Ospiti de «la Vallata dei Libri Bambini» saranno Pino Boero e Walter Fochesato, fra i maggiori esperti in Italia di letteratura per l’infanzia. A loro il compito di tratteggiare la figura del pedagogista e scrittore Mario Lodi, a cento anni dalla nascita.
L’incontro si tiene mercoledì 30 marzo alle 20.45 presso il Teatro dell’Oratorio di Fiorano al Serio. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria (qui per prenotarsi) e si rivolge in particolar modo a insegnanti, educatori, genitori, librai e bibliotecari. Porterà la sua testimonianza anche Donatella Radaelli, insegnante della scuola primaria di Fiorano, che da giovanissima frequentò la scuola di Mario Lodi per impararne la didattica.
Cipì e il movimento di cooperazione educativa
Scuola e proposta letteraria sono inscindibili nell’esperienza di Mario Lodi, che – fra gli altri – scrisse uno dei più famosi romanzi italiani per bambini, «Cipì», insieme ai suoi alunni delle elementari. Nato e vissuto a Piadena (Cremona), Mario Lodi è un esponente del Movimento di Cooperazione Educativa, nato negli anni ‘50 da insegnanti e pedagogisti che si ispirano alla Pedagogia Popolare del maestro francese Célestin Freinet, un ambiente frequentato fra gli altri anche da Gianni Rodari.
Mario Lodi, in particolare, ha rivoluzionato l’impostazione nozionistica della scuola apportandovi una didattica pedagogica nuova e alternativa. Spiega Walter Fochesato: «I capisaldi della sua proposta sono una scuola senza discriminazioni, che faccia lavorare il bambino in autonomia e con capacità di progettazione. Una classe senza libro di testo, ma con la biblioteca di classe, basata su progetti come il giornalino di classe, la costruzione di storie ed esperienze. Un messaggio che ha contribuito allo svecchiamento della scuola, anche se non quanto avrebbe sperato Mario Lodi».
A Lodi dobbiamo l’inserimento nelle scuole italiane del testo libero e delle attività espressive quali la pittura, il teatro e la danza. La sua proposta pedagogica è stata fondamentale nel far nascere una nuova consapevolezza sui bambini e sul loro essere portatori di una vera e propria cultura da rispettare e valorizzare.
«Il soldatino del Pim Pum Pà»
La produzione di Lodi è molti diversificata: «Si passa dai testi di riflessione didattica rivolti agli insegnati a opere come “Cipì”, che non è a mio parere il suo libro più bello, ai romanzi scritti sugli anni della guerra come “Il corvo” e “La busta rossa”, che trovo i suoi lavori più interessanti», prosegue Fochesato.
Tra le sue opere più attuali, «Il soldatino del Pim Pum Pà»: una lunga filastrocca in versi, come se ne scrivevano sul «Corrierino dei piccoli», che racconta il rifiuto della guerra e si trova ancora adesso facilmente in libreria. Eccone un estratto: il soldatino del Pim Pum Pà strappato al suo lavoro di contadino per essere addestrato nell’esercito, dopo l’addestramento è costretto a partire in missione:
Ognuno di voi
per paesi e per città
alla caccia di birboni
da quest’oggi se ne andrà
Ma il soldatino del Pim Pum Pà non ci sta.
I birboni cercheremo
però un patto dobbiamo fare
per punire senza ammazzare.
Ammazzare è crudeltà
che ne dici, pim pum pà?
«Si tratta di un testo che mette in rima il tema del rivoluzionare e abbattere il despota, c’è la dimensione dell’impegno, ma in toni leggeri e giocosi», commenta Pino Boero.
L’impegno civile di costruire “insieme”
Per Mario Lodi la dimensione narrativa è complementare a quella pedagogica e divulgativa, il cui fine ultimo è la costruzione di un cittadino nel senso pieno del termine. L’impegno civile di Lodi lo spinge a confrontarsi, come abbiamo visto, con i temi del pacifismo e dell’antiautoritarismo. Ma è una personalità così moderna da parlare di tutela della natura e degli animali già negli anni ’50. A questo proposito si può leggere «Il permesso», che racconta del salvataggio di una cucciolata di leprotti (con un finale drammatico).
Racconta Pino Boeri: «Lodi ha legato la sua produzione letteraria importante all’esperienza didattica a scolastica e fatto nascere robusta parte narrativa da questa esperienza, pensiamo a “Bandiera”, “La Mongolfiera”, “Cipì”. Non una narrativa d’autore ma il frutto di un lavoro collettivo e costruito “insieme”, che è anche il titolo di un suo saggio. Questa è la cifra del suo impegno pedagogico e sociale, ma in Lodi c’è anche vocazione narrativa piuttosto forte, non dimentica l’importanza del racconto anche come elemento di piacere».
Contro la deriva docimologica della scuola
Per dieci anni Mario Lodi diresse il gruppo di ricerca della Biblioteca di Lavoro che produsse un’originale collana di strumenti pedagogici: «Si tratta di 127 volumetti molto economici e semplici rivolti sia ai bambini e ai ragazzi sia agli insegnanti con elementi di informazione e strumenti utili e diversificati per sperimentare piccole esperienze scientifiche in classe, fare ricerca sociale o altro. Gli argomenti spaziavano da Picasso all’osservazione delle rane alla coltivazione dei bulbi», racconta Fochesato.
Cosa rimane, adesso, di quella proposta di scuola? «La sua didattica è un antidoto alla deriva docimologica – cioè tutta basata sulla valutazione – della scuola odierna, che è più arida, basata su piani, progetti, schede, e ha perso di vista la socializzazione», conclude Fochesato.