transizione ambientale e digitale. Un’intensa prefigurazione del futuro». A parlare è Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa, che nel volume «L’avvenire della memoria» sottolinea come la cultura d’impresa sia, «concretamente, attore fondamentale per il riscatto morale e civile del paese».
Guardare al domani, narrando e valorizzando il “saper fare” di chi ci ha preceduti. È l’obiettivo di « : MADE », il progetto di promozione del patrimonio d’impresa attraverso il linguaggio cinematografico ideato dalla Camera di commercio di Bergamo e realizzato da Lab 80 film, in collaborazione con Fondazione Dalmine, Fondazione Legler per la Storia Economica e sociale di Bergamo, GAMeC e Museo delle storie di Bergamo; con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Bergamo e con il patrocinio di Museimpresa, Unioncamere e Assocamerestero.
Alla sua seconda edizione, «: MADE» si divide in due filoni principali, come ha anticipato il Presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni: «quello della produzione, con Made IN Audiovisual Residency Program, e quello propriamente festivaliero che, a sua volta, si articola in cinque sezioni: MADE Classic, MADE Cinema, MADE Competition, MADE Talks, MADE In con la proiezione delle due opere realizzate durante il percorso di residenza artistica MADE IN». Il primo filone è partito lo scorso maggio; il secondo, invece, porterà dal 15 al 17 novembre allo Schermo Bianco e negli spazi del centro culturale Daste Bergamo un ricco programma di proiezioni, talk e momenti di networking.
Il concorso internazionale per Corporate Movies, per raccontare e sperimentare
Cuore del progetto «: MADE» sarà anche quest’anno « MADE Competition », un concorso internazionale che invita le imprese, gli autori, i creativi, le case di produzione e le agenzie di comunicazione a condividere i loro migliori Corporate Movies. È possibile iscrivere il proprio film entro il 31 agosto: le opere selezionate, proiettate durante la tre giorni del festival, potranno concorrere al Premio MADE Film Festival e ai premi collaterali, ovvero il Premio Speciale FUTURA della Camera di commercio di Brescia dedicato alla sostenibilità e il Premio Speciale di Confindustria Bergamo.
A questi riconoscimenti, si aggiunge per la prima volta il Premio Giovani, che verrà assegnato da una giuria composta da studenti delle superiori e universitari. Alla base di questa scelta, come sottolinea Maria Paola Esposito, Segretario Generale della Camera di Commercio di Bergamo, c’è la volontà di «capire quali possano essere le aspettative [degli studenti] rispetto al mondo dell’impresa e del lavoro. I cortometraggi, di cui prenderanno visione in una matinée loro dedicata, sono un’ottima palestra per comprendere le dinamiche organizzative aziendali, sciogliere possibili preconcetti e formulare nuove visioni professionali».
Ma che cos’è il Corporate Movie? «Non è altro che l’evoluzione di quel cinema d’impresa che nasce nella prima metà del Novecento – spiega Andrea Zanoli, Membro del Comitato Scientifico di «: MADE» e responsabile del progetto per Lab 80 film – È un modo che le aziende, le imprese, gli artigiani hanno per raccontare quello che è il loro lavoro, il loro prodotto o anche semplicemente l’organizzazione stessa che rappresentano». Niente a che vedere con la pubblicità, specifica Zanoli. «La pubblicità tendenzialmente serve per mostrare al meglio un prodotto e venderlo. Qua invece si tratta di raccontare: raccontare un luogo di lavoro, il processo che porta a un prodotto o a un servizio».
Ecco allora che raccontando diventa possibile, per un videomaker, un appassionato o un’agenzia di comunicazione, dare sfogo alla propria creatività e alla propria libertà espressiva. Allontanarsi dalla forma tradizionale del documentario, proporre video più brevi, sperimentali, visivamente “all’avanguardia”.
«Spesso i video non sono parlati – spiega Zanoli – Si tratta quindi di raccontare per immagini un qualcosa di specifico, l’anima di un luogo di lavoro. Questo lascia molto spazio ai registi, ai videomaker, di allargarsi e trovare soluzioni interessanti. Abbiamo visto ad esempio Corporate Movies di aziende di componenti di motori industriali che hanno utilizzato dei corpi di danza contemporanea, oppure video di ditte che si occupano di elettronica e di elettrotecnica accostare il loro lavoro a quello di uno scultore».
Sperimentare significa sì prestare attenzione alle immagini, ma può voler dire anche servirsi di un linguaggio ironico per rappresentare e superare alcuni stereotipi aziendali, oppure giocare con il suono. «L’anno scorso – ricorda Zanoli – uno dei Corporate Movie era dedicato a un’impresa di vini. Il sottofondo musicale era giocato su suoni della natura esasperati, in presa diretta, che andavano proprio a comporre la colonna sonora».
Nel 2023 la partecipazione al concorso è stata significativa, con circa 160 opere iscritte da aziende di ogni ordine e grado, agenzie creative e registi. Opere provenienti sia dall’Italia che all’estero, variegate in quanto a linguaggi e settori rappresentati: dall’artigiano alla piccola impresa, fino alla multinazionale. L’invito che Andrea Zanoli e gli organizzatori di «: MADE» rivolgono allora a tutti i creativi e gli appassionati è quindi quello di provare a partecipare: l’iscrizione al concorso è gratuita e non c’è limite al numero di video che ogni partecipante può caricare. La scadenza, come detto, è il 31 agosto.
«Sappiamo che ci sono tantissimi giovani registi che muovono i primi passi nel nostro territorio, che è un territorio ricco dal punto di vista manifatturiero, produttivo, agricolo, di servizi. Il fatto che a Bergamo esista un festival dedicato a questi film, che di solito non vengono visti se non dagli addetti ai lavori, è un’occasione di confrontarsi con altri registi, un’occasione di vedere un po’ quello che è il panorama nazionale e internazionale al momento. Può essere anche di grande ispirazione, permette di conoscere e farsi conoscere».