La situazione di Lab 80 riflette quella generale del settore audiovisivo. L’Auditorium, sala che programma prime visioni, film classici e propone rassegne nel corso dell’anno, è chiuso dall’ultima settimana di febbraio. Una parte importante dell’attività, quindi, si è fermata bruscamente, con conseguenze gravi, considerato il rapporto molto intenso che esiste tra Lab 80 e il pubblico di appassionati a cui si rivolge. Ciò è avvenuto in un periodo che vedeva le sale, soprattutto quelle con la programmazione di qualità, in netta ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La distribuzione, uno dei punti di forza e di lunga tradizione della Lab 80, essendo chiuse tutte le sale cinematografiche in Italia, si è fermata, proprio quando due titoli come “The Bra” e “Andrej Tarkovskij. Il cinema come preghiera”, entrambi molto apprezzati dalla critica, stavano ottenendo ottimi risultati su tutto il territorio nazionale. Infine, anche il settore produzione ha subito un arresto, per la difficoltà di organizzare i set di ripresa con le attuali norme restrittive. In pratica, il 90% dell’attività della Lab 80 film è sospesa.
Naturalmente, come è nelle sue abitudini, Lab 80 film sta reagendo e si sta preparando all’uscita dall’emergenza. Attraverso un continuo confronto tra i soci e collaboratori, sta monitorando di continuo l’evolversi della situazione per trovarsi pronta a eventuali, riprese delle attività, seppure parziali. L’intento, quindi, è quello di affrontare razionalmente l’emergenza, nonostante che a volte lo stato d’animo non sia dei migliori, soprattutto quando il pensiero va alle notizie che giungono su una prolungata durata del blocco fino al prossimo autunno. La collegialità, che d’altronde è parte fondamentale della struttura cooperativistica, aiuta molto a tenere i nervi saldi e a mantenere in vita le progettualità per i tempi a venire. Anzi, mai come in questo momento c’è la voglia di immaginare nuove iniziative nei diversi settori dell’attività corrente della cooperativa.
Un sentimento di paura, o meglio la preoccupazione, riguarda più che altro l’incertezza del momento e l’impossibilità di individuare possibili date per una ripartenza. Lab 80 continua a costruire percorsi di lavoro: proiezioni estive – qualche schiarita c’è circa le nuove norme che saranno stabilite, si spera, nei primi giorni di maggio –, progetti di rilancio dei diversi settori, proposte di produzione, partecipazione a bandi ecc. Insomma, la cosa importante è non fermarsi e tenere alta la tensione: ciò aiuta sul piano psicologico e crea una solidarietà di gruppo ancora maggiore.
I collaboratori si rendono conto che adesso va privilegiata l’emergenza sanitaria: è necessario che le competenze siano valorizzate per accelerare la sperimentazione delle cure e le ricerche sul vaccino. Qualcosa, relativamente al nostro settore, si sta muovendo a livello locale e nazionale: attendiamo la formalizzazione di decreti che possano dare un sostegno concreto alle attività culturali radicate nel territorio, ma che sviluppano iniziative riconosciute anche all’estero. Quello culturale è un settore importante e strategico, che dà lavoro a decine di migliaia di persone; per il momento nutriamo la fiducia che godrà della dovuta attenzione istituzionale. Lab 80 è convinta che anche il pubblico si aspetti interventi decisi per la salvaguardia di un patrimonio senza il quale la vita sociale si impoverisce.
Cosa può insegnare questa esperienza? Parlare di insegnamenti, adesso, è molto difficile, perché l’emotività è ancora molto alta. Lab 80 – questo da sempre – è molto sensibile ai problemi legati alla cooperazione, a una maggiore equità sociale, allo sfruttamento dissennato dell’ambiente, ai conflitti e alle guerre. La cultura è un elemento fondamentale di crescita e di conoscenza, nonché di incontro e di dialogo, ai fini di una convivenza fondata sul rispetto reciproco e sull’apertura alle diversità. Forse le persone apriranno un po’ di più gli occhi, forse avvertiranno un maggiore senso di comunità e ritroveranno una più convinta voglia di partecipazione. In questo momento preferiamo pensare che il futuro ci riserverà qualche buona occasione per ripensare, al meglio, i modi della nostra convivenza.
Angelo Signorelli è il presidente di Lab 80. Insieme a Dario Catozzo, cura la programmazione e la gestione dell’Auditorium Piazza della Libertà.