Quando frequentavo le elementari, sotto la guida attenta della nostra maestra la mia classe fondò un piccolo giornalino scolastico. Non avevamo a disposizione computer né macchine fotografiche: scrivevamo tutto a mano e disegnavamo tutte le persone che intervistavamo – generalmente insegnanti, collaboratori scolastici, allenatori sportivi – per poi fotocopiare pagine e pagine in biblioteca. Un piccolo laboratorio “fai da te” che mi ha consentito di imparare “sporcandomi le mani”, di apprendere (divertendomi) quei linguaggi della comunicazione che guarda caso col tempo sono andati a definire la mia professione.
Ci ripenso sorridendo mentre Antonio Todaro – membro del gruppo di lavoro che, guidato dal dirigente scolastico Eugenio Mora, si è occupato delle tre Case del Sapere dell’Istituto Comprensivo di Verdellino-Zingonia – mi descrive con entusiasmo il laboratorio di fotografia e di videomaking allestito nella scuola. «Lo scorso anno, la Casa del Sapere Melting Light ha ospitato un percorso di formazione per gli alunni di terza media, dedicato al racconto del sé e del territorio attraverso le immagini, con una fotografa professionista, Laura Pietra. Abbiamo avuto anche la possibilità di avviare percorsi di web radio e il canale YouTube».
La didattica laboratoriale è lo spazio della personalizzazione, uno spazio che coinvolge lo studente nella relazione con gli altri e favorisce l’inclusione. Proprio per questo, per definire le tre Case del Sapere dell’Istituto Comprensivo è stato scelto il termine melting , che in inglese significa mischiare, amalgamare, fondere, fare di tanti elementi diversi un insieme capace di funzionare in armonia.
Ma facciamo un passo indietro.
Cosa sono le Case del Sapere?
Del progetto «Erre2 – Risorse di Rete» vi abbiamo già raccontato qualcosa qui. Si tratta di un’iniziativa finanziata dall’impresa sociale «Con i Bambini» e guidata dall’Opera diocesana Patronato San Vincenzo. Coinvolge 23 soggetti diversi, come associazioni, enti, scuole, ma anche imprese, verso un unico, importantissimo, obiettivo: combattere l’abbandono scolastico e la povertà educativa e sostenere gli studenti più fragili (anche economicamente) garantendo loro le stesse possibilità dei loro coetanei.
Il progetto si è fatto sempre più concreto con la creazione di alcune Case del Sapere, ovvero degli ambienti polifunzionali e accoglienti, collegati alle scuole della città e della provincia e destinati in modo particolare ai ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. Ognuna delle case – che ospitano laboratori tematici, ma anche percorsi di formazione e incontri rivolti ad adulti, genitori e insegnanti – risponde a un tema differente, messo a sistema tra i vari istituti.
Light, ort e food
Nell’IC di Verdellino-Zingonia, da un’idea del dirigente scolastico Eugenio Mora sono nate ben tre Case del Sapere. Si tratta del Melting Light, che abbiamo già citato, dedicato alla fotografia e al videomaking, del Melting Food, un laboratorio di cucina, e del Melting Ort, un orto didattico che continua una tradizione già in essere dell’istituto comprensivo, ovvero quello di educare gli studenti all’aperto e in un contesto di “aula natura”.
«Melting Ort», in particolare, era il nome del progetto con cui l’istituto già nel 2015 aveva vinto un bando di Regione Lombardia per gli orti didattici, concretizzatosi grazie a fondi regionali l’anno successivo. Dal 2021 l’orto della scuola secondaria è diventato appunto Casa del Sapere, luogo di incontro e di sviluppo di attività per il territorio grazie al progetto «Erre2».«Abbiamo voluto mantenere il termine “melting” per dare un senso di unione, è quasi un brand, con cui abbiamo scelto di denominare tutti gli ambienti didattici laboratoriali all’interno dell’istituto», spiega Todaro.
In un territorio, quello di Zingonia, noto per la sua multiculturalità (la percentuale di studenti stranieri è altissima, parliamo di quasi il 40%), melting significa anche integrazione tra le diverse culture e conoscenza reciproca. Non solo. Il Melting Food in particolare ha assunto una forte valenza inclusiva per gli alunni con difficoltà di apprendimento e con disabilità: «è diventato un momento di aggregazione per i nostri ragazzi e per i loro compagni, perché si lavora in gruppi che comprendono non soltanto gli alunni con disabilità, ma anche i compagni delle classi oppure gruppi aperti. Quest’anno l’intenzione è quella di proporre proprio dei laboratori aperti ai nostri studenti e ad alcuni dei ragazzi a rischio di dispersione del territorio di Verdellino e Zingonia, prevalentemente dagli 11 ai 17 anni, target del progetto “Erre2”. In questo momento, siamo nella fase in cui stiamo progettando le attività e individuando gli esperti che saranno poi previsti per la conduzione di questi laboratori».
Anche i docenti vengono formati. «Grazie ai finanziamenti che abbiamo ricevuto già nel 2016, abbiamo esteso il sistema degli orti alle scuole primarie e li abbiamo resi fruibili anche alle scuole dell’infanzia. Abbiamo seguito un percorso di formazione specifico con un agronomo che ci ha insegnato i tempi, ci ha istruito sulle colture da utilizzare e da piantumare nei diversi periodi dell’anno. Per il Melting Light abbiamo avuto invece dei colleghi che hanno messo a disposizione degli altri le loro competenze. È tutto un sistema sinergico, di lavoro di squadra».
Inclusione, integrazione, il valore del lavoro di squadra: si tratta di temi che l’istituto intende rivolgere non solo ai più giovani, coinvolgendoli in prima persona, ma a tutta la cittadinanza. Con il Melting Ort, per esempio, la scuola si è aperta in questi mesi al territorio attraverso numerose attività di educazione diffusa. «L’orto è inserito in un sistema di collaborazioni con il Comitato dei genitori di Verdellino e con l’associazione Gli Orti di Oz, che sin dall’inizio della realizzazione dell’orto ci ha seguito, supportato, con la quale collaboriamo e che diventa anche un punto di contatto con la popolazione, con i gestori, con le famiglie, con i volontari del territorio – continua Todaro – La produzione in orto poi ci consente di lavorare davvero a chilometro zero, anzi, a “centimetro zero”, perché ad esempio in questi giorni le prime piantine piantumate all’inizio dell’anno vengono utilizzate nel laboratorio di cucina».
L’importanza dell’orientamento
Non solo svago. All’interno delle Case del Sapere dell’IC Verdellino-Zingonia si lavora anche in un’ottica di orientamento. «Si comincia per esempio con l’analisi di tutti gli aspetti che concernono la sicurezza, il lavorare in maniera sicura all’interno della cucina o anche all’interno dell’orto. I ragazzi imparano a maneggiare gli strumenti, gli attrezzi di lavoro. Questo è fondamentale soprattutto per gli studenti che presentano una disabilità grave. La cucina diventa un’attività laboratoriale volta a far comprendere a questi ragazzi, che intraprendono un percorso di orientamento già dalla seconda media, quali possibilità hanno nel seguire un percorso professionale di questo tipo».
Nelle Case del Sapere, insomma, l’orientamento si ripensa insieme ai diretti interessati. E l’autonomia si acquisisce (anche) divertendosi.