Lo scorso 19 gennaio i due vignaioli hanno avuto l’onore di tenere una speciale conferenza presso l’Università di Cambridge, in Inghilterra, raccontando le loro storie e il loro lavoro, pionieristico e innovativo, che punta sulla valorizzazione dei vitigni resistenti – detti anche «superbio» – che vengono coltivati sul territorio bergamasco. Vitigni chiamati, per essere precisi, con l’acronimo PIWI, che indica tutte quelle varietà che sono naturalmente in grado di resistere alle malattie fungine e ad altri parassiti.
«Abbiamo avuto l’opportunità, unica per i vini bergamaschi, di rappresentare l’Italia in sedi così prestigiose. Questo successo ci ha reso ancora più consci del potenziale qualitativo del nostro territorio per chi ci crede fino in fondo ed ha il coraggio di percorrere la strada faticosa dell’innovazione» racconta Alessandro Sala.
La Cantina «Nove Lune» si è da sempre distinta per la produzione di una serie di etichette di alta gamma che sfruttano le varietà resistenti per abolire ogni passaggio chimico lungo tutta la filiera di produzione del vino. Ricerca, innovazione e sperimentazione si combinano con una filosofia sostenibile e attenta. Tra le chicche della gamma il Costa Jels – bollicine affinate nelle miniere di Gorno per 60 mesi a temperatura costante, naturale e in totale assenza di vibrazioni – e Theia, il miglior passito PIWI del mondo.
Anche «Pietramatta» lavora principalmente con queste tipologie di vitigni, con l’obiettivo di ricercare vini emozionanti e salubri, che lascino un ricordo indelebile ed originale in chi li degusta. Ogni bottiglia è frutto di un progetto ben preciso che parte dalla scelta di un matrimonio di eccellenza tra un determinato terroir ed un vitigno (o un insieme di vitigni specifici). Si parte dalla tradizione e si continua a sperimentare, per offrire prodotti sempre più di qualità.
Oltre ai fratelli Sala, alla manifestazione sono stati invitati altri ospiti prestigiosi come Château Lafite-Rothschild, Champagne Louis Roderer, Opus One, Chateau Tertre Roteboeuf ed altri “mostri sacri” dell’enologia internazionale. «Abbiamo raccontato alla platea del nostro lavoro che pratichiamo con passione ed artigianalità, e della nostra scelta di viticoltura ad elevata innovazione. Il pubblico ci ha ascoltato con entusiasmo» svela Andrea Sala. «Dopo la degustazione dei nostri vini abbiamo anche ricevuto tantissimi complimenti».
La conferenza si è tenuta negli spazi della sede della CUWS (Cambridge University Wine Society). Club di appartenenza tradizionale, è uno dei Registered Clubs & Societies dell’Università di Cambridge, in Inghilterra, fondato nel 1792. Tra i soci più illustri si ricorda Hugh Johnson, lo scrittore di libri sul vino più venduti nel mondo – quale il famosissimo «Atlante Mondiale dei Vini». Uno di quei nomi che ogni appassionato di vino non può non conoscere.