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Cinque idee a costo zero per festeggiare i papà

Guida. Proviamo a considerare la festa del papà non come l’ennesima occasione commerciale per comprare gadget inutili, ma come spazio per rivendicare tempo di qualità e celebrare la paternità

Lettura 3 min.

L’anno della mia prima elementare la maestra ci fece realizzare un intero libretto per la festa della mamma, con tanto di finestrella a forma di cuore e foto personalizzata. Per la festa del papà, invece, niente. Ricordo ancora mio padre scherzarci sopra, fingendosi offeso fra il serio e il faceto.

La (giusta) scelta della mia maestra era dovuta alla presenza in classe di una bambina orfana di padre, ma la discrepanza di trattamento mi ha sempre fatto pensare all’importanza diversa che diamo ai genitori. Un mazzo di fiori alla mamma non si nega mai, ma ai papà? Fiori anche a loro? Un più virile cactus? Un magnete con le foto dei bambini? Una tazza personalizzata?

Sono piuttosto allergica al proliferare di feste commerciali fatte per vendere qualcosa, eppure penso che i papà meritino di essere festeggiati. Ecco qualche idea.

Il lavoretto brutto

No, non sono ironica. Penso davvero che un lavoretto manuale, realizzato con impegno dai bambini sia uno splendido regalo per la festa del papà (come per la festa della mamma o dei nonni). Non vi annoio con proposte pratiche, basta cercare online e si trovano tante idee, dalle più semplici alle più ambiziose.

Lo definisco affettuosamente brutto perché - anche se nostro figlio fosse Michelangelo Merisi da Caravaggio - è pure sempre arduo che un manufatto realizzato a partire da cartoni della pizza, rotoli di carta igienica, pigne, sassi e colla vinilica sia esteticamente pregevole.

Se a scuola le maestre - per saggio spirito di autoconservazione - desistono, a casa si può dare libero sfogo alla creatività, magari andando incontro ai gusti del ricevente. Se poi i bambini sanno scrivere, un loro messaggio di accompagnamento sarà la parte più gradita.

Il barattolo delle esperienze

Mi correggo, fra i lavoretti pochissimo manuali, ne cito uno: si prende un barattolo e si mettono dentro dei bigliettini. In ogni bigliettino si scrive un’attività da fare insieme: costruire una capanna di coperte e cuscini; organizzare un caccia al tesoro; preparare la pizza; fare una partita a un gioco da tavolo, leggere un libro… Al momento opportuno si estrae e si scopre a cosa dedicarsi. Un bel modo per spezzare la routine e passare insieme quel “tempo di qualità” di cui si sente tanto la mancanza.

In gita con papà

Ho invidiato per anni una compagna di classe con la fortuna di avere una vecchia stalla “di famiglia” in Val Brembana. Ora l’hanno ristrutturata, ma all’epoca era esattamente una stalla disabitata: un piccolo e vecchio edificio di pietra senza luce, gas, acqua corrente. Vi chiederete cosa c’entri con la festa del papà. Ebbene, ogni estate lei e fratelli trascorrevano una settimana lì in montagna con il padre, in modalità survivalismo. La madre restava a casa a lavorare.

Questo è un esempio un po’ ambizioso (non in termini economici, però) di qualcosa che trovo manchi molto oggi: la possibilità per i padri di spendere tempo esclusivo con i propri figli. Noi madri – anche quelle non single - questo tempo ce lo prendiamo, un po’ per abitudine un po’ per necessità. Capita di andare in vacanza da sole con i bambini (anche se di solito in posti molto più noiosi della vecchia stalla). Ai padri capita meno, e questo è un grande peccato. Un weekend in tenda, una gita in camper, una notte in un rifugio possono essere davvero avventurosi per un bambino o un ragazzo, oltre che una sfida organizzativa notevole per un padre che deve gestire tutto da solo. Per tutti diventano bellissimi ricordi.

Un’esperienza fra padri

Da quando nella chat della scuola dell’infanzia si è aggiunto un secondo padre, oltre a mio marito, ho un desiderio: che facciano amicizia e si crei «il gruppo dei papà».

Le madri imparano presto a tessere tra loro legami vantaggiosi: dal gruppo del corso preparto a quello dell’asilo e della scuola. Le madri si vedono, si parlano, possono organizzarsi, suddividersi i compiti, confrontarsi, darsi appuntamento al parchetto o in ludoteca. I padri è molto più difficile che lo facciano. Non solo perché in media trascorrono meno tempo con i figli, ma perché c’è più riservatezza, quasi imbarazzo. Quanto sarebbe bello, per la Festa del Papà, vedere gruppi di papà che fanno cose con i loro figli? Una biciclettata, un appuntamento al cinema, anche solo un gelato dopo la scuola.

L’abolizione del mammo

Quando un mio amico, alla richiesta di prendersi il congedo di paternità, si è sentito chiedere se gli fosse spuntato il seno per allattare mi sono indignata, ma ho anche gongolato. «Mal comune, mezzo gaudio» non è un sentimento nobile, ma che anche un uomo possa essere discriminato e denigrato in quanto genitore partecipe della vita del figlio spero aiuti a porsi collettivamente, una volta in più, il problema della discriminazione delle madri lavoratrici.

Detto questo, un regalo che collettivamente possiamo fare tutti per la festa del papà è smetterla di chiamare «mammo» un padre che fa il padre . Riconoscere il diritto-dovere anche ai genitori uomini di farsi carico del lavoro di cura, che è sì faticoso e impegnativo, ma anche foriero di grandi soddisfazioni. Accettare il fatto che un padre possa prendersi un congedo, chiedere un part-time, cambiare un pannolino nel bagno degli uomini, infiltrarsi nella chat del nido (un appello: possiamo smettere di chiamarla «chat delle mamme»?) non come un merito, un demerito o una stranezza, ma come parte della normale esperienza umana della paternità.

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