Il Natale è nascita del Bambino Santo, un Bambino che ogni anno racconta del Mistero dell’Incarnazione e dello stupore di ogni Nascita. Un Bambino che rinnova la forza e la speranza della Vita. Un Bambino che nell’Amore immenso del Padre si accosta a tutti i cuori.
Il Bambin Gesù è tutti i Bambini che chiedono come lui di essere accolti, scaldati, cullati. Un evento fondamentale per la comunità cristiana, un segno di fiducia e amore dedicato a tutte le culture che lodano la nascita al mondo di bambini, che di per sé sono sacri.
Nella nostra città , come ogni anno dal 1951 l’Eco di Bergamo allestisce la Capanna, diffondendo lo spirito natalizio in tutta la città . Voluta da monsignor Andrea Spada, lo storico direttore de L’Eco di Bergamo, per aiutare i bambini più bisognosi, non è mai venuta meno a questa sua missione. Un segnale forte che la città e il territorio accolgono ogni anno, testimoniando la forza della tradizione accanto al mistero della festività . Un ricordo d’infanzia che accomuna i bergamaschi di ogni generazione e origine, nel segno della solidarietà e dello stupore del Natale.
Quest’anno la Capanna di Natale si caratterizza con il progetto Ninnananna alla Capanna: una chiamata di bambini, famiglie, anziani, nel caleidoscopio della multiculturalità per raccogliere il canto di tante ninnenanne che di bocca in bocca hanno attraversato generazioni, culture, tradizioni. Una raccolta che unisce attorno al calore della culla che TUTTI i bambini dovrebbero di diritto avere
Le ninnenanne: il mondo intorno alla culla
La ninnananna è la forma musicale più antica e, ricordandoci l’infanzia, ha un posto speciale nella vita di ognuno di noi. La ninnananna non è solo il ricordo di amore e dolcezza, ma è anche il simbolo della nostra cultura, delle nostre tradizioni e delle nostre radici, è parte della nostra identità .
Le ninnenanne sono nenie che emanano calore. Formule incantatrici che sanno di contatto, fusione, emozioni, contenimento. Cantilene altalenanti che evocano dondolii ancestrali, misteri antichi. Filastrocche che parlano il linguaggio dell’anima. Sono così le canzoni della culla, accompagnate perlopiù da quel gesto primordiale del cullare, il ninnare appunto. Sono espressioni universali, del tutto simili nelle diverse culture e nel tempo per quanto riguarda toni e modo di cantare.
Qualcuno ha efficacemente scritto che il rituale della ninna nanna è dimostrazione d’affetto, ma è nel contempo “nutrimento d’affetto” e tale nutrimento orienterà la capacità di aprirsi e di porsi in relazione attiva verso gli altri, negli anni a venire .
Attraverso le ninnenanne infatti i bambini iniziano a conoscere le strutture linguistiche e musicali, l’uso delle parole e dei modi di dire, i personaggi, le abitudini, le tradizioni del proprio ambiente familiare e culturale, immergendosi nell’universo simbolico di significati che li circonderà da adulti.
La ninna nanna è, in effetti, gioco- parola, è gioco- ritmo, è struttura onomatopeica, è parola ripetuta, è esercizio di ascolto e di imitazione, è percorso di fantasia, è forma elementare di conoscenza. Diventa strumento che concorre allo sviluppo dell’apprendimento linguistico, all’affinamento dell’orecchio musicale, alla costruzione del senso ritmico, all’esercizio della capacità d’ascolto, alle primissime esperienze simboliche di un determinato contesto.
Un apprendimento che, tuttavia, non può prescindere dalla dimensione relazionale in cui avviene, proprio a partire dal contatto con la figura protettrice di turno per propiziare il sonno: il tutto proposto a livelli elementari, mediante strutture così semplici da risultare facilmente accessibili al bambino, anche piccolissimo. E da essere ricordate da adulti, quando la nostra storia passata, a volte, si perde nella nebbia dei ricordi.
Ascoltare e imparare ninnenanne in diverse lingue favorisce l’esplorazione di melodie e ritmi e la percezione di semplici strutture musicali. Cantare in gruppo queste melodie promuove la socializzazione e il piacere di comunicare con le musiche provenienti da Paesi diversi. Proprio per queste caratteristiche, il forte valore dell’integrazione culturale che l’ascolto e l’apprendimento di ninnenanne di diversa origine offre, avviene naturalmente, senza forzatura: la voce che accompagna il sonno del bambino è quella di un adulto che si prende cura trasmettendo che siamo tutti nati al mondo e soprattutto siamo tutti nati sotto lo stesso cielo. L’invito di cantare insieme nella festa Nannalana è un segnale e un forte simbolo di incontro e fratellanza.