La grande scacchiera della tovaglia a quadri bianchi e neri aspettava che iniziasse la battaglia.
Gli eserciti si erano schierati in due lunghe file, una di fronte all’altra: l’esercito dei SoldaTappi di latta contro quello dei SoldAppi di plastica.
Dietro le truppe stavano i comandanti in sughero, Spumant e Prosecc, pronti a cominciare.
Uno scoppio di tappo diede il via: STAAAAPPPP.
I primi ad avanzare furono i SoldaTappi di latta, nelle loro armature luccicanti. Ad uno ad uno si avvicinarono alla linea di confine, sfidando i SoldAppi di plastica, che non si muovevano.
“Hanno paura!” pensò comandante Spumant. “sono vili SoldAppi da acqua gasata! Continuate ad avanzare, miei prodi”.
I SoldaTappi di latta superarono la linea di mezzeria ed entrarono nel campo nemico, avvicinandosi di tappo in tappo.
All’improvviso ad uno scoppio di Prosecc: TOOOOPPPP, i SoldAppi di plastica cominciarono a rotolare sulla scacchiera, scagliandosi contro i tappi di latta.
Era una mossa non prevista.
Ci furono scontri, rotolate, scivolate.
Una confusione dove non si capiva più chi combatteva chi.
I due comandanti in sughero non sapevano più cosa fare: la battaglia era diventata una caos di scoppi, di colpi, di stappi TAAPPP, TOOOPP, STAAAP, TENG, TONG.
“Basta! Fermatevi!”. Era il tovagliolo bianco che sventolava in segno di tregua.
“Non è affatto un bel gioco: non ci sono regole e anche se ci sono nessuno le rispetta!”.
Si stese per bene sul tavolo e proseguì: “Ora rotolate tutti quanti da me: si suona ben altra musica”.
Il tovagliolo si chiuse a guisa di fagotto e si scosse ben bene.
Ne uscì un suono bello, un tintinnare allegro, il suono della pace.
Finale bergamasco: te che te tapete i tap, tapeme i tap a me. Me tapare i tap a te? Tapate te i to’ tap, te che tapete i tap (traduzione letterale: tu che tappi i tappi, tappa i tappi a me. Io tappare i tappi a te? Tappati tu i tuoi tappi, tu che tappi i tappi.)
Che tapaaaada!
Ossia: chi fa per sè NON fa per tre.