Bergamo e Venezia sono legate sin dal XV secolo. Un rapporto sempre solido, sin dall’inizio, basato sulla fiducia e sulla fedeltà. La Serenissima, infatti, ereditò dai Visconti una città molto ben organizzata e decise di intervenire il meno possibile. Venezia poi, essendo lontana, fu disposta a concedere ampia autonomia ai bergamaschi, e questo aiutò sicuramente a rafforzare il legame tra le due città. Sotto l’insegna del Leone di San Marco i bergamaschi godettero di 350 anni di pace e prosperità. Altro aspetto che irrobustì una relazione che ancora oggi risulta autentica e profonda. Nelle loro vie più antiche si respira la stessa aria: qui però scende dai colli e là proviene dal mare. E allora un’osteria di pesce alla “veneziana”, in Città Alta, ci sta alla perfezione.
Si chiama Medì, la via del mare, e si trova lungo la Corsarola, al numero 17 di via Colleoni. Stampe e specchi alle pareti tinteggiate azzurro polvere, tavolini in legno, pavimenti in graniglia e un bancone di zinco nero e oro. C’è anche un accogliente cortile esterno, quasi un campiello, da usare nella bella stagione. Ci troviamo in un vero bacaro veneziano dove gustare le sarde in saor, la crema di baccalà sulla bruschetta, lo storione marinato, l’arancino di pesce e il caviale con la patata. Ma anche la focaccia con la piovra e pomodoro confit e quella con il tonno affumicato, oppure le alici marinate, la frittura di paranza o un’irresistibile zuppa di pesce con olio all’aglio nero e gocce di rucola. Il tutto, con la possibilità di scegliere tra un’attenta selezione di vini proposti anche al calice, prevalentemente bianchi, e di dolci fatti in casa.
Da Medì si lavora quotidianamente per soddisfare ogni amante del pesce e della buona cucina ma si guarda anche alle generazioni future e al mondo che verrà. Per il pesce, infatti, hanno scelto di approvvigionarsi da “Economia del mare”, che recupera e valorizza le risorse ittiche dell’Adriatico, un mare antico quanto generoso. Un fornitore etico, quindi, che pratica una pesca sostenibile in grado di rispettare la biodiversità del mare.
Abbiamo detto che Medì si ispira a Venezia, punto di incontro tra Occidente e Oriente, città natale di navigatori e mercanti come Marco Polo e Pietro Querini, a cui dobbiamo la “scoperta” del baccalà. Ed è per questo che da Medì puoi trovare un sushi preparato a regola d’arte. Leggero, nutriente e curato nella presentazione: il sushi è cibo portato alla sua vera essenza. Un cibo che ha una storia millenaria, essendo nato ben 2000 anni fa dall’idea di conservare il pesce nel riso fermentato. Gustoso ed equilibrato, il sushi mette d’accordo tutti: piace ai bambini ed è apprezzato dagli adulti.
È davvero sorprendente, poi, che Medì sia stato aperto in piena pandemia. Il un momento ricco di timori e di sfiducia, la famiglia Amaddeo – i proprietari di Mimmo, Mimì e Mimmo Ai Colli – ha creduto in questo nuovo progetto, affidando la gestione di Medì ad Angelica, Sara e Simone, 65 anni in tre. Ragazzi intraprendenti e professionali che hanno ripagato questa fiducia. Ogni giorno vi aspettano per pranzo e cena o per un cicchetto, il tipico aperitivo veneziano. Alla fine, fate una prova: chiudete gli occhi e sarete a pochi passi da piazza San Marco.