Inaugurata il 18 settembre e aperta gratuitamente ai visitatori, si esaurisce con domenica 28 novembre il tempo per visitare la mostra “ Giovan Battista Moroni. Ritorno ad Albino ”. Il tempo, purtroppo, è ormai agli sgoccioli: da oggi, giovedì 25 novembre fino a domenica 28, sarà l’ultima occasione per tutti coloro che ancora non hanno avuto modo di apprezzarla personalmente (sabato 27 novembre sarà invece l’ultimo giorno disponibile per effettuare il tour sui luoghi del Moroni con il bus navetta, clicca qui per vedere l’evento).
Di “Ritorno ad Albino” ne avevamo già parlato su queste pagine. Un progetto di esposizione monografica per approfondire la figura del celebre pittore che, nonostante abbia fatto correre il suo nome nelle più prestigiose gallerie del mondo, mantiene orgogliosamente origini bergamasche (albinesi, per la precisione).
“Il pittore è stato nel suo tempo, ma è ancora oggi, un vero interprete visivo ma anche sentimentale della comunità di Albino, senza mai rinchiudersi nella piccola patria”, ha avuto modo di dire M. Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara. E proprio Bergamo e i luoghi della Valle Seriana legati al Moroni sono i protagonisti “nascosti” di questo progetto. Certo anche la sua gente, soprattutto i più giovani.
Moroni 500 e gli studenti dell’Istituto Romero di Albino
Un ruolo da protagonisti assoluti l’hanno giocato sicuramente gli studenti e le studentesse dell’ISIS Romero di Albino, coordinati dalla sensibilità appassionata del professor Giorgio Vedovati, tra gli altri. Coinvolti dal Comune di Albino e da Promoserio, all’interno del contesto di alternanza scuola-lavoro (l’attuale PCTO) ragazzi e ragazze hanno svolto l’attività di guide turistiche nel contesto delle due mostre dedicate al Moroni: “Il codice Moroni. Storytelling di un pittore del Rinascimento: luoghi, persone, cose che parlano di noi” e “Giovan Battista Moroni. Ritorno ad Albino”.
Dopo un percorso di formazione durato tutto l’anno scolastico, sono stati in grado di accompagnare le visite guidate e mettersi al servizio di visitatori di ogni età.
“Per la formazione abbiamo fatto tanti incontri con esperti” racconta il prof. Vedovati. “Curatori di mostre, esperti di storia dell’arte, figure che hanno a che fare con la conservazione, la comunicazione museale, l’organizzazione di eventi, webmaster, lavoratori della Carrara. Poi siamo entrati nello specifico dei contenuti con percorsi di approfondimento storico-culturale aiutati dallo storico di Albino Giampiero Tiraboschi”.
Un progetto che ha coinvolto attivamente circa duecento studenti. “Abbiamo portato alla prima mostra circa un migliaio di studenti, questi i numeri di giugno. E ne stiamo portando ancora circa 800 in questi giorni alla seconda mostra, ‘Ritorno ad Albino’. Le classi attive del Romero hanno fatto da procuratori di cultura, diciamo così. Abbiamo invitato scuole elementari, medie e superiori del territorio, sempre guidate dai ragazzi durante le visite”.
Gli studenti sono stati coinvolti anche durante le giornate del FAI del 16 e 17 ottobre, presidiando e accompagnando i visitatori in sette luoghi di Albino legati alla storia del Moroni. È evidente come tutto ciò abbia rappresentato un’occasione per “fare scuola” in modo alternativo, aiutando ragazzi e ragazze a verificare l’utilità diretta dell’apprendimento, guadagnare confidenza e approfondire una serie di professionalità legate al mondo della cultura, del lavoro culturale, fin troppo spesso svalutato e svilito anche da falsi miti che raccontano come con la cultura “non si mangia”.
“Per i visitatori delle scuole il fatto che a presentare loro le mostre e i luoghi fossero degli altri ragazzi questo è stato un elemento vincente. Mentre chi ha svolto la formazione ha conosciuto un artista importante che era ancora piuttosto sconosciuto sul territorio e si è messo in gioco, quindi far tutto un percorso anche di public speaking li ha aiutati a prendere sicurezza, a liberare il loro modo di esporre. Hanno lavorato sull’organizzazione, hanno capito anche che tipo di professioni lavorano in ambito culturale, spesso dietro le quinte. Hanno conosciuto un po’ il mondo della cultura, dei musei, delle mostre, chi allestisce, chi restaura, chi si occupa di comunicazione, chi di formazione. Anche a scuola loro vengono spesso catapultati nel mezzo di discorsi sul mondo del lavoro che sono chiaramente importanti, ma senza magari capire che nel mondo della cultura ci sono delle professionalità anche molto tecniche, specializzate, e in alcuni casi anche molto ben retribuite” spiega Vedovati.
Percorsi di alternanza scuola-lavoro che quindi diventano “occasioni per riflettere sull’importanza di valorizzare il patrimonio del territorio spesso sconosciuto, l’importanza di presentarlo agli altri, cosa significa essere cittadini attivi anche sotto questi aspetti. Abbiamo avuto buoni riscontri. Questo è stato un po’ l’inquadramento che abbiamo cercato di dare alla nostra attività. Non è stato un percorso semplice nemmeno per noi insegnanti, nel senso che abbiamo dovuto sgobbare parecchio, però le ricadute sono state belle. Sicuramente ringraziamo tantissimo i promotori e gli organizzatori, sia il Comune di Albino che Promoserio, perché per noi un’occasione fondamentale per fare una scuola per competenze – come si dice oggi – su un progetto serio, impegnativo, ma che ha coinvolto davvero i ragazzi a tutto tondo”.
I partner e gli sponsor del progetto MORONI 500
Questo lungo percorso di valorizzazione della figura di Giovan Battista Moroni, e di conseguenza del territorio che interessa la sua vita e le sue opere, non sarebbe stato possibile senza il fondamentale sostegno di realtà che hanno saputo cogliere l’importanza della riscoperta del valore intrinseco della cultura e di tutto ciò che da esso può generarsi. Si tratta di Fondazione della Comunità Bergamasca, Comunità Montana Valle Seriana, Consorzio BIM. E soprattutto grazie al main partner Fondazione Credito Bergamasco e al main sponsor Fassi.
Merita poi una menzione speciale il gruppo di sostenitori che, “adottando” un dipinto ciascuno con una generosa adesione, ha permesso di allestire nel migliore dei modi la mostra “Giovan Battista Moroni. Ritorno ad Albino”. Si tratta di Acerbis, Alba Elettronic, Albini Group, Arizzi Fonderie, GeG Telecomunicazioni, Nicoli Trasporti, Persico, Sinergia. Ognuno di loro, secondo personali sensibilità e cercando di operare secondo un principio affinità in base alle proprie attività e alle proprie vocazioni, ha contribuito alla riuscita dell’esposizione e alla valorizzazione dei singoli pezzi che la compongono.
Le iniziative in programma sono ancora tantissime. Le trovate tutte a questo link.