La «Scuola in Piazza» è un momento magico dell’autunno bergamasco: centinaia di bambini e ragazzi prendono possesso del Sentierone e vestono i panni di divulgatori, scienziati in erba e “apprendisti stregoni”, condividendo quello che hanno appreso e imparando a loro volta. «La formazione è un pilastro di “BergamoScienza” e per trasferire le conoscenze scientifiche uno degli strumenti migliori è la didattica laboratoriale, molto efficace», racconta Daniel Bonazzi, ex “bimbo” di «BergamoScienza» e ora ingegnere e insegnante, nonché parte della Segreteria scientifica e della Commissione scuola della rassegna. «Si tratta di portare delle esperienze pratiche dove studenti e insegnante concretizzano le idee, e dall’altra parte chi ne fruisce si fa delle domande. Sapere insegnare e dimostrare qualcosa non è come preparare una verifica, bisogna avere veramente capito», spiega Bonazzi.
È dal 2005 (terza edizione di «BergamoScienza») che le scuole sono coinvolte in modo sempre più attivo. Quest’anno ci sarà il record di partecipanti, che saranno in piazza oggi (dalle 14.30 alle 19.30) domani (dalle 10 alle 18).
Cosa vedremo in piazza
La bellezza della «Scuola in Piazza» è che ogni istituto si esprime a modo suo: ci saranno i bambini della scuola dell’infanzia che spiegheranno come si formano i colori e gli studenti del Majorana di Seriate che condurranno un laboratorio interattivo insieme a due robot umanoidi. ABF Bergamo proporrà l’esperimento dell’uovo ubriacone, che è anche una preparazione della cucina molecolare chiamata «cagliata d’uovo»: si tratta della cottura dell’uovo a freddo, così da ottenere un uovo cotto ma con il sapore di quello crudo e con una consistenza tale da renderlo lavorabile per altre preparazioni. La particolarità è l’utilizzo dell’alcol etilico, che fa coagulare le proteine.
Rimanendo in tema cibo, gli studenti dell’Istituto Alberghiero Sonzogni di Nembro mostreranno come funziona la coltivazione aeroponica e si dedicheranno a preparazioni gastronomiche (piatti, dolci e cocktail) con ortaggi e frutti da agricoltura convenzionale e non. Gli alunni della scuola primaria di Brembate Sotto porteranno un classico degli esperimenti scientifici: i modellini di vulcano che simulano un’eruzione, attraverso l’utilizzo di sostanze come bicarbonato di sodio, aceto, detersivo per piatti e colorante alimentare o tempera. La primaria di Villa d’Almé proporrà la realizzazione di semplici filmati di animazione digitale, utilizzando la tecnica di stop motion.
E ancora: si potrà scoprire come funziona un motore a idrogeno; imparare a produrre carta riciclata; visualizzare la forma del suono con un eidofono; scoprire i segreti del corpo umano e dei suoi apparati; sperimentare con la realtà virtuale; esplorare le proprietà di materiali innovativi e alternative ecocompatibili alla plastica. «La sfida è riuscire a trasferire conoscenze, in modo inclusivo, usando con materiali poveri e allo stesso tempo proponendo tutti gli strumenti che la scienza ci mette a disposizione. I laboratori sono tutti realizzati dai meravigliosi insegnanti che aderiscono all’iniziativa, noi ci limitiamo a dare qualche dritta per renderli più fruibili possibile», spiega Daniel Bonazzi.
Lo story-telling
Sapere come raccontare una storia è efficace per fare radicare le informazioni, soprattutto quando si parla di bambini, i concetti che vogliamo esprimere vanno inseriti in un contesto alla loro portata: «Nel corso di formazione di “BergamoScienza” per insegnanti, il mio contributo è stato quello di presentare i riscontri positivi che una buona storia può avere nella didattica della scienza. È risaputo che lo storytelling rende i contenuti, che a volte risultano molto complessi, molto più appetibili. Ci emozioniamo ascoltando storie e racconti da quando siamo bambini e legare la didattica alle emozioni inventando racconti oppure dialoghi impossibili può davvero fare la differenza per la buona riuscita di una lezione per tutte le fasce di età», spiega Bonazzi, che ha iniziato a fare il divulgatore come guida di «BergamoScienza» parlando di ciaspole e fachiri (cos’hanno in comune? La pressione è inversamente proporzionale alla superficie di applicazione: ecco perché i fachiri non si pungono e le ciaspole non sprofondano!).
Per l’orientamento
Oltre agli istituti scolastici, saranno presenti sul Sentierone con diverse proposte formative Fondazione Dalmine, Fondazione della Comunità Bergamasca, Università degli studi di Bergamo e L’Università Vita-Salute San Raffaele.
L’Università Vita-Salute San Raffaele sarà presente con due stand: uno dedicato all’orientamento, in cui le ragazze e i ragazzi che si affacciano al mondo universitario avranno occasione di entrare in contatto con l’offerta formativa dell’ateneo. In particolare, saranno presentati due nuovi percorsi accademici: «Health Informatics», in collaborazione con il Politecnico di Milano, e la laurea magistrale in Geopolitica, economia e strategie globali, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo. Al secondo stand, «Bioprinting», i ricercatori UniSR mostreranno al pubblico il funzionamento di una biostampante 3D, un dispositivo all’avanguardia in grado di creare simil-tessuti o ambienti di coltura cellulare tridimensionali.