Una perla quasi nascosta nel cuore delle Prealpi Orobiche. La Val Taleggio si estende sulla riva destra del fiume Brembo, a un’altitudine che va dagli 800 ai 1600 metri sul livello del mare. In questo territorio vocato alla produzione casearia – tanto da essere internazionalmente riconosciuto come la cheese valley italiana per eccellenza – non è solo il formaggio a fare da padrone. A rappresentare la Val Taleggio nel mondo, ci sono le bellezze del panorama, le attività di qualche autoctono audace, i progetti di valorizzazione della valle e tanta voglia di investire nel futuro e nelle nuove generazioni.
L’ambiente, l’ecosistema, gli elementi
La roccia sta alla base di tutto. Negli orridi che da San Giovanni Bianco conducono alle contrade della valle. Nelle montagne che ne definiscono il panorama. Nell’architettura storica – le antiche abitazioni, con i loro caratteristici tetti in pietra, che ancora si possono scorgere in alcuni edifici della zona.
E dove c’è roccia, c’è acqua. Nei torrenti, ruscelli e fiumi che scorrono rigogliosi in tutto il territorio e che nel tempo ne hanno delineato forme e colori. L’acqua, quell’elemento fondamentale che rappresenta la vita, ma anche il movimento. Un movimento che in Val Taleggio si sente, forte e chiaro; un movimento che coincide con i progetti e le attività che hanno appeal sui visitatori da tutto il mondo.
Ancora i boschi e i prati, che occupano il 50% del paesaggio. Figli di una biodiversità unica nel suo genere; teatro di attività sportive all’area aperta come il trekking; luoghi di pascoli liberi e generosi, che supportano l’allevamento del bestiame per l’industria casearia.
Val Taleggio e alta Val Brembilla: i formaggi e le due DOP
Questi sono luoghi magici che danno vita a eccellenze gastronomiche made in Bergamo e conosciute a livello internazionale. Qui il Taleggio DOP e lo Strachítunt DOP, che si uniscono ad un prodotto storico della tradizione locale – lo Stracchino all’antica (presidio Slow Food) – vantano una secolare storia produttiva.
Stalle moderne, una filiera del latte rispettosa e certificata, giovani allevatori che riscoprono le tradizioni. E poi la presenza di una Cooperativa Agricola che utilizza solamente il latte crudo conferito dagli allevatori locali nella produzione di formaggi d’élite. In ultimo, ma non di importanza, le aziende di stagionatura e affinamento che riescono a portare il marchio della Val Taleggio in giro per il mondo.
«Lo Strachítunt è un formaggio unico perché è prodotto in un’area geografica ristretta, secondo un disciplinare estremamente rigoroso, con una tecnica che non ha eguali nel mondo e affonda le proprie radici nei secoli. L’aria, l’acqua e l’erba della Val Taleggio gli conferiscono un gusto senza paragoni, nato dalla combinazione tra le alchimie della natura e la sapienza di gesti secolari» riporta il sito del Consorzio per la Tutela dello Strachítunt Valtaleggio.
Un Consorzio che – come ricorda il presidente Alvaro Ravasio – «non vuole solamente tutelare il formaggio, ma al contempo ha la fondamentale funzione secondaria – non meno importante – di sostenere le piccole realtà che credono e investono nel territorio».
Il cibo come vettore di benessere e accoglienza
Si nota infatti la presenza di diverse aziende agricole orientate alla produzione di frutta, verdura e derivati, nel totale rispetto dell’ecosistema, con pratiche tradizionali, biodinamiche e biologiche. A queste si affiancano delle nuove aperture, ristoranti e attività ricettive gestite da giovani uomini e donne che credono e investono nel proprio territorio.
In Val Taleggio è attivo da alcuni anni un centro olistico che accoglie una clientela focalizzata sul benessere e sulla ricerca di un luogo che combini genuinità, natura e quiete. Grazie anche alla vicinanza della valle all’area metropolitana (bergamasca e milanese) e ad altre aree di interesse e al collegamento con l’aeroporto di Orio al Serio, oggi la Val Taleggio è meta sempre più ambita.
Punti di interesse e attività sul territorio
I turisti trovano in queste aree diversi punti di interesse, legati alla sfera enogastronomica, ma anche artistica, culturale e storica.
In primis l’Ecomuseo, un museo all’aria aperta dove le opere d’arte sono il territorio, le persone e il patrimonio materiale e immateriale della valle. Non un singolo luogo ma un’intera ricchezza territoriale, dove i visitatori possono “toccare con mano” la tradizione casearia e vivere l’esperienza di generazioni di produttori.
Di fondamentale importanza per la valorizzazione del territorio e delle attività casearie anche la Casa museo del bergamino che – come ricorda il presidente del Consorzio Ravasio – «va oltre alla semplice esposizione di attrezzi, esaltando la storicità di questa figura professionale e della sua fondamentale attività, che nel tempo ha contribuito a definire l’economia e la cultura della Val Taleggio».
Investire nel territorio: progetti e associazioni
A credere nella Val Taleggio – oltre al Consorzio, che si spende per creare legami tra allevatori, produttori e stagionatori con l’obiettivo di tutelare un gioiello caseario unico al mondo e di promuovere le singole attività locali – anche diversi progetti, associazioni e gruppi di vario genere. Solo per citarne alcuni: Vedesetattiva, VedesetaSport, Gruppo Alpini, Gruppo sentieri per la promozione del territorio; 100% Valtaleggio e Val Taleggio Experience, per fare rete tra le imprese locali.
Molto importante anche il progetto NAHR, in grado di fare eco alla Val Taleggio in tutto il mondo. Il Nature, Art & Habitat Residency è un eco-laboratorio di pratiche multidisciplinari, situato a Sottochiesa in Val Taleggio e con una sede satellite in California. Un programma internazionale aperto, per bando, ad artisti, ricercatori e scienziati che trovano nell’ecosistema naturale delle Prealpi Orobie un perfetto ambito di studi.
Infine, la Cooperativa Agricola della Val Taleggio che ha deciso di investire localmente dapprima con l’inaugurazione di una nuova area espositiva, di vendita e di valorizzazione dello Strachítunt DOP a Vedeseta (aperta a ottobre 2021) ed oggi con l’ampliamento di una stalla comunale che accoglie una sessantina di vacche di razza bruna. «La stalla sarà operativa per la prossima primavera – ricorda Alvaro Ravasio – ed oltre ad un luogo operativo sarà uno spunto per le altre aziende e uno spazio di accoglienza per giovani talenti che decidono di intraprendere una carriera nel settore della produzione casearia».
Tante le opportunità, tante le idee, tanti i progetti che contribuiscono a rendere la Val Taleggio uno dei territori più interessanti sul panorama provinciale, regionale e nazionale.
- Alla scoperta della Val Taleggio, la terra dello Strachítunt DOP
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