«Finalmente un’alternativa alle chiacchiere, che proprio non sopporto!» mi dissero proprio qualche giorno fa. Ora, stiamo calmi. Quelle croccanti frittelle ricoperte da una pioggia di zucchero a velo – che noi chiamiamo chiacchiere o gale, ma che in altre parti d’Italia prendono il nome di galani, frappe, crostoli, cenci e tanti altri termini – sono parte della nostra tradizione. Così come lo sono le frittelle di mele, i tortelli dolci ripieni di crema pasticcera o crema chantilly, le bugie colme di marmellata di frutti di bosco. Tradizionali proprio come gli struffoli campani o le castagnole.
Io, personalmente, amo i dolci di Carnevale alla follia. Ma resto umile e accetto che non tutti siano della stessa opinione. Ci sono diversi piatti tradizionali salati, sia in Italia che nel mondo, che potete assaggiare in questo periodo. Ecco quali sono.
Le lasagne napoletane e la pizza di Sorrento
Se c’è una cosa che più di tutte adoro della Campania – sul podio insieme alla Costiera Amalfitana e alla bellezza del centro di Napoli – è il cibo. La tradizione culinaria di questa regione si estende dal dolce al salato in una montagna russa di ingredienti d’eccellenza e sapori sublimi, a seconda della stagionalità. Nel menù di questo colorato periodo, oltre ai già citati struffoli dolci, ci sono anche le lasagne napoletane e la pizza di Carnevale della penisola sorrentina.
Tipicamente preparate per il Martedì Grasso, le lasagne napoletane o «lasagne di Carnevale» sono una gustosa variante della tradizionale preparazione da forno. Strati alternati di pasta all’uovo conditi con il ragù alla napoletana, un sugo rosso di carne arricchito con ricotta vaccina, uova sode, polpettine, salsiccia di maiale, caciocavallo e formaggio grattugiato.
Da Sorrento arriva invece la tradizione della pizza di Carnevale, una sorta di torta salata formata da due strati di pasta brisé e un morbido e gustoso ripieno di caciocavallo, salsiccia di suino, pecorino, uva passa, pinoli, pepe e uova.
Gli gnocchi e la pastissada de caval a Verona
Forse non vi ho ancora raccontato che Verona è la mia seconda città, quella in cui ho vissuto più a lungo (dopo Bergamo) e che tutt’oggi frequento spesso per lavoro. Quando nomino Verona, mi sento sempre dire «Ma che bello, la città di Romeo e Giulietta!» oppure «Adoro Verona, ho visto un bellissimo spettacolo in Arena». Questo perché pochi conoscono la spettacolare tradizione carnevalesca dei veronesi, che non ha nulla da invidiare a quella veneziana.
Inizio col darvi una informazione semplice, ma fondamentale. La maschera tradizionale del carnevale di Verona è il « Papà del Gnoco », figura che viene interpretata ogni anno da un cittadino diverso, eletto direttamente dal popolo durante questa ricorrenza. Si tratta di un’elezione vera e propria, con tanto di manifesti, propaganda e incoronazione. E indovinate qual è l’attività preferita dal «Papà del Gnoco»? Ebbene sì, mangiare! Nel suo tipico travestimento, insieme ad un costume rosso e ad una barba bianca, c’è uno scettro a forma di forchetta che infilza un grande gnocco di patata.
Sono infatti gli gnocchi a riempire i piatti di questa ricorrenza: conditi con un sugo a base di carne di cavallo – la pastissada appunto – vengono offerti anche in piazza dai volontari dei diversi quartieri. Non nego che rientrare dal lavoro all’orario di pranzo e trovare un piatto caldo pronto ad accogliermi è sempre stata una piacevole sorpresa!
La settimana dei formaggi greca
Meta preferita da chi cerca spiagge e panorami mozzafiato, per Carnevale la Grecia si trasforma nel paradiso dei cheese-lovers (ad esempio, di chi non riesce a fare a meno di un’ottima fonduta).
La Grecia è un paese ortodosso, pertanto la stagione dei festeggiamenti si differenzia da quella a cui siamo abituati. L’Apokries – «Carnevale» in greco – coincide con un periodo di astensione dalla carne, che inizia dopo il Giovedì Grasso, ovvero il giovedì della seconda settimana di festa. La terza settimana si chiama Tyrinì , letteralmente la «settimana del formaggio». Durante questi giorni, le tavole vengono imbandite con formaggi, latticini e uova, in sostituzione della carne, che non viene consumata fino alla Pasqua.
Po’ Boy e Okra fritti per il Carnevale di New Orleans
Il Carnevale di New Orleans, nello stato americano della Louisiana, si chiama «Mardi Gras». I suoi festeggiamenti sono tra i più noti al mondo (insieme a quelli di Rio de Janeiro e della “nostra” Venezia). Durante la colorata parata, gli americani accorsi a vedere lo spettacolo mangiano comunemente due tipologie di street food: il panino Po’Boy (contratto per «poor boy», «bambino povero») e la Cajun Fried Okra.
Il Po’Boy è un gustoso e ricco panino la cui storia si perde nella notte dei tempi. Una baguette farcita con roast beef, lattuga, pomodoro, sottaceti, salsa gravy e maionese nella sua versione di carne, oppure con gamberi e pesce fritto, burro fuso e sottaceti nella versione di mare. Chi lo gradisce può arricchire il panino con la tipica salsa piccante della Louisiana. Piccante come il fritto di okra (un ortaggio etnico già protagonista della zuppa Gumbo, una delle più buone minestre al mondo), che viene servito, per il Carnevale, in coni di carta simili al cuoppo napoletano. Questo vegetale fritto in pastella spicy è delizioso e – neanche a dirlo – uno tira l’altro!
Carne speziata e spiedini di formaggio: il Carnevale di Rio
L’ho citato poco fa. E come potevo non farlo? Dici «Carnevale» e leggi «Rio de Janeiro». Senza dubbio la celebrazione più nota al mondo, dove musica, balli, colori e maschere sono protagonisti di diversi giorni di festeggiamenti per le strade della metropoli brasiliana. E come non c’è strada senza street food, non c’è Carnevale brasiliano senza espetinhos e queijo coalho.
Mentre ammirate i carri colorati e i travestimenti dei ballerini potete gustarvi ottimi spiedini. Quelli di carne sono gli espetinhos: assomigliano un po’ ai nostri arrosticini e sono bocconcini di carne speziata cotta al barbecue , servita con una salsa piccante oppure con una sorta di ketchup preparato con pomodoro fresco. Ottimi anche gli spiedini di formaggio fresco fritti chiamati «queijo coalho» (parola che in portoghese indica il formaggio di cagliata).
Dalla strada alle tavole imbandite: se durante il Carnevale brasiliano avrete la fortuna di essere invitati a pranzo da una famiglia locale, con tutta probabilità assaggerete uno dei piatti simbolo del Brasile. Si chiama « feijoada » ed è un gustoso stufato a base di carne di maiale e fagioli neri.
Per questo Carnevale, da che parte vi schierate: dolce o salato?
- Un’alternativa alle chiacchiere? Tradizioni di Carnevale… salate!
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