“Andromeda, Pegaso, Perseo, Orione, Orsa Maggiore e tante altre costellazioni si trasformano in Draghi straordinari. Altair, Sirio, Vega, Antares, Aldebaran e molte altre delle stelle principali delle costellazioni più conosciute, prendono forma nei guerrieri, nei cavalieri e nelle creature che accompagnano i Draghi. Un libro in cui la magia del fantastico plasma il mistero e la meraviglia del cosmo in un percorso tra matite e colori, attraverso 56 illustrazioni. Il mito accarezza la leggenda e il fantasy si fonde con la scienza in un viaggio che, chissà, magari vi porterà alla seconda stella a destra per poi andare dritti fino al mattino.”
Queste parole compongono la prefazione della nuova straordinaria opera “STARDRAGONS” prodotta dall’artista mantovano Paolo Barbieri, in vendita in tutte le librerie e fumetterie a partire dai primi di novembre di quest’anno. Una raccolta di illustrazioni capace di far rimanere a bocca aperta chiunque voglia sfogliarla lasciandosi trascinare, pagina dopo pagina, in un mondo fantastico fatto di luci, colori e creature meravigliose.
Un po’ di questa magia arriva anche a Bergamo sabato 7 dicembre, poiché Barbieri in persona sarà presente dalle 15 in poi alla fumetteria ComiXrevolution, a disposizione di tutti coloro che vorranno salutarlo, porgli domande o farsi autografare il nuovo volume.
In previsione dell’evento abbiamo colto l’occasione per intervistarlo e scoprire qualcosa di più sulle sue opere, sul suo lavoro di illustratore e sul mondo fantasy che tanto gli sta a cuore.
SA - Come è nata la sua passione per il mondo Fantasy?
PB - La mia passione è iniziata con i cartoni animati giapponesi che a fine anni Settanta arrivarono sulle televisioni italiane capeggiati dalla “corazzata” Goldrake (Grendizer), seguito a ruota da tanti altri anime come Il Grande Mazinga, Jeeg, Daltanious, Daitarn 3, Starblazers, Capitan Harlock e così via. Per me fu un colpo di fulmine, tanto che mi misi a disegnare fin da piccolo proprio per copiare quegli eroi che vedevo in tv. Senza saperlo, quella divenne una vera e propria scuola di disegno, dato che quando mi “stancavo” di disegnare i soliti eroi, iniziai a immaginarne altri per poi metterli su carta con matite e pennarelli.
La mia fantasia iniziò a immaginare altri mondi mentre i fogli si riempivano di robot, mostri, astronavi, cavalieri, piloti e tanto altro. Tutto questo è stato fondamentale nello sviluppo della mia immaginazione: una sorta di concime per la mente che tanti anni dopo si tramutò nei miei mondi fantasy.
SA - Ha sempre voluto fare l’illustratore?
PB - Diciamo che ho sempre voluto disegnare. Nella mia città, Mantova, non c’erano indicazioni all’istituto d’arte per una professione simile. Solo successivamente, attraverso un biennio di accademia milanese, compresi che questo poteva diventare un lavoro (avevo più o meno 18-19 anni). Per varie questioni, credo che sia stato proprio il disegno a “trascinarmi” in questa professione e non viceversa.
SA - Ci sono state opere di altri autori che hanno avuto un ruolo chiave nel determinare quello che è oggi il suo modo di illustrare?
PB - Come ho detto in precedenza, sicuramente i cartoni animati giapponesi hanno svolto un ruolo fondamentale. Di seguito ci furono i film anni Ottanta, come “Indiana Jones”, “La Storia Infinita”, “Labyrinth”, “I Goonies”, “Scontro di Titani” e tanti altri che, con la loro magia e creatività, contribuirono non poco ad arricchire il mio bagaglio immaginativo.
Successivamente, scoprii i grandi illustratori internazionali e italiani che mi fecero letteralmente impazzire con le loro splendide creazioni. Su tutti ricordo Frazetta, Michael Whelan, John Howe, Alan Lee, Brian Froud, Rodney Matthews, Giger, Karel Thole, Victor Togliani, Brom.
SA - Solo illustrazioni fantasy?
PB - Oggi sono specializzato nell’illustrazione fantasy ma, all’inizio della mia carriera professionale, iniziai a realizzare copertine per i romanzi di tante case editrici italiane come Longanesi, Tea, Corbaccio, Mondadori, Piemme. Le copertine e la collaborazione con gli studi che le realizzavano per conto delle case editrici, furono per me un’esperienza importantissima e arricchita dai tanti consigli che grandi art director mi diedero durante il mio percorso.
