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Il “Ritorno ad Albino” di Giovan Battista Moroni: la mostra gratuita da non perdere

Articolo. Presso la Chiesa di San Bartolomeo di Albino, dal 18 settembre al 28 novembre, sono esposte 12 opere del pittore albinese, fra cui alcune solitamente non accessibili al pubblico. Come la “Madonna con il Bambino e cherubini”

Lettura 2 min.
Giovan Battista Moroni, Adorazione dei Magi, 1550-1555 ca., olio su tela, 97 × 112 cm. Collezione privata

Dopo avere viaggiato, con le sue opere, a Londra e a New York, Giovan Battista Moroni torna ad Albino, il paese natale dove ha scelto di vivere e lavorare per buona parte della sua vita. Dal 18 settembre e fino al 28 novembre sarà aperta, gratuitamente, (necessario il Green Pass) la mostra “Ritorno ad Albino”, presso la Chiesa di San Bartolomeo, centrale per la vita della comunità di Albino già nel Cinquecento. Una piccola ma preziosa esposizione monografica, a cura di Simone Facchinetti e Paolo Plebani, pensata nell’ambito del progetto MORONI 500, che celebra il cinquecentenario della nascita ad Albino (Bergamo) del celebre pittore con un intero anno di iniziative.

Uno spunto per scoprire le opere della Valle Seriana

Ma cosa troveremo esposto? Si tratta di 12 opere, accanto ad alcune notevoli prove giovanili, come la “Natività” di collezione privata, primizia risalente agli esordi dell’artista. Ci sono poi alcuni ritratti di concittadini albinesi e i “ricordi”, cioè repliche realizzate per la devozione privata, in dimensioni “domestiche”, delle invenzioni messe a punto nelle grandi pale pubbliche disseminate nelle chiese di tutta la ValSeriana.

È una piccola mostra, ma riunisce opere solitamente non accessibili al pubblico perché custodite in collezioni private o acquisizioni recenti al catalogo del pittore. Spiegano i curatori: “L’idea di fondo è stata quella di non impoverire i naturali contesti storici che custodiscono le opere di Moroni, ma di attingere il più possibile per la mostra alle collezioni private e ai musei (Accademia Carrara, Museo Adriano Bernareggi, Istituto Luogo Pio Colleoni di Bergamo e Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia). Anche per suggerire che la visita potrà proseguire nella vicina Parrocchiale di San Giuliano, oppure nel Santuario della Madonna del Pianto, solo restando ad Albino, per allargarsi infine alle diverse località della ValSeriana in cui i dipinti dell’artista si possono ancora incontrare nei loro contesti di origine”

Abili mercanti e sconosciuti gentiluomini

Moroni aveva deciso di specializzarsi nel ritratto, un genere che si sarebbe diffuso in molti strati della società, come non era mai accaduto prima. Inizialmente cominciò proprio col ritrarre le personalità del suo paese di origine.

Non tutte le persone potevano permettersi di ordinare un ritratto del Moroni: era un bene molto costoso, custodito e tramandato di generazione in generazione. Alcuni sono dotati di iscrizioni con il nome dell’effigiato, come nel caso di Vidoni Cedrelli, affermato commerciante albinese ritratto nel 1576, poco prima della morte. Un ritratto nato in ambito familiare, con la volontà di conservarne intatto il ricordo, forse tramite il figlio Rocco che avrebbe successivamente ereditato il quadro.

Spiega Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara, che ha prestato il ritratto: “La raffigurazione di questo abile e poliedrico mercante di Albino mette ancora una volta in luce la capacità di Moroni di rendere indimenticabili volti che nel momento in cui venivano ritratti erano nella memoria di tutti, e che oggi, a distanza di secoli, mettono nella condizione di entrare in rapporto diretto con un’umanità vera che ancora ci coinvolge”.

Proprio i contesti di fruizione intimi e privati spiegano il fatto che la stragrande maggioranza dei ritratti di Moroni sono privi di iscrizioni identificativa, come nel caso del giovane gentiluomo di nero vestito dall’aria malinconica, pressoché impossibile da identificare. È probabile che non conosceremo mai il suo vero nome, tuttavia è ragionevole supporre che anche questo ritratto sia nato in circostanze simili a quelle del Vidoni Cedrelli.

I “ricordi”, per la devozione privata

Nelle sue opere sacre, Moroni si è fatto interprete di un clima profondamente segnato dagli esiti del Concilio di Trento, di cui aveva respirato l’aria durante la giovanile esperienza trentina. Prendiamo ad esempio la “Madonna con il Bambino e cherubini” di collezione privata: il dipinto si fonda su un’invenzione replicata più volte da Moroni e che possiamo vedere nella “Madonna con il Bambino” del polittico di Roncola San Bernardo, documentato nel 1562. Gli esperti credono che la tela non abbia svolto la funzione del modello ma, piuttosto, di ricordo, eseguita a scopi di devozione individuale. Lo stesso ragionamento vale per la “Madonna con il Bambino in gloria” e le “Sante Barbara e Caterina” dell’Accademia Carrara.

La mostra verrà inaugurata sabato 18 settembre alle 18.30 presso la Piazza San Giuliano di Albino. Rimane aperta fino al 28 novembre secondo questi orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18. L’ingresso è gratuito, con Green Pass. Per ulteriori informazioni www.valseriana.eu, tel. 035.704063, e-mail [email protected].

Sito Moroni 500

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