Prende in prestito il titolo da una delle grandi commedie americane nate a teatro e trasposte al cinema, «A piedi nudi nel parco», la rassegna cinematografica “sotto le stelle” nell’Ortaglia di Palazzo Moroni, bene del FAI. Un’arena cinematografica estiva all’aria aperta sui generis, per riscoprire il cinema e il suo rapporto col mondo in una modalità diversa, forse più libera e liberatoria, in qualche modo: a piedi scalzi si potrebbe dire.
Una torcia, una coperta, un repellente per zanzare: è l’equipaggiamento consigliato dagli organizzatori, decisamente inedito per il classico rituale cinematografico, ma piuttosto utile quando la soglia d’accesso al “mondo delle illusioni” si trova nel bel mezzo di un giardino, in particolare nel parco privato più grande di Città Alta. Ci si accomoda a terra, a piedi nudi nel prato, e si contempla lo schermo come si farebbe col cielo: e in fin dei conti, a pensarci bene, la differenza non è poi molta, quanto a potenziale evocativo e immaginifico, quanto a spazio verso il quale proiettare riflessioni, sogni, ambizioni, ansie, paure, o nel quale cercare risposte.
La rassegna è promossa dalla Federazione Italiana Cineforum, in collaborazione con il FAI – Palazzo Moroni e il contributo del Comune di Bergamo, e curata da Lorenzo Rossi, assegnista di ricerca all’Università degli Studi dell’Insubria, redattore di Cineforum e collaboratore di Eppen, e Alessandro Uccelli, critico e curatore cinematografico. L’obiettivo dichiarato è provare a riflettere su temi quali la sostenibilità ambientale e la necessità di salvaguardare il pianeta, che poi è un modo per riflettere su sostenibilità e salvaguardia umana, sulla ricerca di un equilibrio tra uomo e natura, che sembra invece sempre più precario.
Proprio in questo senso i titoli scelti per la rassegna, che verranno proiettati in versione originale con sottotitoli in italiano, invitano, ognuno nella sua specificità, a mettere in relazione i grandi temi collettivi con le dimensioni private (ma non privatistiche) della realizzazione personale, della ricerca della felicità, di un protagonismo dell’essere umano che sia mosso dal senso della misura, dalla consapevolezza della propria parzialità, e dalla critica alle storture del sistema in cui viviamo.
È il caso di « La donna elettrica – Woman at War », per esempio, dell’islandese Benedikt Erlingsson, in programma domani, sabato 27 luglio. Il film racconta la storia di Halla, una cinquantenne delle Highlands islandesi che dietro una tranquilla routine da direttrice di un coro di paese coltiva un attivismo ecologico strenuo e militante, e convintamente si oppone ai potenti e alla loro arroganza, allo sviluppo rapace, attraverso danneggiamenti e sabotaggi delle infrastrutture elettriche delle multinazionali che devastano il territorio. Entra in gioco però una “questione privata”, che scombussola le carte in tavola e impone alla donna un cambio di prospettiva, e nuove scelte da prendere.
Non è il solo titolo in cui la sensibilità e l’agire individuale si pongono in un orizzonte collettivo, nutrendosi di uno “slancio” sociale. Altre storie singolari invitano a guardare oltre il proprio naso, a non fare del proprio ombelico il centro del mondo, e suggeriscono che è spesso cambiando sé stessi e il piccolo mondo che ci circonda che si può cominciare a cambiare la società. È il caso di « Captain Fantastic » (Matt Ross, 2016) in programma sabato 3 agosto. La storia di una famiglia statunitense – di un padre e dei figli in particolare, dopo il suicidio della moglie – che per anni vive in una foresta, lontano dalla “civiltà” dei consumi e dai modelli dittatoriali dello stile di vita capitalistico, in connessione invece con la natura e la cultura intellettuale. Tutti insieme, sempre per una “questione privata”, si troveranno a dover riarticolare le loro vite e le loro identità affrontando il divario culturale che li separa dal resto della società.
Fiction, documentario, animazione: sono diversi i generi attraverso i quali i curatori invitano a guardare il mondo con occhi accesi. Sabato 17 agosto è in programma il film di animazione « La principessa Mononoke », grande successo dello Studio Ghibli, scritto e diretto dal leggendario Hayao Miyazaki: un’altra storia in cui approfondire il rapporto tra ambizioni (non sempre edificanti) dell’uomo e tutela della natura, nella lotta sempreverde alla ricerca di un equilibrio.
La rassegna si concluderà sabato 24 agosto, con la proiezione di « Into the Wild – Nelle terre selvagge » di Sean Penn, adattamento cinematografico del libro di «Nelle terre estreme», in cui il giornalista Jon Krakauer raccontava le vicende di Christopher McCandless, giovane laureato in legge che nei primi anni Novanta decise di abbandonare tutto per andare a vivere nelle terre selvagge dell’Alaska. Una storia tragica e magica, che trae forza dal suo essere capace di suscitare al contempo grande idealismo, ma anche freddo cinismo. Un film che continua a raccontare, pur dalla sua estremità, come sia anche e soprattutto questa la sfida del nostro presente: incarnare un ideale, fare dell’ambito personale un ambito politico, nel senso più alto del termine.
Prima di ogni proiezione sarà possibile visitare (con guida) Palazzo Moroni. L’ingresso è dalle ore 18, la visita guidata al tramonto alle ore 18, alle 18.30 e alle 19 (la durata è di un’ora circa). Sabato 27 luglio, sabato 3 e 24 agosto alle ore 18.30 le visite guidate saranno tradotte in LIS - Lingua Italiana dei Segni. Qui per prenotazioni.
Per altre informazioni e per tutti i dettagli si invita a consultare il sito della rassegna.