Con Mondadori iniziai a fare i primi libri illustrati, fino a quando iniziai a realizzarne come autore unico: “Favole degli Dei”, “L’Inferno di Dante”, “L’apocalisse”, “Fiabe Immortali”, “Draghi e altri Animali”. Di seguito è iniziata la collaborazione con la casa editrice torinese Lo Scarabeo, leader mondiale per quanto riguarda i tarocchi. Con questo editore, ho ulteriormente arricchito la mia esperienza facendola sfociare in nuove produzioni come i Barbieri Tarot e i libri illustrati “Zodiac”, “Fantasy Cats”, “Unicorns” e l’ultimo arrivato, ovvero “STARDRAGONS”.
SA - Immagino che il suo lavoro le dia grandi soddisfazioni personali…
PB - La prima cover realizzata per “Come in una gabbia” (libro di Torey Hayden e illustrazione realizzata con lo studio Baroni nel 1997 Ndr.) ha sicuramente un posto speciale nei miei ricordi. Quando vidi la copertina nelle librerie, l’emozione fu davvero tanta.
Di seguito continuai come copertinista, disegnando per le copertine italiane di autori quali Michael Crichton, Ursula Le Guin, George R. R. Martin, Umberto Eco, Marion Zimmer Bradley, Herbie Brennan, Cassandra Clare, Alberto Angela, Licia Troisi, Wilbur Smith e tanti altri. “Il Drago di Ghiaccio”, copertina realizzata per un romanzo di George R.R. Martin, è stato un’illustrazione molto significativa per la mia evoluzione artistica; George Martin, l’autore de “Il Trono Di Spade-Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, fu così colpito da quella copertina che mi scrisse personalmente per farmi i complimenti. Credevo fosse uno scherzo. Invece era davvero lui.
SA - A quali dei suoi lavori è particolarmente legato?
PB - Il grande pubblico mi conobbe per le cover del “Mondo Emerso” (Mondadori). Di seguito, tutti i libri illustrati che ho realizzato sono stati importantissimi per comprendere al meglio dove la mai fantasia voleva condurmi per migliorare la mia tecnica e il mio metodo di narrazione: tra questi, il primo libro realizzato come autore unico fu “Favole degli Dei”. Altri libri illustrati per me fondamentali furono “L’Inferno di Dante”, “Fiabe Immortali”, e poi gli ultimi realizzati con l’editore Scarabeo (“StarDragons”, “Fantasy Cats”, “Zodiac”).
SA - Parlando della sua ultima opera, da cosa ha preso ispirazione?
PB - I draghi mi sono sempre piaciuti e le stelle, grazie agli anime giapponesi precedentemente citati, rappresentarono fin dall’infanzia una sorta di portale per l’immaginazione (non è casuale che Capitan Harlock, a bordo della sua astronave Arcadia, definisse lo spazio come il “mare delle stelle”).
Dopo alcune riunioni con l’editore Scarabeo, giungemmo alla conclusione che potevamo realizzare un libro sui draghi con una sintonia speciale con le altre opere dell’editore. Ebbi quindi l’idea di trasformare le costellazioni principali in Draghi, mentre le stelle principali di queste costellazioni divennero i personaggi e le creature che accompagnano i bestioni, creando quindi una sorta di narrazione dove ho reinterpretato la classica mitologia del Cavaliere con il Drago.
SA - Perché venire a promuovere proprio a Bergamo nella fumetteria ComiXrevolution?
PB - Negli ultimi anni, sono venuto spesso alla fumetteria ComiXrevolution che nutre una particolare attenzione per la creazione di eventi che mettono a contatto il pubblico con i professionisti del settore artistico come illustratori e fumettisti.
Dal 2011 ogni mio libro illustrato viene presentato al Festival di Lucca Comics & Games. Dopo Lucca, che definirei un vero e proprio mondo a parte, spesso viene fatto un piccolo tour promozionale nelle fumetterie e in altri luoghi (recentemente sono stato a Napoli). Questi incontri “post-Lucca”, mi concedono un rapporto più stretto con i fan e spesso diventano l’occasione per un dialogo diretto rispetto alla meravigliosa “bolgia” lucchese.