Immaginatevi una giovane nutrizionista italiana, armata di buone intenzioni e di una valigia troppo piena, che si ritrova per la prima volta in un mercato locale, nei dintorni di Chengdu. A catturare l’attenzione tra le bancarelle è un profumo intrigante. Lo vedo lì, per la prima volta: il pepe di Sichuan.
La curiosità è troppo forte e, nonostante le barriere linguistiche, con gesti da mimo improvvisato riesco a comprarne una manciata. È l’inizio di un amore culinario tumultuoso, ma senza confini.
L’oro tra le spezie
Il pepe, quella piccola bacca che oggi troviamo comunemente in ogni cucina, ha giocato un ruolo straordinariamente influente nella storia umana, tanto da essere considerato in passato tanto prezioso quanto l’oro. La sua storia ci parla di esplorazione, di imperi costruiti e caduti, e del desiderio insaziabile dell’uomo per il gusto e il profitto. Le spezie in generale, insieme ai profumi, furono merce d’importazione per l’Europa, che le trasportava principalmente dall’India, fulcro di questo commercio. Anche la Cina era principalmente importatrice di spezie ad eccezione di una: l’oro nero, il pepe.
Nel Medioevo, il pepe divenne simbolo di ricchezza e status sociale in Europa. La sua rarità e il costo elevato, dovuto al lungo e pericoloso viaggio che doveva compiere per arrivare in tavola, lo resero un bene di lusso ambito dai più abbienti. Le città-stato italiane come Venezia e Genova fiorirono anche grazie al monopolio del commercio del pepe e di altre spezie tra Asia ed Europa.
Oggi, mentre maciniamo il pepe sui nostri piatti senza pensarci troppo, è affascinante riflettere su come questa umile spezia abbia mosso eserciti, creato e distrutto imperi, e guidato l’esplorazione del pianeta. La storia del pepe è un promemoria di come il desiderio di sapori e ricchezze ha saputo plasmare il nostro mondo, collegando culture attraverso i continenti.
Un pepe, mille virtù
Il pepe di Sichuan, un ingrediente che danza sulla lingua con un mix unico di formicolio e leggera sensazione di intorpidimento, è molto più di una semplice spezia. Originario della provincia cinese del Sichuan, questo “pepe” è in realtà il frutto essiccato di diverse specie del genere Zanthoxylum. È famoso per il suo effetto caratteristico, descritto come «ma la», che in cinese significa «intorpidimento piccante».
Nella cucina sichuanese, nota per i suoi sapori intensi e la sua varietà di texture, il pepe di Sichuan è una vera stella. Si trova in piatti iconici come il mapo tofu, il pollo kung pao e il bollito di manzo piccante. Spesso viene utilizzato insieme al peperoncino rosso, per creare un sapore a doppio effetto, che ne definisce il gusto: una fusione di piccantezza ardente e formicolio sul palato, che tende a intorpidire tutta la bocca e che è diventato sinonimo della cucina di questa regione.
Le proprietà del pepe di Sichuan sono un tesoro per la nutrizione e la salute, secondo la Medicina Tradizionale Cinese (TCM). Questa spezie è citata come un vero toccasana per la digestione e si dice abbia proprietà antinfiammatorie, che la Medicina Tradizionale Cinese sfrutta da millenni: stimola l’appetito, migliora la circolazione e ha un effetto “riscaldante” che equilibra il “freddo” interno al corpo.
Una svolta didattica
Mi ricordo come fosse ieri il primissimo utilizzo che ho fatto del pepe di Sichuan: l’ho usato per imparare ad adoperare le famose bacchette, per esercitarmi con qualcosa di molto piccolo ed essere pronta a cimentarmi con il riso. Purtroppo solo successivamente ho scoperto che nel caso del riso le bacchette vengono utilizzate come fossero un cucchiaino, non per prendere un chicco per volta…
Non so se sapete che la forchetta è considerata un utensile per bambini, troppo piccoli per riuscire a mangiare come gli adulti. Proviamo a immaginare quindi la tenerezza che deve provare il cameriere quando, con orgoglio occidentale, chiediamo questo attrezzo rudimentale. Un po’ come quando gli stranieri chiedono il cucchiaio per mangiare la pasta o tagliano gli spaghetti in Italia.
