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7 consigli per avvicinare i bambini alla musica

Articolo. Li abbiamo chiesti a un fuoriclasse bergamasco: Valerio Baggio, che all’attività di pianista e compositore affianca quella didattica e di papà. A livello nazionale è conosciuto per le canzoni composte per lo Zecchino d’Oro

Lettura 4 min.

A 16 anni ha capito che voleva fare il musicista nella vita, a 22 ha scritto per la Diocesi di Bergamo il suo primo disco per il Cre. Ha scoperto così la sua vocazione di autore (anche) per bambini e nel 2015 è arrivato per la prima volta allo Zecchino d’Oro con “Cavoli a merenda”. Esperienza replicata altre tre volte, l’ultima quest’anno con il brano ecologista “I pesci parlano”, arrivato al secondo posto ma in testa alla classifica del web.
Valerio Baggio
, di Romano di Lombardia, classe 1977, professore di pianoforte, compositore e arrangiatore, è la nostra guida alla scoperta della musica per l’infanzia. Diplomato in pianoforte e in musica jazz, è un musicista poliedrico, e passa agilmente dal jazz, al pop, alla classica. Ha scritto per il teatro, il cinema, la tv oltre che per i Cre (da oltre vent’anni) e per lo Zecchino (in fondo all’articolo il link al canale YouTube per ascoltare le sue canzoni).

Cosa è la musica per bambini

Come esiste una letteratura per l’infanzia esiste una musica per l’infanzia, che rispetta l’epoca storica in cui viviamo ma ha delle regole comuni. La musica per bambini è scritta in modo semplice, con un’estensione piccola (come in “Frà Martino campanaro”, per fare un esempio) e frasi con respiri musicali per potere essere cantate agevolmente. “Bisogna scriverla in modo che favorisca lo sviluppo di una sensibilità musicale. La melodia deve avere una struttura equilibrata. Senza rinnegare l’aspetto commerciale, non è detto che il brano più orecchiabile sia quello più adatto a un bambino, specie piccolo”, spiega Valerio Baggio. Ma quindi, cosa fare ascoltare ai piccoli?

L’importanza di una dieta varia

L’ingrediente migliore è diversificare: “Anche io che insegno in una scuola media dico ai miei ragazzi di ascoltare generi diversi. Siamo attratti dal ritmo, ma non tutto deve essere ritmato. La musica non è solo intrattenimento, ti può anche accompagnare in un momento di ricerca dei tuoi sentimenti. Anche un bambino può usare una canzone per riflettere sulle sue emozioni”.
Qualche esempio di canzone lenta che i bimbi possono apprezzare? “Tu scendi dalle stelle” o il già citato “Frà Martino”, o anche composizioni di Baggio come “La lumaca va” o “Padre nostro dei bambini”. L’invito è non ascoltare solo i tormentoni, ma anche la musica classica (Mozart va benissimo), il rap, il rock: tutto. Bisogna combattere la pigrizia, che ci fa ascoltare solo ciò che appaga.
E spazio agli stereotipi, senza paura: “Ai bambini facciamo ascoltare le arie d’Opera più famose, Per Elisa, Alla turca, Le quattro stagioni, Al chiaro di luna di Beethoven, i primi minuetti di Mozart, i pezzi facili di Bach… In generale, i pezzi più semplici dei grandi compositori erano scritti per i bambini”.

“La lumaca va”, CreGrest 2016

Del messaggio si può anche fare a meno

Le filastrocche per bambini spesso non hanno senso né messaggio. Allo stesso modo alcune semplici canzoncine come “Whisky il ragnetto” non hanno alcun messaggio – data la loro semplicità – ma sono perfette per i bimbi di 2 o 3 anni, come dimostra il loro enorme numero di visualizzazioni su YouTube. “Significa che in tanti hanno usato queste canzoni, ad esempio per ballare o cantare”.
Diverso il caso dei brani presentati allo Zecchino d’Oro, dove si cerca sempre di fare passare un qualche messaggio positivo.

Il bello di cantare e di ballare

Cantare in casa è una cosa che si è persa moltissimo nella modernità ed è un peccato. “I miei nonni, non avendo giradischi o registratori, cantavano e quindi i bambini crescevano con una melodia che imparavano a cantare – racconta Baggio – Il canto dovrebbe essere un linguaggio naturale, che impari come le parole. Affinare la tonalità è come dare sapori diversi a un piatto”.
Meglio che i bimbi ascoltino le canzoni senza guardare i video, che lavorino di fantasia, altrimenti il cervello è proiettato sulle immagini e dimentica i suoni. “È importante la trasmissione culturale di un concetto musicale, anche a scuola, dove è auspicabile che le maestre siano intonate. È significativo sentire sempre ’Tanti auguri a te’ cantata male. Succede perché c’è un intervallo di ottava, che si impara solo con l’esercizio”. Infine, è bello che i bambini ballino in modo spontaneo, mettendo la musica che a loro piace e coltivando i loro momenti.

Sul cellulare non è musica

Ce lo hanno detto psicologi ed esperti di ogni tipo: niente smartphone ai bambini (come potete leggere nei nostri articoli dedicati alla dipendenza da smartphone e alla disgrafia). Ce lo dice anche il musicista: “La musica va ascoltata da una cassa dove si senta il suono dello strumento, quella che esce dal cellulare non è musica. È come una merendina dove il sapore è coperto da 5mila conservanti. Io ho regalato ai miei figli un impianto con delle casse carine, dove poter mettere i loro cd in autonomia”.
Un consiglio per i viaggi in macchina: scegliere che musica ascoltare una volta a testa.

Le canzoni sono legate ai ricordi

Per un sessantenne nessuna canzone dello Zecchino d’Oro potrà mai eguagliare “44 Gatti” (1968), un trentenne, invece, sarà più legato a “Il coccodrillo come fa?” (1993). “La musica è legata a un’emozione e a un personale, quindi il giudizio è a prescindere dalla validità musicale – spiega Valerio Baggio –. Io non potrei mai scegliere la mia canzone preferita dello Zecchino perché ho un approccio tecnico, ne ho ascoltate così tante che a un certo punto mi piacciono tutte, anche perché c’è già una selezione a monte molto dura”. Anche per questo, non ha importanza chi vince lo Zecchino: ogni canzone ha la sua vita a prescindere. Tutte le canzoni dello Zecchino sono scelte e arrangiate con attenzione e tutte hanno un taglio diverso.

Sentire un disco dall’inizio alla fine

L’ultimo consiglio ci riporta a un’epoca antica, quando per ascoltare la canzone preferita toccava andare in ordine e sentire prima le altre sulla musicassetta o sul disco in vinile: esercitarsi a sentire un disco dall’inizio alla fine. Naturalmente “disco” ha una valenza metaforica: può trattarsi semplicemente di una compilation su Spotify. “Il disco del Cre, ad esempio, al suo interno ha canzoni diverse, alcune più adatte all’intrattenimento durante l’estate, altre più lente. Così quelle dello Zecchino d’Oro. Il mio consiglio è ascoltarle e riascoltarle tutte, anche quelle che non piacciono al primo ascolto. È come assaggiare il cibo che non piace, una cosa cui bisogna essere educati”.

Valerio Baggio canale YouTube.

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