L’uso delle bacchette nella cultura asiatica simboleggia l’armoniosa interazione tra cielo e terra, concetti fondamentali nella filosofia orientale. La parte inferiore della bacchetta, tenuta fissa e immobile, rappresenta la terra, mentre quella superiore, mobile, simboleggia il cielo. Le dita invece rappresentano l’umanità, nutrita dal cielo attraverso il clima e le piogge, e dalla terra, foriera dei suoi frutti.
Questa pratica quotidiana del mangiare con le bacchette riflette l’equilibrio e l’interconnessione tra le forze cosmiche, lo Yin e lo Yang, sottolineando l’importanza di vivere in cooperazione e armonia con il mondo circostante, proprio come le bacchette collaborano nel prendere e trasportare il cibo verso la bocca.
Le bacchette, quindi, sono molto più che semplici utensili da cucina; sono espressioni di rispetto e comprensione per una cultura profondamente radicata in simbolismi significativi e per noi stranieri un esercizio di consapevolezza e mindful eating.
Dal campo alla tavola bergamasca
Come si inserisce questo eroe speziato nella cucina bergamasca, vi chiederete? Con creatività e un pizzico di audacia! Immaginate di dare una svolta esotica a piatti come il brasato o la trippa, o di trasformare la polenta, regina della nostra cucina, in un piatto dal sapore internazionale con una spolverata di questa magica spezia.
Si può usare il pepe di Sichuan anche per fare tisane dal gusto stravagante: basta una piccola quantità di pepe di Sichuan (un cucchiaino o meno, a seconda della vostra tolleranza al formicolio e al sapore intenso), acqua e, se lo gradite, altri ingredienti per addolcire o bilanciare il sapore, come miele, una fetta di limone, o erbe aromatiche come la menta, o la cannella, la curcuma o il timo.
Portate l’acqua a ebollizione e poi lasciatela raffreddare per un minuto. Aggiungete i grani di pepe di Sichuan, insieme alle altre essenze. Lasciate in infusione per circa 5 a 10 minuti, a seconda dell’intensità desiderata e filtrate il preparato, prima di assaggiarlo. Per addolcire la bevanda potete utilizzare il miele Manuka, noto per le sue proprietà medicinali, mentre il limone può aggiungere una nota di freschezza. Sarà un piacere sorseggiare questa bevanda calda o fredda, gustandone le sue mille sfaccettature e benefici per la salute!
Esperimenti culinari e risate
Non tutto è andato liscio nei miei esperimenti culinari. La prima volta che ho usato il pepe di Sichuan in cucina ho sottovalutato la sua potenza. Risultato? Una cena dove, dopo il secondo boccone, tutti i commensali, compresa la sottoscritta impreparata hanno ballato la danza del formicolio attorno al tavolo.
In quella cena abbiamo imparato due lezioni: la prima, che il pepe di Sichuan non va mai sottovalutato; la seconda, che a volte gli errori portano alle avventure più esilaranti e ai ricordi più cari. Da allora, “fare la danza Sichuan” è diventato un linguaggio in codice per definire avventure ambiziose ma meravigliosamente divertenti… E sì, sono ancora amica di tutti i partecipanti, dopo aver promesso di limitare le mie sperimentazioni con il pepe di Sichuan, ovviamente! I più divertiti erano i miei ospiti cinesi che hanno aspettato con ansia la nostra reazione prima di assaggiare…
Esplorare è sempre sinonimo di conoscenza
La mia avventura con il pepe di Sichuan mi ha ricordato l’importanza di mantenere la mente aperta e il palato pronto. Mi ha permesso di esplorare nuovi orizzonti culturali e di arricchire la mia pratica nutrizionale. L’oro nero, dalle piccole dimensioni ma dal grande impatto, mi ha insegnato che a volte è proprio nei dettagli più piccoli che si nascondono le avventure più grandi. Osate esplorare, sperimentare e lasciarvi sorprendere dai sapori del mondo.
Che sia il pepe di Sichuan o un’altra spezia ancora sconosciuta, ogni ingrediente può essere la chiave per un viaggio indimenticabile nel mondo della nutrizione e della gastronomia. E se c’è una cosa che ho imparato da queste esperienze, è che la cucina, proprio come la vita, è un’avventura da gustare un boccone alla volta… Formicolio compreso.